MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Inghilterra colpita da un emergenza siccita'!

16 aprile 2012 - Gli effetti della guerra ambientale in atto cominciano a farsi sentire in Inghilterra,dove,secondo gli esperti la siccita' durera' fino a dopo Natale,una notizia preoccupante dopo una stagione povera di precipitazioni che ha prosciugato la maggior parte dei corsi d'acqua in diciassette contee nelle zone centrali e del sud-est dell'Inghilterra.La siccita' sta mettendo a dura prova le produzioni agricole e a rischio la fauna selvatica,Secondo gli esperti difficilmente con le precipitazioni primaverili ed estive si riuscira' a riequilibrare una situazione compromessa.in un paese noto per le sue precipitazioni e l'umidita'.Il governo nazionale sta preparando un piano per fronteggiare l'emergenza idrica,un vescovo britannico ha esortato la popolazione a conservare le riserve idriche e a limitare gli sprechi.
http://news.yahoo.com/drought-england-could-last-beyond-christmas-agency-231148887.html

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Lo stato dell'Oklahoma devastato da un violento Tornado

OKLAHOMA CITY - Un violento tornado si è abbattuto sullo stato americano dell'Oklahoma provocando 5 vittime e danneggiando numerose abitazioni. Molti alberi sono caduti e le linee elettriche sono saltate. Lo riferiscono le autorità locali. Da ieri un'ondata di maltempo si è scatenata nelle Grandi Pianure ad ovest del Mississipi.

Dall'inizio dell'anno negli Stati Uniti almeno 39 persone sono rimaste uccise dai tornado che finora hanno colpito in Indiana, Kentucky, Ohio, Georgia e Alabama.
Ansa.it

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Il Fondo Monetario Internazionale ci vuole tutti morti!

Il Fondo Monetario Internazionale ci augura la morte, senza che ci sia nulla di personale ma semplicemente per fa quadrare i conti ovviamente.
Si vive troppo a lungo, il che comporta degli esborsi notevoli che gravano sul bilancio statale. Non importa se la maggioranza dei pensionati prende pochi spicci rispetto a quanto ha versato in decenni di contributi. L'entità delle somme erogate come pensione sono un insulto ai diritti umani, sono una negazione ad una vita dignitosa, quale dovrebbe essere garantita da quella cartastraccia chiamata Costituzione. Non importa se i contributi versati da milioni di lavoratori che muoiono prima di raggiungere l'età pensionabile o poco dopo averla maturata vengono requisiti e certo non devoluti alle famiglie. 
Il FMI non si domanda quanti pensionati a 250 euro al mese potrebbero beneficiare di un aumento, se solo venissero decurtati i vitalizi da faraoni dei vari Napolitano, Mastrapasqua, ex senatori e parlamentari, giudici, unitamente agli innumerevoli consiglieri che presiedono anche trenta poltrone contemporaneamente, come emerso da L'Inkiesta.

Il FMI non si pone il problema di come attraverso quell'elemosina sia assolutamente impossibile sopravvivere, pagare cure e medicine, quando non la retta di un ospizio, unitamente anche all'Imu sulla prima casa che per estorcere ulteriore denaro il regime Monti configura come seconda.

Il FMI mi dovrebbe spiegare come la Germania, la Danimarca, i paesi scandinavi riescano a godere di una potente economia pur avendo un
welfare invidiabile e realmente equo, ma il FMI è occupato ad augurare la morte agli italiani e chiunque capiti sotto la sua "tutela". Ecco un esempio di welfare in Germania “Le dico solo questo, una donna tedesca disoccupata, sola, con tre figli e un affitto di 500 euro, riceve dallo stato 1850 euro al mese. L’affitto nel caso specifico è basso, ma lo stato si impegna a pagare un affitto medio, quindi questa signora potrebbe avere di più in relazione all’affitto da pagare. Lo stato paga poi il riscaldamento e l’acqua calda” Tratto da I lupi di Einstein

Cosa succede ad una donna o uomo o coppia con figli che perdono il lavoro?
Lo sappiamo, arrivano i servizi sociali per sequestrare i figli se minori ed i genitori possono accomodarsi sulle panchine nei parchi all'addiaccio, sempre che non decidano di passare a miglior vita per la gioia del FMI.

