In Italia pensionati ridotti alla fame dal fisco




Di Alessandro Mazzanti (Resto del Carlino)
Pensionati “pignorati” da Equitalia. Gente che si è indebitata, spesso commercianti con attività fallite, che si ritrova l’intero conto corrente sequestrato dalla concessionaria della riscossione dello Stato. Non un quinto della pensione, ma l’intero conto corrente.
Il che significa non avere, letteralmente, nessun tipo di entrata neanche per mangiare e pagare le bollette. O hai un parente e un amico che ti aiuta, o salti i pasti. Adiconsum Pesaro racconta la storia di uno di questi pensionati che si è ribellato e ha ottenuto una mezza vittoria: conto corrente di nuovo disponibile, ma nessun risarcimento.
“Il signor Bruno (nome di fantasia) — si legge nella ricostruzione fatta da Claudio Blasi, responsabile provinciale Adiconsum — è un pensionato, ex rappresentante di commercio, che ha chiuso la sua attività accumulando debiti con Inps e lo Stato, debiti che ora Equitalia, vuole riscuotere. Ma Bruno non è in grado di pagare. Nello scorso novembre Equitalia, come un elefante in un negozio di cristallerie, chiede il pignoramento dell’unico conto corrente bancario di cui Bruno è titolare e in cui affluisce la pensione, complice anche la recente manovra “Salva Italia” che, per ragioni di tracciabilità, costringe i pensionati a far transitare sul conto corrente l’intera pensione”.

Insomma, Equitalia pignora l’intero conto, e non solo un quinto della pensione. La motivazione consiste nel fatto che nel caso in cui su quel conto siano affluiti anche redditi extra pensione, Equitalia risulta autorizzata a sequestrare l’intero conto. “La moglie di Bruno — prosegue Blasi — disperata ci contatta, non è più in grado di pagare l’affitto, non ha più soldi per la spesa e per mangiare sono aiutati dai parenti”.
La coppia pensa a un ricorso, entra in campo la consulente legale di Adiconsum, avvocato Rossana Pacenti, rilevando che Equitalia, "ha illegittimamente trattenuto l’intera pensione di Bruno, non limitandosi appunto al quinto". Il legale fa opposizione e ottiene, dal giudice, l’annullamento dell’atto con cui si pignoravano le uniche risorse della famiglia. La quale respira. Chiede un risarcimento per il 'torto' subìto: “Una cifra simbolica — dice il legale — visto che la coppia si è vista negare praticamente il diritto alla sussistenza, garantito dalla Costituzione”.
Nonostante ciò, il giudice non concede risarcimento, evidenziando che Equitalia “non poteva sapere la provenienza delle somme accreditate nel conto corrente”. Questo è il punto: se fossero state solo derivanti dalla pensione, Equitalia si sarebbe limitata al quinto della pensione, e non all’intero conto corrente. “A questo punto — dice Blasi — ci chiediamo: siamo proprio sicuri che, con tutte le possibilità di accertamento che ha Equitalia presso banche, Enti, Istituti ecc... l’Amministrazione Finanziaria, veramente poteva non sapere?”.

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