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USA e Cina: guerra informatica in atto!

Il Guardian Ã¨ venuto a sapere che Stati Uniti e Cina in segreto sono stati impegnati in “giochi di guerra” mentre monta la rabbia di Washington per la portata e l’audacia degli attacchi informatici coordinati da Pechino contro governi e grandi imprese occidentali.
Funzionari del Dipartimento di Stato e del Pentagono, insieme ai loro omologhi cinesi, lo scorso anno sono stati impegnati in due giochi di guerra ideati per favorire la prevenzione di un’improvvisa escalation militare tra le parti nel caso che una di esse dovesse sentirsi presa di mira. Un’altra sessione è prevista a maggio.
Anche se le esercitazioni hanno offerto agli Stati Uniti l’opportunità di dare sfogo alla propria frustrazione per quello che sembra essere uno spionaggio finanziato dallo stato e una sottrazione su scala industriale, la Cina si è dimostrata bellicosa.
“La Cina è giunta alla conclusione che è cambiato il rapporto di potere, in una maniera che la favorisce,” afferma Jim Lewis, importante insegnante nonché direttore del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS), gruppo di esperti con sede a Washington.
“Il PLA [Esercito Popolare di Liberazione] è assai ostile. Considera gli Stati Uniti un bersaglio. Sentono di avere una giustificazione per le loro azioni. Pensano che gli Stati Uniti siano in declino.”
I giochi di guerra sono stati organizzati mediante il CSIS e un gruppo di esperti di Pechino, l’Istituto Cinese di Relazioni Internazionali Contemporanee (CICIR). Ciò ha consentito a funzionari del governo e dei servizi segreti USA di entrare in contatto in un ambito meno formale.
Conosciuta come “Track 1.5 Diplomacy”(Percorso diplomatico 1.5, N.d.T.), è la serie di contatti più ravvicinata che gli stati possono avere nella gestione dei conflitti senza affrontare veri e propri negoziati.
“Coordiniamo i giochi di guerra con il Dipartimento di Stato e quello della Difesa,” ha detto Lewis, il quale ha mediato gli incontri, tenutisi lo scorso giugno a Pechino e in dicembre a Washington.
“I funzionari hanno esordito come osservatori, poi sono diventati partecipanti … in modo molto simile è stata la stessa cosa da parte cinese. Dal momento che è organizzato da due gruppi di esperti, essi possono parlare più liberamente.”
Nel corso della prima esercitazione, entrambe le parti dovettero spiegare cosa avrebbero fatto se fossero state attaccate da un sofisticato virus informatico comeStuxnet, che ha messo fuori servizio le centrifughe del programma nucleare iraniano. Nella seconda dovevano spiegare la loro reazione nel caso si sapesse che l’attacco era stato intrapreso dalla controparte.
“I due giochi di guerra sono stati piuttosto sorprendenti,” ha dichiarato Lewis. “Il primo è andato bene, il secondo non tanto.”
“I cinesi sono molto astuti. Mandano persone competenti. Vogliamo trovare modi per modificare il loro comportamento … [ma] sanno di avere buone ragioni per quello che fanno. Il loro atteggiamento consiste nell’avere vissuto l’imperialismo e un secolo di umiliazioni.”
Lewis ha detto che i cinesi hanno la “percezione di essere trattati ingiustamente.”
“I cinesi hanno una profonda diffidenza verso gli Stati Uniti. Sono preoccupati del potenziale militare americano. Sono inclini a pensare che abbiamo un’ambiziosa strategia per conservare l’egemonia degli Stati Uniti e la considerano una sfida diretta.
“Coloro [tra i funzionari cinesi] che sostengono la cooperazione non sono forti quanto quelli che appoggiano lo scontro.”
La necessità di incontri è stata evidenziata negli ultimi mesi, con gli USA e il Regno Unito che hanno tentato di aumentare la pressione sulla Cina, considerata da loro la principale responsabile della sottrazione, per miliardi di dollari, di progetti e opere dell’ingegno di produttori della difesa, dipartimenti statali e società private al centro del sistema di infrastrutture americano.
Gli analisti dicono che ciò equivale alla “preparazione del campo di battaglia” e sia gli Stati Uniti che il Regno Unito hanno avvertito Pechino di aspettarsi ritorsioni nel caso ciò continuasse.
Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno precisato di avere spostato l’attenzione militare dall’Europa al Pacifico, per proteggere gli interessi americani nell’area.
“Tra i paesi attivamente impegnati nello spionaggio informatico, probabilmente la Cina è l’unico ad essere un concorrente militare degli Stati Uniti,” ha dichiarato Lewis.