Sarà molto lieto il FMI di sapere che in Italia ci sono 4 mila suicidi l'anno, di cui mille per ragioni economiche, che vi siano 3 suicidi al giorno, ieri un imprenditore agricolo trevigiano, un artigiano 27enne di Arezzo, perseguitato da Equitalia ed oggi è il turno di un uomo di 42 anni che lascia moglie e figlia 13enne. Si augura e spera il FMI che i titolari e dipendenti delle 50 mila aziende agricole sparite per fallimento nel 2011 insieme alle 11.615 degli altri settori seguano l'esempio?

Una nazione con un minimo di dignità e di amor proprio si sarebbe già recata nelle sedi del FMI, impegnandosi nella lotta contro parassiti come questi.
Che bei risultati per vantare tanta competenza, servivano tanti titoli e masters per conseguire questi "successi"? Siamo circondati da tanti luminari, si riuniscono nei Bilderbergers, nei G20, G8, nel WEF, all'Ecofin e questi sono i "miracoli" ottenuti da codesti figuri?

E la Sig.ra Marcegaglia, che come tutti i suoi predecessori ha fatto solo del lobbying finalizzato ad avere sempre più regalie, rovinando generazioni intere nel nome della flessibilità, della competitività e della produttività, non proferisce parola?

Secondo i loro tanto sbandierati metodi meritocratici, cosa dovremmo farne di una siffatta classe manageriale che a fronte di immensi sconti e sgravi fiscali che peraltro aggravano i conti pubblici, ottiene un crollo della produzione industriale del 6,8% su base annua?

Ma purtroppo l'italiano ancora subisce passivo questa specie di classe politica e regime di tecnici  che fa rimpiangere la vecchia nobiltà.
Fonte:http://dadietroilsipario.blogspot.it/

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Sumatra: Nuova scossa di terremoto fa tremare il fondo dell'Oceano!

15 aprile 2012 - Indonesia - E' ormai una ferita aperta la faglia che sul fondo dell'Oceano Indiano continua a muoversi a largo di Sumatra questa mattina alle ore 5:57 UTC un nuovo forte terremoto di magnitudo 6,2 e' stato registrato dall'Istituto di geofisica statunitense USGS,il sisma e' avvenuto ad una profondita' di 15,2 km.Nessun allarme Tsunami e' stato diramato dalle autorita'.
L’epicentro del sisma e’ stato localizzato 640 chilometri a sud-ovest della provincia di Aceh, colpita mercoledi’ da un terremoto di magnitudo 8,6 che inizialmente aveva provocato un’allerta tsunami, poi rientrata.

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La Russia ammassa truppe al confine con l’Iran

Secondo fonti russe bene informate, l’esercito russo prevede che un attacco all’Iran avrà luogo entro l’estate e ha elaborato un piano d’intervento per spostare soldati attraverso la confinante Georgia per stazionare in Armenia, paese confinante con l’Iran.

Il presidente del Consiglio di Sicurezza Russo (SCRF), Viktor Ozerov, ha dichiarato che il Quartier Generale dell’esercito russo ha preparato un piano d’intervento nel caso di un attacco all’Iran.

Dmitry Rogozin, il quale recentemente è stato ambasciatore russo presso la NATO, ha messo in guardia contro un’aggressione all’Iran.

“L’Iran è un nostro vicino,” ha detto Rogozin. “Se l’Iran fosse coinvolto in un intervento militare si tratterebbe di un’aperta minaccia per la nostra sicurezza.” Ora Rogozin è vice Primo Ministro russo ed è considerato anti-occidentale. Egli supervisiona il comparto della difesa russa.

Fonti del Ministero della Difesa russo sostengono che l’esercito russo non crede al fatto che Israele disponga di adeguate risorse militari per sconfiggere le difese dell’esercito iraniano, e ritiene inoltre che sia indispensabile l’intervento dell’esercito statunitense.

Il significato dei preparativi allo spostamento di truppe russe non sta soltanto nella protezione di propri interessi vitali nell’area, ma forse anche per appoggiare l’Iran nel caso di un tale attacco. Le fonti aggiungono che un’escalation militare russa nella regione potrebbe in teoria comportare che l’esercito russo coinvolga le forze israeliane, quelle statunitensi o entrambe.

