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Colombia: le autorita' si preparano per l'imminente eruzione del Nevado del Ruiz

21 aprile 2012 - Il governo colombiano ha emanato un allerta per l'imminente eruzione del vulcano Nevado del Ruiz a tutte le aree potenzialmente più a rischio. Il Ministero dell'interno ha ordinato ai vigili del fuoco di 19 comuni, dei dipartimenti di Caldas e Tolina, di restare in allerta dopo che il Geological Survey (SGC) ha annunciato che l'eruzione sarà probabile nei prossimi giorni o settimane.

Il livello di allarme e' stato innalzato da giallo ad arancione(medio-medio/alto), dopo che il vulcano in questi giorni è diventato sempre più attivo. La scorsa settimana una colonna di gas e vapore si è estesa a circa 1200 metri di altezza dal cratere. Il direttore nazionale per le emergenze ha avvertito che c'è urgente bisogno di uno speciale piano di evacuazione che delinei le priorita' da adottare in caso di emergenza di origine vulcanica.

L'ultima eruzione del vulcano Nevado dal Ruiz si verifico' nel 1985 e distrusse la città di Armero, uccidendo all'incirca 25.000 persone. La situazione attuale è molto difficile, non ci resta che attendere gli sviluppi.

Vicino il crollo dell'euro, Olanda proporra' referendum per tornare al fiorino!

Anche i primi della classe, qualche volta, perdono la pazienza. Troppi i soldi buttati in quel pozzo senza fondo che rischia di diventare la Grecia. L’Olanda non ci sta più. È pronta a dire addio alla moneta unica e ai suoi guai.
Proporrà un referendum per tornare all’età del fiorino. E dopo l’autunno caldo delle politiche 2013 anche la Germania potrebbe seguirla, dicono gli esperti di mercato interpellati da Panorama.it. D’altra parte dalle sue colonne il Der Spiegel sbandiera un terzo piano di aiuti per Atene. Meglio quindi prendere contromisure.
È stato il leader di estrema destra olandese, Geert Wilders, che tiene sotto scacco il governo di Mark Rutte, a rompere gli indugi: proporrà un referendum. Obiettivo: reintrodurre il fiorino. Secondo uno studio commissionato alla società britannica Lombard Street Research, la moneta unica avrebbe significato un guadagno di circa 800 euro annui in più per gli olandesi, se l’economia europea fosse stata solida.
Con la crisi quel guadagno si è trasformato in una perdita di 2.700 euro. Così dire addio al sogno dorato dell’euro non è più un tabù. E non lo sarà neanche per Berlino dopo le elezioni 2013, anticipano gli analisti. Difficile trovare rimpianti d’altra parte anche perché il salvataggio di Grecia, Irlanda e Portogallo è costato solo ad Amsterdam 127 miliardi. E potrebbe non essere finita qui.
Atene potrebbe avere bisogno di un terzo piano di aiuti da 50 miliardi di euro nel 2015, ha scritto il settimanale Der Spiegel. È stato l’ultimo rapporto compilato dalla troika Ue-Bce-Fmi, riportato dal giornale, a tracciare un quadro netto. Non c’è nessuna certezza che la Grecia torni a rifinanziarsi sui mercati fra qualche anno. Anzi, tra il 2015 e il 2020 potrebbe avere bisogno di un nuovo assegno. Si tratta di una analisi amara volutamente rimossa dal rapporto finale consegnato ai ministri delle Finanze dell’Eurozona, per volontà del governo tedesco.
Evidentemente visto da Amsterdam il tempo dei ricatti però è finito. Meglio chiamarsi fuori, prima che sia troppo tardi.

Marea nera nel Golfo del Messico: trovati gamberetti e pesci mutanti!