“Gli eserciti cinese e americano si trovano nelle immediate vicinanze e ci sono episodi ostili … Le probabilità di errori di valutazione sono molto alte, quindi stiamo tentando di avere una netta comprensione del punto di vista di ciascuna parte.”
Lewis crede che gli Stati Uniti si stiano preparando a diventare più aggressivi nei confronti della Cina e dice che il presidente Barack Obama ha già incaricato gruppi operativi all’interno della Casa Bianca per studiare sanzioni più severe.
Senza nominare la Cina, un alto dirigente dell’FBI ha detto al Guardian che le minacce portate dagli attacchi informatici sono state preoccupanti.
“Sappiamo che le risorse degli stati stranieri sono notevoli, e conosciamo il tipo di informazioni che stanno prendendo di mira,” ha detto Shawn Henry, vice direttore esecutivo della sezione informatica dell’FBI.
“Abbiamo trovato nemici passati inosservati nelle reti per molti mesi, o in alcuni casi per anni. In sostanza hanno avuto libero accesso a queste reti … Hanno la piena capacità di sconvolgere del tutto queste reti.”
Frank Cilluffo, già collaboratore straordinario di George Bush per la sicurezza nazionale, disse che era giunto il momento per affrontare la Cina.
“Dobbiamo parlare delle capacità d’attacco per scoraggiare i fuorilegge. Non possiamo pensare che le società si difendano dai servizi segreti stranieri. Ci sono determinate cose che dovremmo fare quando qualcuno sta facendo l’equivalente cibernetico della preparazione delle informazioni  sul campo di battaglia della nostra infrastruttura energetica.
“A mio parere è arrivato il momento. Occorre dare una risposta. Quale altro motivo potrebbe esserci per riordinare le nostre infrastrutture nel caso di una crisi?
“Abbiamo un ruolo maggiore nei convenzionali mezzi militari e diplomatici . Dobbiamo mostrare loro le nostre carte. Tutte le ragioni sono sul tavolo. Penso che dobbiamo proprio iniziare a parlare di difesa attiva.”
Egli disse che gli Stati Uniti dovevano essere preventivi, altrimenti col tempo la gente avrebbe iniziato a perdere la fiducia nell’integrità di internet e dei sistemi informatici.
“Se non investo perché ho paura, se non impiego la rete perché ho paura, se si perde credibilità e fiducia in questi sistemi, allora hanno vinto i cattivi. Scacco matto.”
Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di parlare dei giochi di guerra e di dire quali funzionari vi hanno partecipato.
Un portavoce ha affermato: “Gli Stati Uniti sono impegnati a coinvolgere gli altri paesi per la costruzione di un ambiente globale in cui ogni stato riconosca e rispetti soddisfacenti regole di comportamento nel cyberspazio. In linea generale siamo impegnati con il governo cinese su questioni informatiche, in modo da trovare punti in comune su questi argomenti di sempre maggiore importanza nelle nostre relazioni bilaterali.”
Il Pentagono ha evitato di rilasciare dichiarazioni e di dire quali dei suoi funzionari hanno preso parte ai giochi di guerra.
La Cina ha sempre negato di essere responsabile degli attacchi informatici contro gli Stati Uniti e altri paesi occidentali. Dice di essere anch’essa vittima di questo genere di spionaggio.
Il ministro della Difesa cinese Liang Guanglie ha dichiarato che Pechino “si oppone fermamente ad ogni tipo di crimine informatico.”
“E’ difficile stabilire la vera origine degli attacchi e abbiamo la necessità di lavorare insieme per fare in modo che la presente questione di sicurezza non diventi un problema,” ha detto.
“In realtà anche in Cina abbiamo subito una gamma piuttosto vasta di frequenti attacchi informatici. Il governo cinese dà importanza anche alla sicurezza informatica e prende decisamente posizione contro ogni genere di crimine informatico. E’ importante per tutti osservare e seguire leggi e norme in materia di sicurezza informatica.”
Il Quotidiano del Popolo, testata cinese che più delle altre rispecchia le opinioni del Partito Comunista al potere in Cina, lo scorso anno ha detto che è irresponsabile associare la Cina alle violazioni informatiche su internet.
“Quest’anno, con il crescere degli attacchi di hacker a importanti imprese e organizzazioni internazionali, alcuni media occidentali hanno più volte raffigurato la Cina come il cattivo dietro le quinte.”
Fonte: Nick Hopkins per The Guardian 16.04.2012
Traduzione di Gabriele Picelli per www.times.altervista.org