Fonti bene informate dichiarano che i russi hanno avvertito delle “imprevedibili conseguenze” nel caso l’Iran venga attaccato, mentre ci sono russi i quali dicono che l’esercito russo parteciperà all’eventuale guerra, dato che essa minaccerebbe i suoi interessi vitali nell’area.

L’autorevole quotidiano russo “Nezavisimaya Gazeta” ha riportato una fonte militare russa, la quale dichiara che la situazione formatasi attorno a Siria e Iran “fa sì che la Russia acceleri il processo di perfezionamento delle sue forze militari nel sud del Caucaso e nelle aree del Mar Caspio, Mediterraneo e Mar Nero.”

Quest’ultima informazione deriva da una serie di segnalazioni e fughe di notizie da parte di portavoce ufficiali russi e agenzie di stampa governative che affermano come un attacco israeliano sia certo entro l’estate.

A causa degli effetti sugli interessi vitali russi nella regione, le fonti affermano che i preparativi a tale attacco iniziarono due anni fa, quando fu modernizzata la base militare 102 a Gyumri, in Armenia. Si dice che occupi un’importante posizione geopolitica nella regione.

Le fonti dicono che le famiglie dei militari russi in questa base armena vicina ai confini con la Georgia e la Turchia sono già state evacuate.  

“La base militare 102 è un’importante punto, l’avamposto della Russia nel Caucaso meridionale,” ha spiegato al giornale una fonte militare russa. “Occupa una posizione geopolitica molto importante, ma il Cremlino teme di dover perdere questa ubicazione.”

Queste fonti informate dicono che con il ritorno di Vladimir Putin alla presidenza russa, l’eventualità che ordini di nuovo un attacco alla Georgia come fece nell’agosto 2008 è anche diventata una possibilità.

I russi ritengono che la Georgia collaborerebbe con gli Stati Uniti per impedire che i rifornimenti raggiungano la base, ora approvvigionata principalmente per via aerea. Al momento la Georgia blocca l’unico percorso per il trasporto via terra mediante il quale potrebbero viaggiare i rifornimenti militari russi.

Il carburante per la base russa in Armenia giunge dall’Iran. Gli ufficiali russi pensano che questo valico di frontiera possa essere chiuso nel caso di una guerra.

“Può darsi che sarà necessario impiegare mezzi militari per superare il blocco dei trasporti georgiano e introdurre corridoi di trasporto diretti in Armenia,” dice Yury Netkachev, ex vicecomandante delle forze russe in Transcaucasia. La geografia dell’area indica che qualsiasi corridoio di rifornimento del genere, considerate le strade e la topografia del paese, dovrebbe attraversare la Georgia centrale, avvicinandosi alla capitale Tbilisi.

L’esercito pensa di condurre a settembre le propri esercitazioni militari annuali denominate “Kavkaz 2012.” Tuttavia, fonti bene informate dichiarano che i preparativi e il dispiegamento di equipaggiamenti e uomini è già iniziato in previsione di una possibile guerra con l’Iran.

Queste fonti rivelano che le nuove attrezzature di comando e controllo per le informazioni sui bersagli schierate nella regione sono in grado di utilizzare il sistema GPS russo, il GLONASS.

Secondo l’esperto della regione Pavel Felgenhauer della Fondazione Jamestown con sede a Washington, “pare che l’aviazione del Distretto Militare del Sud sia stata riequipaggiata quasi al 100% con nuovi jet ed elicotteri.”

Felgenhauer ha fatto notare che nel 2008, le manovre Kavkaz consentirono all’esercito russo di schierare segretamente forze che sarebbero riuscite nell’agosto di quell’anno a invadere la Georgia.

Il Ministro della Difesa Anatoly Serdyukov ha già annunciato che le nuove Spetsnaz, ovvero le unità dei Corpi Speciali, saranno dispiegate a Stavropol e Kislovodsk, ubicate nella regione del Caucaso del Nord.

