"ROMA - Potrebbero finire sull'Italia alcuni componenti del vecchio satellite della Nasa (l'Uars, Upper Atmosphere Research Satellite) che dovrebbe rientrare nell'atmosfera terrestre nei prossimi giorni, probabilmente venerdì. Fonti qualificate sostengono che questo è uno degli scenari che si stanno delineando nelle simulazioni effettuate dalle agenzie spaziali. Per analizzare questi scenari e mettere a punto gli eventuali interventi che potrebbero coinvolgere il sistema di Protezione civile, il capo del Dipartimento, Franco Gabrielli, ha convocato per domani mattina una riunione del comitato operativo d'intesa con l'Asi, l'Agenzia spaziale italiana.
Al momento, precisano le fonti, non ci sono dati certi ma le simulazioni della Nasa darebbero come possibile e probabile che, al momento del rientro, quando il satellite brucerà nell'atmosfera, 26 suoi componenti raggiungano il suolo in un raggio di 800 chilometri. Tra le traiettorie possibili di caduta, secondo quanto previsto dalle simulazioni, viene indicata anche l'Italia. Nella mappa messa a punto dalla Nasa si vede che il satellite passa abitualmente su Emilia Romagna, Toscana e Liguria. Ma le fonti sottolineano anche che si tratta di simulazioni al computer che dovranno essere confermate, o smentite, dall'analisi dei dati che arriveranno nelle prossime ore.
Secondo gli scienziati è probabile che all'origine del rientro dell'Uars ci sia un impatto, alcuni anni fa, con i frammenti di un altro satellite. La Nasa ha comunque assicurato che il rischio che possano
esserci danni per le persone è pari a 1 su 3.200. "Da quando è cominciata l'era spaziale alla fine degli anni '50 non si è mai registrato alcun problema a causa del rientro di satelliti o navicelle. Nessuno è mai stato colpito", hanno sottolineato fonti dell'ente spaziale americano.
In ogni caso, il Joint Space Operations Center del Comando Strategico della Vandenberg Air Force Base, in California, che da sempre segue i rientri di tutti gli oggetti mandati nello spazio e dei loro frammenti, non perderà di vista il vecchio Uars, grande quanto un autobus che per oltre 20 anni è rimasto in orbita raccogliendo informazioni preziose sulla fascia di ozono che protegge la Terra. Il Centro sarà in grado di fornire prima informazioni ogni 24 ore, quindi ogni 12 ore, poi ogni due ore prima del rientro di Uars."
Repubblica.it
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