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Sisma nel Pacifico 6,6 richter vicino lo stato insulare di Tonga

28 aprile 2012 - Tonga - Un terremoto di magnitudo 6,4 su scala richter e stato registrato dell'istituto di sorveglianza geologica USGS in pieno oceano Pacifico ad est del continente australiano,il sisma e' avvenuto alle ore 11:08 UTC ad una profondita' di 129 km,l'epicentro e' stato localizzato a 78 km ad ovest di Neiafu, Tonga.Tonga è uno stato insulare dell'Oceania. Ha una superficie di 748 km2 e conta circa 102.000 abitanti. La capitale è Nuku'alofa.
Il centro di monitoraggio del Pacifico ha emesso un allerta tsunami,ma per i momento non e' prevista nessuna onda anomala.
USGS

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Riunione Bilderberg negli USA a Giugno

28 aprile 2012 - Le voci che la città di Haifa in Israele sarebbe il luogo della prossima conferenza del Gruppo Bilderberg sarebbero fuorvianti. Il Westfields Washington Dulles Marriott hotel a Chantilly, Virginia e sede della riunione del Bilderberg nel 2002 e nel 2008, è interamente prenotato da Giovedi 31 Maggio fino al 3 giugno, ma ha camere disponibili prima e dopo queste due date. Dopo i fatti dello scorso anno a St. Moritz in Svizzera, dove i membri del Bilderberg sono stati criticati direttamente dai manifestanti dopo la decisione bizzarra di fare una passeggiata nella natura, si aspettano stavolta una conferenza notevolmente più sicura. Anche se il Marriott Westfields è molto probabile che ospiterà la riunione del Bilderberg di quest’anno, è noto che in passato sono stati prenotati numerosi alberghi come esca per sviare i giornalisti e i manifestanti. La decisione di tenere la conferenza negli Stati Uniti è direttamente collegata al ruolo chiave del gruppo nelle elezioni presidenziali. Il Bilderberg sarebbe intenzionato ad affiancare il Senatore della Florida Marco Rubio l’Obama repubblicano, a Mitt Romney. Non è da escludere anche l’inserimento di Jeb Bush al posto di Mitt Romney nel caso non raggiungesse il numero di voti necessario per la corsa alla Casa Bianca.

Su Europa, satellite di Giove, c’è una civiltà. Parola di astrofisico

Questa intervista, fatta all’astrofisico russo Boris Rodionov, apparve sul quotidiano “La Stampa” il giorno 30 gennaio 1998. I quesiti furono posti da Giulietto Chiesa. Chissà perchè non se ne parla più. Buona lettura.

“Quando ho mostrato quelle foto agli ingegneri che costruiscono i nostri oleodotti e gasdotti, la reazione e’ stata unanime: ma sono sistemi di oleodotti sotto una coltre di ghiaccio. Non avevo detto loro da dove venivano quelle foto. Pensarono che fossero foto da un satellite della Siberia, con risoluzione di nove chilometri“. Boris Rodionov, professore di micro e cosmofisica dell’Istituto Mifi (Ingegneria Fisica dell’Universita’ di Mosca), racconta la sua ” scoperta” con aria divertita. Le foto sono quelle della sonda americana Galileo, che sta ancora girando attorno a Giove, fotografando ad ogni passaggio le lune del gigante del nostro sistema solare: Io, Europa, Ganimede, Callisto. E quelle che hanno attirato l’attenzione di Rodionov, e non solo la sua, mostrano la superficie di Europa. “Strane, troppo strane per non far pensare – dice il professore -. Basta esaminarle con attenzione per escludere subito che si tratti di fessure naturali, di incrinature di tipo geologico“. Rodionov confuta in questo modo la tesi di molti planetologi, che interpretano quei segni come fratture causate dalle forze di marea esercitate da Giove: da queste fratture, secondo la tesi che Rodionov nega, uscirebbe acqua allo stato liquido, che poi si rapprenderebbe rapidamente. Quali altre ipotesi rimangono in piedi? “Due soltanto – replica Rodionov – una tecnogenetica, l’altra biogenetica. La seconda mi sembra fantastica, perche’ condurrebbe alla conclusione che quell’intricata rete di tubi e’ il sistema circolatorio di un essere vivente. La prima e’ da verificare, ovviamente, ma sta in piedi: quelle straordinarie vie di comunicazione (uso termini approssimativi per farmi capire) sono il prodotto di una civilta’. Per giunta di una civilta’ molto piu’ evoluta della nostra“. Europa e’ una delle lune di Giove. Il suo diametro e’ all’incirca di 3000 chilometri, poco piu’ piccola della nostra Luna, dunque. Non ha quasi atmosfera. 