Le fonti russe sostengono che l’esercito russo ritiene che se gli Stati Uniti entreranno in guerra con l’Iran, potranno dispiegare forze in Georgia e navi da guerra nel Mar Caspio grazie al possibile supporto dell’Azerbaigian, il quale ha dichiarato infatti che non avrebbe consentito l’uso del proprio territorio da parte di Israele per sferrare un attacco al vicino Iran.

C’era stata l’ipotesi secondo cui, date le migliori relazioni tra Israele e Azerbaigian, lo stato ebraico potesse impiegare basi da cui avviare attacchi aerei sui vicini siti nucleari iraniani. Di recente Israele ha accettato di vendere all’Azerbaigian attrezzature militari per 1,2 miliardi di euro.

Un’ulteriore fastidio per il presidente georgiano Mikhail Saakashvili è la prospettiva che le truppe d’assalto russe aviotrasportate, o corpo d’elite VDV, possano essere spostate nelle due province georgiane secessioniste dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. Queste due province sono state prese dall’esercito russo nel corso della guerra russo-georgiana dell’agosto 2008. In un primo momento Mosca dichiarò fossero paesi indipendenti, ma ora il Cremlino sta rivelando che possono essere annessi alla Russia.

Allo stesso modo il generale di corpo d’armata Vladimir Shamanov, comandante dei VDV,ha annunciato che i soldati russi in Armenia saranno rinforzati da paracadutisti con elicotteri d’assalto e da trasporto.

“Al reparto d’assalto russo (dalla regione transcaucasica) può essere ordinato di dirigersi verso sud per evitare il presumibile dispiegamento di basi militari americane in Transcaucasia, per collegarsi con i soldati in Armenia e impadronirsi del corridoio energetico del Caucaso del Sud con il quale gas naturale e petrolio azero, turkmeno e di altri del mar Caspio possono raggiungere i mercati europei,” ha detto Felgenhauer.

“Con un repentino intervento militare la Russia può garantirsi il controllo di tutti gli stati del Caucaso e del Caspio che costituivano il suo ex dominio, mettendo così l’Occidente, troppo assorbito dall’Iran, davanti a un fatto compiuto che non potrebbe invertire,” ha detto.

“Contemporaneamente, una piccola guerra vittoriosa unirebbe la nazione russa in appoggio del Cremlino, consentendogli di schiacciare i rimasugli del movimento filo-democratico  ‘per elezioni trasparenti’, e come premio finale l’intervento militare russo potrebbe infine distruggere forse il regime di Saakashvili.”

Putin non ha fatto mistero di disprezzare Saakashvili, e grazie al suo ritorno alla presidenza può ritenere l’eliminazione del presidente georgiano una faccenda incompiuta. Proprio come nel 2008, Putin non dovrà preoccuparsi molto di inviare soldati in Georgia, dato che ci fu una reazione tiepida degli Stati Uniti e dei paesi europei all’invasione russa e alla conseguente occupazione.

Fonte: F. Michael Maloof per Business Insider  09.04.2012

Traduzione di Gabriele Picelli per http://www.times.altervista.org/

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Forte terremoto di magnitudo 6,2 fa tremare La Terra del Fuoco

14 aprile 2012 - ANTARTIDE - Un forte terremoto di magnitudo 6,2  ha colpito il fondale oceanico del Passaggio di Drake tra il Sud America ed Antartide alla profondità di 9.9 km. L'epicentro del sisma localizzato a 358 km (222 miglia) SSE da Ushuaia, Tierra del Fuego(Terra del Fuoco), in Argentina. Il potente sisma è stato solo l'ultimo di una serie di terremoti che hanno scosso il pianeta questa settimana Indonesia,Messico,Giappone e Golfo della California le regioni che sono state piu' interessate.

