Nell'agosto del 2008, il celebre sito di astronomia Universe Today pubblicò un articolo molto interessante sui 10 misteri ancora irrisolti del Sistema Solare. Quando pensiamo ai più grandi misteri della storia dell'uomo, spesso siamo soliti scomodare universi alternativi, passaggi dimensionali e leggi fisiche tirate al limite; ma se solo ci concentrassimo per un istante sul nostro "vicinato cosmico", ci accorgeremmo che è pieno di enigmi ben lontani dall'essere risolti.
Consiglio caldamente la lettura dell'articolo di Universe Today. Si va dall'evento di Tunguska ai misteri di Marte e di Urano, sfiorando anche quella che è stata definita come la "Maledizione di Marte", l'elevatissimo tasso di fallimento delle missioni dirette verso il Pianeta Rosso.
Ed è proprio di questo che voglio parlare oggi. Esiste davvero una sorta di maledizione sulle sonde marziane? Chi mi conosce sa bene che tendo a non dare il minimo credito a questo genere di voci, specialmente se si parla di scienza. Ma dando un'occhiata veloce ai dati che vengono presentati in alcuni siti o show televisivi, viene effettivamente da chiedersi perchè due terzi delle missioni dirette verso Marte siano terminate in un fallimento.Prestandosi al gioco, la NASA chiama "Galactic Ghoul" l'entità inesistente dietro agli incidenti e ai malfunzionamenti delle sonde marziane.
Come fonte dei dati, utilizziamo direttamente una pagina del sito della NASA, Chronology of Mars Exploration, che elenca tutte le missioni marziane dagli anni '60 a oggi, sia sovietiche che americane.
Fino ad ora, 26 delle 43 missioni dirette verso Marte realizzate fino ad ora (da qualunque Paese o Agenzia possedesse i mezzi necessari per farlo) hanno fatto registrare un fallimento per uno o più malfunzionamenti o errori di calcolo. Teniamo sempre bene a mente che una missione marziana non ha nulla a che vedere con la messa in orbita di carichi più o meno pesanti: le variabili in gioco sono enormemente più complesse, e non c'è modo di eseguire interventi d'emergenza in tempo reale.
Gli Stati Uniti e la NASA hanno avuto totalizzato il 70% di successi (su 20 missioni), mentre le missioni sovietiche/russe (18 in totale) solo l'11%. Le due missioni europee, Rosetta e Mars Express, sono state un completo successo.
Dal 1960 al 1975, quasi tutte le missioni per Marte hanno fatto registrare malfunzionamenti. Fatto cercamente singolare, ma se consideriamo che molti di questi episodi si verificarono ben lontani da Marte (anzi, spesso in orbita attorno alla Terra), la storia della maledizione di Marte inizia a cedere sotto i colpi della realtà dei fatti.
La lista di fallimenti, tuttavia, rimane incredibile. Mars 2 e Mars 3, le prime sonde ad atterrare su Marte, non sono di certo note per la durata della loro attività scientifica. La prima è celebre per essere il primo oggetto di costruzione umana ad aver toccato il suolo marziano, ma anche il primo ad aver creato un cratere sul pianeta; la seconda, invece, atterrò con successo su Marte e riuscì a trasmettere un segnale verso la Terra per 20 secondi, per poi ammutolirsi probabilmente a causa di una delle peggiori tempeste di sabbia mai osservate su Marte.
Ma questi sono casi considerati solo relativamente sfortunati. Nel 1993 il Mars Observer, in viaggio da 337 giorni nello spazio con destinazione Marte, smise improvvisamente di funzionare a soli 3 giorni di distanza dal Pianeta rosso. Il problema fu causato probabilmente da una perdita da uno dei serbatoi, perdita che avrebbe forzato il cervello della sonda ad entrare in "safe-mode", e interrompere le comunicazioni.
Uno degli episodi più celebri, se non il più noto della storia dell'esplorazione marziana, è recente: nel 1999, il Mars Climate Orbiter si inserì in orbita marziana circa 100 km più in basso dei previsti 150. A soli 50 km dal suolo marziano, la sonda è entrata nell'atmosfera del pianeta ed è bruciata.La causa dell'incidente? Errore umano: la Lockheed Martin, una delle aziende coinvolte nel progetto, aveva utilizzato il sistema imperiale britannico di misurazione invece del sistema metrico utilizzato come standard dalla NASA, causando enormi errori di calcolo dell'orbita.
Andando più a fondo, si nota che il fattore umano gioca un ruolo vitale nel fenomeno della maledizione di Marte. Nel 1988, la sonda Phobos 1 andò perduta per via di una subroutine software non utilizzata dal satellite, e lasciata nella programmazione per problemi di costi e di tempi di lancio. Questo frammento di codice si attivò da solo, facendo diventare la sonda una trottola spaziale incapace di orientare i propri pannelli solari e di creare energia per il suo funzionamento.
Parlare di maledizione, tuttavia, rimane inappropriato. Il fatto che tra il '60 e il '75 si sia registrato il maggior numero di fallimenti porta a pensare che l'avventura marziana, con tutte le sue sfide, era soltanto agli inizi, e che l'insuccesso è parte integrante del processo di esplorazione di mondi lontani, specialmente quando si è "giovani" e inesperti in missioni così pionieristiche.
Di certo alcuni episodi, pochissimi rispetto al totale dei fallimenti, rimangono ancora parzialmente avvolti nel mistero per quanto riguarda le dinamiche che hanno portato ai guasti. Ma ogni fallimento ha contribuito a perfezionare le sonde successive, e i dati raccolti anche durante un rientro esplosivo nell'atmosfera marziana sono stati estremamente preziosi per evitare che certi episodi potessero verificarsi nuovamente in futuro.
Spirit e Opportunity sono la dimostrazione di come le sonde perdute nello spazio, distrutte nell'atmosfera di Marte o nell'impatto con il pianeta, ci abbiamo spinto verso traguardi sempre più importanti, tanto che la durata della loro missione è già stata estesa per cinque volte oltre il limite teorico di utilizzo dei rover.
Sembra che il Ghoul Galattico non esista proprio, o che abbia perso buona parte del suo appetito. Nelle ultime due decadi il tasso di successo delle sonde marziane sembra essersi impennato, anche se i fallimenti dovuti alla complessità delle missioni rimangono costantemente dietro l'angolo.Il Ghoul potrebbe essersi spostato sul nostro pianeta, dato che circa il 5% degli astronauti che hanno lasciato il nostro pianeta sono morti durante il volo. Sarà il caso di iniziare a parlare di Maledizione della Terra?
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