La sua superficie e’ coperta da una lastra di ghiaccio che dovrebbe essere spessa fino a parecchie centinaia di metri. E qui cominciano le stranezze notate dal professore russo. La prima e’ che le altre tre lune di Giove sono crivellate di crateri, come lo e’ la nostra Luna, e anzi molto di piu’ perche’ l’enormita’ di Giove e’ tale da attrarre un sacco di spazzatura planetaria, centinaia di volte di piu’ della Luna e della Terra messe assieme. Europa invece presenta solo (nella parte coperta dalle foto di Galileo) tre crateri grandi e nove piccoli. Non c’e’ spiegazione per questa differenza. Guardando meglio si vede che il ghiaccio di Europa non e’ dappertutto maculato dagli urti di milioni di meteoriti che, indubbiamente, colpiscono la superficie del satellite come quella delle altre lune di Giove. Vi sono zone dove il ghiaccio appare liscio e lucente. Come se venissero svolti in continuazione “lavori di riparazione”. La fittissima rete di condotte che emerge dalle foto, sebbene ricoperta dai ghiacci, e’ talmente regolare, con interconnessioni parallele del tutto geometriche, da escludere il caso. Si tratta – dice Rodionov – di tubi, o canali della lunghezza di centinaia di chilometri, di profili diversi e diametri che possono arrivare a 200 metri, a piu’ piani. Che non si tagliano l’uno con l’altro ma si scavalcano. Sono tunnel, autostrade, abitazioni, impianti industriali? “Non lo sappiamo, ma ripeto – dice Rodionov con calma olimpica – che chiunque analizzi quelle foto concludera’ che sono prodotti artificiali“. Solo una civilta’ molto antica ed evoluta, molto piu’ della nostra, puo’ permettersi di vivere in quelle condizioni. Le uniche possibili, del resto, perche’ solo sotto uno spesso riparo di ghiaccio si puo’ evitare il bombardamento dei meteoriti e quello non meno esiziale della potente radioattivita’ che promana da Giove. Ma quelle “riparazioni” lascerebbero pensare che quella civilta’ e’ ancora in vita, non si e’ estinta. 

E’ cosi’? Rodionov non esita a rispondere affermativamente. Sono io che esito a porre la domanda successiva: ma allora come mai non hanno mai tentato di uscire all’esterno? In fondo, penso, noi appena abbiamo avuto i mezzi tecnici siamo andati fuori, nello spazio, dove le condizioni non permettono la vita. E noi stiamo da sempre interrogandoci sulla vita fuori dalla Terra. Boris Rodionov interrompe la disquisizione: “Le foto dimostrano che loro escono fuori, come lei dice. Quelle riparazioni sono fatte con acqua calda, che esiste in abbondanza nelle viscere del satellite. In secondo luogo, per quanto riguarda la loro curiosita’…forse ci conoscono gia’ abbastanza...”. Rodionov non ha l’aria di scherzare, crede negli Ufo, evidentemente, ma non e’ questo il punto. Qui a Mosca, nel suo istituto, sulla sua ipotesi nessuno ride o scherza. Nei prossimi giorni un seminario speciale sara’ dedicato alla sua analisi. Rodionov ha inviato tre cartelline di spiegazione anche a Edward Stone, direttore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e ha ricevuto una risposta interlocutoria: la Nasa sta anch’essa analizzando le foto e trova ” interessante” l’ipotesi dello scienziato russo. Si puo’ andare oltre, sulla base dei dati esistenti? Rodionov ha un piano. Cercare di stabilire un contatto laser. Sono gia’ stati elaborati diversi linguaggi nell’eventualita’ di un contatto. Siamo dentro il sistema solare e, quindi, in condizioni molto vantaggiose. “Ma – aggiunge il professore russo – il contatto potrebbe comunque non esserci. Ricordi le formiche. Allora ci puo’ servire moltissimo Galileo. Che ha ancora due anni di vita. Ci saranno altre foto, in altri momenti, da altre angolazioni. Potremo ottenere le carte in rilievo e confrontare le eventuali variazioni alla superficie delle zone lucide. Cioe’ se vi sono stati nel frattempo altri risanamenti delle ferite meteoriche. Insomma con opportune correzioni del programma scientifico di Galileo potremmo ricavare un’immensa quantita’ di informazioni. Per ora abbiamo foto di circa la meta’ di Europa. Potremo avere un quadro piu’ preciso di gran parte della sua superficie. Ma, in attesa di tutto cio’, quello che gia’ vediamo e’ sufficiente a concludere che lassu’ c’e’ una vita intelligente“.