Uno dei più grandi disastri ambientali di tutti i tempi, la marea nera del Golfo del Messico del 20 aprile 2010, mostra forse il suo malefico effetto ritardato sulla fauna marina del golfo. Lanciano l'allarme biologici e oceanografi che si stanno occupando della situazione ecologica e ambientale dell'area interessata dal disastro della marea nera.
Si parla dello sversamento di circa 5 milioni di barili di petrolio a cui bisogna aggiungere almeno altri 7 milioni di litri di Corexit, un solvente per disperdere le chiazze oleose, sostanza delle quale non è ben conosciuta la composizione e la tossicità.
Niente di strano allora che alcuni pescatori della zona dichiarino di non aver mai visto nulla di simile a quello che cominciano a trovare nelle loro reti. A parlare è Jim Cowan del Dipartimento di Oceanografia dell'Università della Lousiana
"The fishermen have never seen anything like this," Dr Jim Cowan told Al Jazeera. "And in my 20 years working on red snapper, looking at somewhere between 20 and 30,000 fish, I've never seen anything like this either." [fonte Al Jazeera, Gulf seafood deformities alarm scientists]
"I pescatori non hanno mai visto nulla di simile,"  ha detto ad Al Jazeera il Dr Jim Cowan."E nei miei 20 anni di lavoro sul red snapper (Lutjanus campechanus), osservando qualcosa tra 20 e 30.000 esemplari, non ho mai visto niente di simile a questo."


shrimp eyeless
Ne parla diffusamente, in un lungo articolo accompagnato da un filmato e alcune fotografie, Al Jazeera:  Gulf seafood deformities alarm scientists.

Gamberi senza occhi, centinaia di delfini morti dall'inizio del disastro, gli studi sulle popolazioni di killifish (piccoli pesci dell'ordine dei Cyprinodontiformes) prima e dopo il disatro, ce n'è abbastanza per paventare una pesante ripercussione sulla fauna marina che coinvolge tutta la catena alimentare.
Secondo un commerciante di pesce della zona
 at least 50 per cent of the shrimp caught in that period in Barataria Bay, a popular shrimping area that was heavily impacted by BP's oil and dispersants, were eyeless. Kuhns added: "Disturbingly, not only do the shrimp lack eyes, they even lack eye sockets." [ Al Jazeera cit.]
almeno il 50 per cento dei gamberetti catturati in quel periodo in Barataria Bay, una zona famosa per questi crostacei,  fortemente inquinata dal petrolio della BP e dai disperdenti, erano senza occhi. Kuhn ha aggiunto: "Preoccupante è il fatto che ai gamberi non mancavano solo gli occhi, ma anche le orbite."
Non solo dall'area del disastro arrivano questi crostacei mutanti ma anche pescando lungo il Mississippi si trovano granchi senza occhi, granchi con il carapace molle, granchi sottosviluppati.

Quale sarà l'impatto di queste mutazioni sulla catena alimentare e sull'ecosistema? Sono imputabili al disastro ambientale causato dalla rottura del pozzo petrolifero della British Petroleum? Interrogativi inquietanti ai quali si cerca di dare risposta.








Fonte: Al Jazeera, Gulf seafood deformities alarm scientists
Fonti bibliografiche: voci
it.wikipedia.org/wiki/Disastro_ambientale_della_piattaforma_petrolifera_Deepwater_Horizon
it.wikipedia.org/wiki/Corexit


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Misterioso oggetto cade nella tundra siberiana

Un oggetto luminoso non identificato è caduto dal cielo in Siberia, provocando una potente esplosione. Testimoni hanno riferito di aver visto un bagliore luminoso che copriva il cielo, seguito da un oggetto luccicante che è caduto provocando uno strano suono metallico e scomparendo in lontananza. L'oggetto non identificato, hanno riferito i testimoni, è caduto nella taiga della regione di Irkutsk, nella notte di Venerdì 6 Aprile 2012. Il capo della amministrazione regionale ha detto che un gruppo di ricercatori è stato inviato ad ispezionare la zona e interrogare i testimoni.

"Saremo in grado di dire al più presto di cosa si trattava, ma solo quando avremo la certezza del luogo dove è caduto e poi cercare di analizzare la natura dell'oggetto", ha commentato il capo della regione Sergey Aleksandr.  "I ricercatori, insieme con i cacciatori sono già in viaggio con le motoslitte."
Ci sono due possibili cause dell'incidente in esame. L'oggetto può essere una parte di una meteora grande o si tratta semplicemente di detriti di un satellite.
Si ipotizza che potrebbe essere un pezzo del razzo ha recentemente lanciato la Corea del Nord.
Il direttore dell'osservatorio astronomico presso l'Università di Irkutsk, tuttavia, ha spiegato che le ricerche non hanno dato esito senza aver trovato alcuna traccia di detriti satellitari, vettori spaziali o di un meteorite.
"Di solito, questi oggetti si disintegrano completamente bruciando in atmosfera e si suddividono in frammenti molto piccoli che cadono", ha detto.
Questo non è il primo incidente di questo tipo nella zona. Il più noto, provocando un'esplosione potente, ha ricordato, è il caso della massiccia esplosione di Tunguska del 1908, causata da un meteorite di grandi dimensioni.
A marzo, un misterioso cilindro è caduto in Siberia, provocando confusione a livello nediatico. Mentre i media annunaciavano che si trattava di un frammento di satellite o di un frammento di un missile balistico, l'Agenzia Spaziale Federale Russa negava di conseguenza la proprietà dell'oggetto.