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Una Potente Banca italiana prospetta l'addio all'Euro!

di Gianni Lannes

E’ prossima la fine dell’euro? L’Italia potrebbe presto rispolverare le lire? Non è un’ipotesi fantascientifica o catastrofista. A certificare l’elevato rischio del crac, nero su bianco, è un rapporto della seconda banca italiana consegnato il 4 gennaio 2012 alla Consob. L’analisi emerge da un documento ufficiale: il prospettivo informativo che ha fissato il prezzo dell’aumento di capitale a 7,5 miliardi.
«Le preoccupazioni relative all’aggravarsi della situazione del debito sovrano dei paesi dell’area euro potrebbero portare alla reintroduzione, in uno o più paesi di valute nazionali o, in circostanze particolarmente gravi, all’abbandono dell’euro» si legge nel report. Inoltre, da pagina 66 in poi: «L’uscita o il rischio di uscita dell’euro da parte di uno o più paesi dell’area euro e/o l’abbandono dell’euro quale moneta, potrebbero avere effetti negativi rilevanti sia sui rapporti contrattuali in essere, sia sull’adempimento delle obbligazioni da parte del Gruppo UniCredit e/o dei clienti del Gruppo UniCredit, con conseguenti effetti negativi rilevanti sull’attività e sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo UniCredit».
È la prima volta che un atto ufficiale di una potente banca italiana parla di una tale ipotesi decidendo di mettere in guardia i risparmiatori anche da una possibile dissoluzione della moneta unica. UniCredit poi lo fa proprio nel momento in cui ha chiesto denaro ai propri azionisti. L’Istituto bancario vale oggi la metà di quanto capitalizzava a fine ottobre 2011. Il valore della banca si aggira attualmente attorno a 8,6 miliardi. I tempi in cui l’UniCredit in Borsa valeva circa 100 miliardi (primavera 2007), sembrano appartenere ad un’epoca remota.
Un segno dei tempi che mutano. Nell’era della Guerra Fredda si sarebbe citato come evento “High Risk” un eventuale missile atomico contro la sede della Banca, mentre d’ora in poi si citerà regolarmente l’eventuale deflagrazione dell’Euro.
Del resto questi prospetti sono regolati da precise normative: risulta dunque molto più difficile e pericoloso dissimulare certi rischi che non possono più essere ignorati. Questo prospetto non ha lo scopo di rendere note le previsioni del Gruppo rispetto ai mercati, bensì di avvertire l’investitore degli eventuali rischi dell'investimento.
E per l’ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Raghuram Rajan, intervenuto sulla Cnbc, « l’area euro potrebbe non sopravvivere alla crisi così come è, ovvero come un blocco».

Balle di governo - «Monti: l’euro protegge l’Italia dai tassi. L’euro fa da scudo ai conti pubblici è grazie alla moneta unica europea se i problemi delle finanze pubbliche e l’incertezza politica in Italia non si riflettono sull’andamento dei tassi d’interesse» aveva dichiarato Mario Monti 7 anni fa (Il Sole 24 ore, 17 aprile 2005). A conti fatti da quando il cameriere di Goldman Sachs è premier, senza essere stato eletto dal popolo sovrano «il debito pubblico è aumentato di ben 59 miliardi di euro» certifica la Ragioneria dello Stato. Anche la disoccupazione non fa sconti: «oltre un milione di posti lavoro in meno tra i giovani» attesta l’Istat.

Storia insabbiata - Il primo gennaio 2002 in Italia fu introdotto fisicamente l’Euro (a livello interbancario aveva già iniziato ad essere usato dal 1999, solamente come moneta scritturale). La nuova valuta ci fu imposta dall’allora Governo Prodi, con il plauso di quasi tutta l’opposizione, “come la panacea di tutti i mali cronici della nostra nazione”. I bassi tassi d’interesse, la riduzione dell’inflazione, la stabilità dei cambi, la forza economica dei Paesi aderenti all’unione monetaria, l’eliminazione dei costi sulle transazioni valutarie dei Paesi Ue, avrebbero dato sicuramente slancio all’economia e all’occupazione del nostro Bel Paese. Per quello storico evento venne fatta anche pagare una tassa agli italiani, la “tassa sull’euro”, che non venne poi mai restituita del tutto, nonostante le promesse dei politicanti di allora.
Dopo due lustri l’Italia ha risolto, se non tutti, almeno una parte dei suoi problemi economici, finanziari e sociali? L ’esito è stato senz’altro negativo. In particolare: il costo reale della vita, ad oggi - nell’arco di 10 anni - è aumentato in media dell’85%, in alcuni settori anche del 100%, nonostante le inattendibili, inaffidabili e poco trasparenti rilevazioni dell’Istat che ci raccontavano il buon andamento dell’economia, almeno fino a quando nel 2008, anche l’Ente pubblico ha dovuto ammettere che effettivamente “il caro vita ha avuto incrementi maggiori di quelli pubblicati”. Lo Stato e le principali amministrazioni pubbliche subito dopo l’introduzione dell’euro, hanno aumentato le tariffe postali, quelle dei pubblici servizi, dei trasporti, hanno permesso l’incremento delle bollette energetiche e non hanno attuato nessun tipo di controllo sui prezzi. Ciò ha naturalmente legittimato anche le altre categorie private ad attuare le identiche manovre speculative.