Le meduse spengono una centrale nucleare in California!

la California e' rimasta senza energia nucleare  giovedì dopo che uno sciame di creature tipo meduse hanno provocato l'arresto della centrale nucleare del canyon  Diablo nella contea di San Luis Obispo.
I tecnici dell'impianto hanno spento il relativo reattore dell'unità 2 mettendolo offline  in risposta all''invasione  di salp, un organismo simile alle meduse che si ciba di plancton e che può riprodurrsi velocemente. I tubi della presa per l'acqua di mare sono stati bloccati dalle creature, minacciando il raffreddamento della centrale
"sono diventate così voluminose che abbiamo deciso che la cosa piu' sicura da fare nell'interesse della centrale era quello di spegnere tutto"
ha detto il portavoce Tom Cuddy che di PG&. Tale  decisione lascia la California, per un breve periodo senza l'approvvigionamento di energia nucleare, che  rappresenta circa 14 per cento della elettricita' totale dello stato americano.


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Le prossime risorse verranno dagli asteroidi

Meta ambiziosa ma interessante quella che si è data un club di miliardari americani: sfruttare le risorse minerarie degli asteroidi. A guidare la cordata c’è James Cameron, regista di Avatar e Titanic, appena riemerso dalla conquista delle fossa delle Marianne nel buio profondo del Pacifico. Ora sogna di volare nella direzione opposta, nel buio cosmico, condividendo l’operazione con Larry Page, co-fondatore di Google, Eric Schmidt, amministratore di Google, Ram Shriran ex capo di Microsoft, Charles Simonyi, due volte nello spazio come turista, e Ross Perot jr., figlio del miliardario che si era candidato alla Casa Bianca.

Lo spirito da imprenditori porta il gruppetto ad affrontare una sfida di lungo periodo. Ma il risultato che potranno ottenere è talmente soddisfacente in termini di ricavo che vedono comunque utile cominciare a investire qualche dollaro per conquistare l’ambito risultato. Per questo hanno fondato una società presentata martedì 24 aprile e dal nome inequivocabile, Planetary Resources, e coordinata da Peter Diamandis, già noto per aver creato X Prize Foundation attraverso la quale stimola imprese apparentemente impossibili. Tra queste lo SpaceShip One, l’aereo a razzo per turisti che tra poco in una versione maggiorata inizierà i voli alle soglie dello spazio.

È stato lo stesso Diamandis a precisare che anche un piccolo asteroide potrebbe contenere una quantità di platino del valore di 20mila miliardi di dollari. Ma varie altre sono le risorse minerarie che la nuova società intende sfruttare e tra queste ci sono ferro, nickel, carbonio, cobalto, silicio e anche acqua. Si è calcolato che un asteroide di 500 tonnellate contenga 80 tonnellate di metalli, 200 di silicati, 100 tonnellate di composti carboniosi e 100 tonnellate di acqua. L’argomento è oggetto di indagini da decenni ma finora le tecnologie non erano in grado di affrontare un problema tanto complicato. Ora almeno si può incominciare a parlarne in maniera seria, programmando i necessari passi tecnologici da compiere per conquistare l’obiettivo finale.

Il tutto parte da una ricerca condotta da una recente indagine effettuata dal Keck Institute for Space Studies che ha definito possibilità e vie da percorrere. L’idea è quella di valutare i cosiddetti Neo (Near Earth Objects), cioè gli asteroidi che si avvicinano alla Terra e quindi più facili da raggiungere, catturarli con una sonda automatica e portarli in orbita lunare dove sarà più facile sfruttarli. Questo nella prospettiva che fra non molto possa pure nascere una colonia abitata in permanenza sul nostro satellite naturale. L’impiego dei materiali sarà duplice: alcuni potranno essere trasferiti sulla Terra (il platino, ad esempio) altri serviranno per costruzioni nello spazio come satelliti per raccogliere l’energia dal Sole e trasmetterla sulla Terra ma anche futuri insediamenti. Sembra un volo della fantascienza (nel film Armageddon si immaginava di frantumare un asteroide minaccioso per la Terra) ma anche lo sbarco dei primi uomini sulla Luna sembrava fantastico solo cent’anni fa e ora, invece, è già un ricordo di quasi mezzo secolo fa.

