Gli studiosi stanno analizzando le recenti scosse in Emilia, cercando di capire qual è la tendenza del terremoto, in modo da creare dei veri e propri punti di riferimento. Il lavoro dei geofisici è comunque molto complicato, visto che si parla di una zona non molto chiara dal punto di vista sismico. Nel corso delle settimane però si è potuto realizzare un quadro delle caratteristiche generali del sisma in Emilia, anche alla luce della reazione del suolo alle violente scosse delle ultime settimane. Il 20 maggio si è verificata una scossa di magnitudo 5.9 a 6,3 chilometri di profondità.
L’epicentro è stato registrato tra Modena, Ferrara, Rovigo e Mantova. Il 29 maggio le altre scosse si sono verificate più ad ovest, e il fronte del terremoto si è allargato raggiungendo i cinquanta chilometri. Il 3 giugno, con l’ultima forte scossa, l’area colpita è stata sempre questa, ad ovest.
Sembra che ci siano quindi delle tendenze che fanno pensare ad un andamento verso occidente, ma gli studiosi spiegano che non è possibile sapere se altre eventuali scosse seguiranno sempre questa direzione, perché è impossibile effettuare delle previsioni.
Gli esperti spiegano che le scosse successive alla prima devono essere considerate la coda dell’evento sismico iniziale. Il 20 maggio, dopo centinaia di anni in cui l’energia si è accumulata nel sottosuolo, questa forza si è scatenata e ha causato la prima forte scossa.
Però in quel giorno la Terra non è riuscita a liberare tutta l’energia accumulata, causata dal movimento degli Appennini in direzione delle Alpi. Gli studiosi spiegano che se fosse accaduto un evento del genere, si sarebbe ottenuta una scossa molto più potente di quella registrata il 20 maggio.
Non è possibile dire se il fenomeno potrebbe proseguire per lungo tempo, perché ovviamente non si conosce la quantità esatta di energia che deve fuoriuscire, anche se si tratta di una quantità elevata, visto che nel corso delle settimane sono avvenute tantissime scosse, alcune delle quali molto violente, come quelle del 29 maggio e del 3 giugno.
Sono in totale 464 le stazioni digitali presenti in Italia che permettono all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di tenere sotto controllo il verificarsi dei fenomeni sismici, una rete chiamata “Ran”, “Rete accelerometrica nazionale”.
Fonte:http://www.ecoo.it/articolo/terremoto-emilia-perche-le-scosse-si-spostano-a-ovest/20919/
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Forse verso est?
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