Trattato di Maastricht - Le Banche Centrali delle singole nazioni europee, prima del Trattato di Maastricht, avevano un’indipendenza dal potere politico variabile tra il 40 e il 65%; attualmente, dopo l’introduzione dell’Euro, l’indipendenza si aggira intorno al 95%. Dunque, mentre nessuna influenza può giungere dal potere politico alla Bce, dai vertici monetari giungono invece ai nostri governanti continue indicazioni, parametri cui attenersi, rigidi vincoli che coinvolgono l’intera vita e l’economia delle nazioni. Inoltre, l’articolo 4 del Trattato non menziona la Bce tra le Istituzioni della Comunità (Parlamento Europeo, Consiglio, Corte di Giustizia, Corte dei Conti e Commissione); alla Bce però il Trattato conferisce personalità giuridica e lo Statuto ne riconosce la più ampia capacità di agire all’interno di ciascuno degli Stati membri. Sotto il profilo giuridico-formale, la Bce non è dunque un’Istituzione Comunitaria, ed i singoli Paesi aderenti all’Unione Monetaria non possono interferire in alcun modo con la sua politica economica; essa può quindi fissare a suo arbitrio il livello del tasso ufficiale di sconto, la quantità di denaro da immettere sul mercato, decidere la disponibilità ed il costo del finanziamento del sistema bancario e qualsiasi altra azione di sua competenza, in modo indipendente (articolo 7 del Protocollo Sebc: “Indipendenza”). Oltretutto, le riunioni del Consiglio Direttivo della Bce sono assolutamente segrete. Infine i dirigenti della Bce godono di una sostanziale immunità: non sono infatti previste, all’interno della Bce, sanzioni per comportamenti impropri degli stessi dirigenti (articolo 12 del Protocollo: “Responsabilità degli organi decisionali”). Senza esagerazioni, il Trattato di Maastricht ha fatto di loro membri intoccabili di una Società privata, autonoma e segreta, che condiziona Stati e Popoli.

Democrazia defunta - I singoli Stati dell’Unione Monetaria hanno perso la sovranità monetaria e legislativa in campo monetario. Numerose Banche Centrali sono di proprietà delle stesse Banche “controllate”. L’esempio eclatante è offerto dalla Banca d’Italia, il cui pacchetto azionario è posseduto per oltre il 90% da Banche private (Intesa-San Paolo e Unicredit-Capitalia possiedono oltre il 40% delle azioni di Banca d’Italia). A questo punto, ogni cittadino, sano di mente voterebbe per l’uscita dell’Italia dall’Euro, ma purtroppo nel Belpaese sono dichiarati anticostituzionali i referendum che hanno come oggetto materia fiscale e finanziaria. Non dimentichiamo che la classe politica, sia per ignoranza in materia, sia perché è controllata dal potere finanziario (che sponsorizza le loro campagne elettorali ed altro), è alquanto restia prendere iniziative su queste tematiche. Non è tutto: l’Italia è al 75° posto della classifica mondiale di libertà di informazione. Va in onda ogni giorni da decenni, non è un mistero, la disinformazione e chi non si adegua muore o finisce nei guai. Nello Stivale vige una forte censura da parte dei media e dei principali quotidiani (quasi tutti partecipati a livello azionario, in misura più o meno ampia, da una o più Banche) su questa materia. Allora, a quando il risveglio della coscienza collettiva ed una mobilitazione popolare che ristabilisca la democrazia?

PROSPETTO UNICREDIT

 


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