A cura della Redazione Segnidalcielo

Piogge torrenziali inondano l'Arabia Saudita!

JEDDAH: - Arabia Saudita - E di 18 vittime il tragico bilancio provocato dalle inondazioni a seguito di piogge alluvionali che hanno sommerso varie parti del paese saudita.La forza delle acque ha spazzato via tutto quello che incontrava sul suo cammino.La protezione Civile ha esortato la popolazione a non attraversare le valli che risultano alluvionate e difficilmente raggiungibili anche con gli elicotteri.







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L’Argentina in Dieci Anni dal Default al Rinascimento

Come liberarsi del Fondo Monetario Internazionale e vivere felici


Poco più di dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l’Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. 


Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all’impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all’avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina.


Il cosiddetto “corralito”, il blocco dei conti correnti bancari dei cittadini, era stato l’ultimo passo di una vera guerra economica contro l’Argentina durata quasi cinquant’anni. L’FMI era stato il vero dominus del paese dal golpe contro Juan Domingo Perón nel 1955 fino a quel 19 dicembre 2001. Attraverso tre dittature militari, 30.000 desaparecidos e governi teoricamente democratici ma completamente sottomessi al “Washington consensus”, l’Argentina era passata dall’essere una delle prime dieci economie al mondo all’avere province con il 71% di denutrizione infantile, dalla piena occupazione al 42% di disoccupazione reale, da un’economia florida al debito pubblico pro-capite più alto al mondo. 


Con la parità col dollaro, e con la popolazione addormentata dalla continua orgia di televisione spazzatura dell’era Menem (1989-1999), il paese aveva dissipato un’invidiabile base manifatturiera e tecnologica. Nulla più si produceva e si spacciava che oramai fosse conveniente importare tutto in un paese che aveva accolto, realizzato e poi infranto il sogno di generazioni di migranti e da dove figli e nipoti di questi fuggivano.


In quei giorni, in quello che per decenni il FMI aveva considerato come il proprio “allievo prediletto”, salvo misconoscerlo all’evidenza del fallimento, non fu solo il sottoproletariato del Gran Buenos Aires ridotto alla miseria più nera a esplodere ma anche le classi medie urbane. Queste, che per decenni si erano fatte impaurire da timori rivoluzionari e d’instabilità, blandire da promesse di soldi facili e convincere che il sol dell’avvenire fosse la privatizzazione totale dello Stato e della democrazia, si univano in un solo grido contro la casta politica e finanziaria responsabile del disastro: “que se vayan todos”, che vadano via tutti. Era un movimento forte quello argentino, antesignano di quelli attuali, e solo parzialmente rifluito perché soddisfatto in molte delle richieste più importanti.

I passi successivi al disastro furono decisi e in direzione ostinata e contraria rispetto a quelli intrapresi nei 46 anni anteriori. Quegli argentini che a milioni si erano sentiti liberi di scegliere scuole e sanità private adesso erano costretti a tornare al pubblico trovandolo in macerie. Al default, che penalizzava chi speculava -anche in Italia- sulla miseria degli argentini, seguì la fine dell’irreale parità col dollaro. Le redini del paese furono prese dai superstiti di quella gioventù peronista degli anni ’70 che era stata sterminata dalla dittatura del 1976. Prima Néstor Kirchner e poi sua moglie Cristina Fernández, appoggiati in maniera crescente dagli imponenti movimenti sociali, con una politica economica prudente ma marcatamente redistributiva, hanno fatto scendere gli indici di povertà e indigenza a un quarto di quelli degli anni ‘90. Al dunque l’Argentina ha dimostrato che perfino un’altra economia di mercato è possibile e dal 2003 in avanti il paese cresce con ritmi tra il 7 e il 10% l’anno.