Fonte: Corriere.it – Giovanni Crapara

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Dalla Democrazia allo Stato di Polizia


di Gianni Tirelli

Può accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro – In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri.
Se un individuo abile ed ambizioso, riesce ad impadronirsi del potere, in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine, è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei suoi affari privati, i più piccoli partiti possono impadronirsi dei loro diritti. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo, delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio, di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo – e ogni riferimento è puramente casuale” – Alexis de Tocqueville, da ” La democrazia in America “, 1840
Siamo talmente assuefatti all’illegalità, al sopruso, al ricatto, al raggiro e all’intimidazione che, da tempo, sono divenuti i tratti caratteriali della “moderna cultura liberista”, assimilati come nuove regole relazionali. La paura di ritorsioni, che va dal licenziamento del semplice operaio, fino alla minaccia di morte di un conduttore televisivo, di un giornalista, scrittore, di un pentito di mafia o di un giudice e suoi famigliari, hanno avvolto il nostro paese dentro un velo di totale omertà, degna del peggiore regime. Si sta prospettando la seria e non remota eventualità che presto, le democrazie occidentali trasfigurino in totalitarismi, essendosi venute a creare le condizioni ideali, capaci di innescare una tale degenerazione.

Pensare e tentare di rovesciare un tale sistema di cose, attraverso un’azione democratica fatta di leggi e di regole, al fine di ripristinare principi, valori e il comune buon senso, non solo è impraticabile, ma direi, semplicemente fantasiosa. Solo una sana e solerte rivoluzione popolare, è in grado di porre fine a una tale ingiustizia e ristabilire l’ordine delle cose! Ma nulla di tutto ciò potrà mai accadere, senza il sacrificio di vite umane.
Il livello di omologazione e di dipendenza al Sistema Potere sono a tal punto cronici, da vanificare ogni impulso rivoluzionario – impensabile in una società composta da individui monchi, più propensi all’inettitudine, riversi su se stessi, e tesi alla sola soddisfazione del loro bisogni particolari e alla soluzione di questioni meramente personali. Siamo popoli avulsi dal più remoto spirito di solidarietà, di fratellanza, di senso della comunità, e di condivisione di quei valori che sono alla base di quel processo di unità, il solo in grado di contrastare le perversioni del Potere.
La paura dell’uomo moderno (in quanto, elemento improprio di un habitat in cui non si riconosce, unita alla paura sociale relativa alla perdita del lavoro, della dignità e dell’impossibilità di provvedere con continuità a tutto ciò che il suo status gli impone), lo costringe alla rinuncia di ogni individualità e capacità critica, dentro un appiattimento di comportamenti e pensieri, condivisi per assuefazione, deresponsabilizzazione e come male minore. La paura poi di essere additato come “diverso” lo fa precipitare in uno stato di angoscia persistente, che solo un rientro nell’omologazione, può attenuare. Questo è lo spaccato delle nostre moderne società liberiste che per tale motivo, non sono in grado di dare forma alle loro aspirazioni, ne tanto meno di rinunciare alle seduzioni del Sistema.
Il relativismo culturale che le nuove generazioni erediteranno, è la più grande sciagura nella storia dell’umanità. Crederanno davvero che la contaminazione delle nostre acque, dell’aria e del territorio, sia il risultato del progresso? Che le bombe intelligenti, fatte esplodere sulla testa di persone innocenti, sia la giusta, sola e unica condizione per preservare e consolidare la libertà di tutti? Che il traffico di organi, l’uso di droghe sintetiche, gli abusi sistematici sui minori, la prostituzione dilagante, siano semplicemente i normali e logici effetti collaterali (male fisiologico) di quella medicina (la libertà), in assenza della quale le nostre società sarebbero in preda all’anarchia più totale; il prezzo da pagare per essere liberi? Che la propaganda populista e mediatica di prodotti inutili, inefficaci e dannosi, rientri nelle logiche di una società libera e che il lordume morale di cui trasudano i programmi televisivi, sia la connotazione (nel bene o nel male), del diritto alla libertà di informazione?
Siamo servi e schiavi di una realtà capovolta, e quel regime mediatico al quale abbiamo delegato ogni nostra scelta e responsabilità, muterà a breve in uno Stato poliziesco.


Fonte:http://www.oltrelacoltre.com/?p=12311

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