La crescita economica è stata favorita da una serie di fattori propri del nostro tempo, dall’aumento dei prezzi dell’export agricolo all’arrivo della Cina come partner economico. Soprattutto però i governi kirchneristi sono stati, con Brasile e Venezuela, i grandi motori dell’integrazione latinoamericana, una delle principali novità geopolitiche mondiali del decennio. Le date chiave di tale processo sono due: 

- Nel 2005 a Mar del Plata, soprattutto la sinergia Kirchner-Lula stoppò il progetto dell’ALCA di George Bush, il mercato unico continentale che voleva trasformare l’intera America latina in una fabbrica a basso costo per le multinazionali statunitensi mettendo un continente intero a disposizione degli Stati Uniti per sostenere la competizione con la Cina. 

- Nel 2006 l’Argentina e il Brasile, con l’aiuto di Hugo Chávez, chiusero i loro conti col FMI:“non abbiamo più bisogno dei vostri consigli interessati” dissero mettendo fine a mezzo secolo di sovranità limitata. 

Per anni i media mainstream mondiali hanno cercato di ridicolizzare il tentativo del popolo argentino di rialzare la testa, l’integrazione latinoamericana e la capacità del Sudamerica di affrancarsi dallo strapotere degli Stati Uniti e dell’FMI. A dieci anni di distanza, tirando le somme, ci si può levare qualche sassolino dalla scarpa su chi disinformasse su cosa. Ancora un anno fa, nel momento della morte di Néstor Kirchner i grandi media internazionali – quelli autodesignati come i più autorevoli al mondo - avevano di nuovo offeso la presidente, con un maschilismo vomitevole, descrivendola come una marionetta incapace di arrivare a fine mandato. Il popolo argentino la pensa diversamente e il 23 ottobre 2011 l’ha confermata alla presidenza al primo turno con il 54% dei voti.


Cristina, e prima di lei Néstor, ad una politica economica che ha permesso all’Argentina di riprendere in mano il proprio destino, affianca una politica sociale marcatamente progressista dai processi contro i violatori di diritti umani alle nozze omosessuali. Perfino nei media l’Argentina è oggi all’avanguardia nel mondo nella battaglia contro i monopoli dell’informazione: non più di un terzo può essere lasciato al mercato, il resto deve avere finalità sociali e culturali perché non di solo mercato è fatta la società.

A dieci anni dal crollo l’Argentina sta vincendo la scommessa della sua rinascita. I paradigmi neoliberali sono sbaragliati e dall’acqua alle poste alle aerolinee molti beni sono stati rinazionalizzati per il bene comune dopo essere stati privatizzati durante la notte neoliberale a beneficio di pochi corrotti. I soldi investiti in educazione sono passati dal 2 al 6.5% del PIL e… la lista potrebbe continuare. Basta un dato per concludere: dei 200.000 argentini che nei primi mesi del 2002 sbarcarono in Italia (tutti o quasi con passaporto italiano) alla ricerca di un futuro, oltre il 90% sono tornati indietro: “meglio, molto meglio, là”.


Fonte

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Creato in laboratorio il primo DNA artificiale e' l'inizio di un umanita' sintetica?

Si chiama l'Xna, il primo Dna creato in laboratorio, chiamato Xna (ossia Acido Xeno-Nucleico, a sottolineare la sua origine non naturale). E' una sorta di parente del Dna, capace di immagazzinare informazioni e di evolversi come il Dna naturale, ma modificato in modo da avere un aspetto diverso. Descritto sulla rivista Science, il Dna artificiale è stato sintetizzato da un gruppo internazionale guidato dal britannico Medical Research Council, lo stesso laboratorio in cui nel 1952 Watson e Crick avevano scoperto la doppia elica del Dna. A differenza della cellula artificiale ottenuta nel 2010 dall'americano Craig Venter, nella quale il Dna era costruito in laboratorio ma era comunque una copia fedele del Dna naturale.
Gli scienziati stanno diventando sempre piu' bravi a costruire polimeri genetici artificiali che possono andare ad interferire con il dna e poter manipolare le informazioni genetiche di ciascuno individuo, siamo all'alba di una nuova umanita'?E chi ci dice che questo non sia gia' un processo in atto sperimentato sulla popolazione in modo clandestino con le scie chimiche?
terrarealtime

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