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La Teoria della Terra Cava, e' se Jules Verne avesse ragione?

Una foto di origine NASA che mostra una formazione nuvolosa sul polo nord della Terra, con uno strano buco nero…

Studiosi ed esploratori continuano a scoprire siti archeologici in cui leggenda e realtà si incontrano. Questi ritrovamenti potrebbero essere delle prove che la storia del genere umano su questo pianeta, sia molto più profonda di quanto sappiamo attualmente? C'è che crede che il segreto dell'origine umana si trovi nelle profondità della Terra, nel nucleo stesso del nostro pianeta.

Il Polo Nord, una distesa apparentemente infinita di ghiaccio artico, è avvolto nel buio per sei mesi all'anno. Qui, non c'è cibo e nessun riparo, nemmeno una grotta per proteggersi dai venti sferzanti e dalle temperature che precipitano fino a 70° sottozero. Secondo la geologia tradizionale, sotto il Polo e l'Oceano Artico si trova la crosta più rocciosa della Terra, spessa fino a 48 chilometri. Al di sotto di questo strato c'è la roccia fusa, scaldata dal nucluo rotante del pianeta, con al centro un cuore di ferro e di nichel grande come la luna.

Gli scienziati hanno dedotto queste informazioni misurando la gravità terrestre, il magnetismo e le onde sismiche. Ma nessuno ha mai visto direttamente queste zone interne del pianeta. è possibile che la superficie ghiacciata del Polo Nord nasconda un passaggio verso un mondo oltre la superficie terrestre? C'è chi crede che la risposta sia affermativa. Sono i sostenitori della teoria della "Terra Cava".

La teoria della "Terra Cava" afferma che la Terra non ha un nucleo liquido all'interno, ma che è appunto cava, cioè vuota, e sospesa nell'incavo, ci sarebbe un sole interno.




6 gennaio 1967 - foto scattate dal satellite ESSA-3 della NASA


Sorprendentemente il primo a dare credito al concetto della Terra cava è uno dei fondatori dell'astronomia moderna, Edmond Halley, conosciuto per aver scoperto la cometa alla quale è stata data il suo nome. Nel 1691, l'astronomo inglese presentò alla Royal Society di Londra la sua ipotesi, secondo la quale Terra sarebbe cava e conterrebbe altre sfere concentriche al suo interno, un pò come una Matrioska russa. Ipotizzava questo per una ragione molto pratica: il polo magnetico della Terra si sposta un pò ogni anno verso ovest e la sua teoria prevedeva una serie di sfere interne al pianeta che girano indipendentemente l'una dall'altra e dalla superficie esterna. Suggerì anche che queste sfere interne potessero essere abitate!

Nel 1818, l'ex capitano dell'esercito statunitense John Cleves Symmes Jr. annuncia che ci sono grosse aperture su ciascun polo da cui poter accedere alla terra interna. Con Symmes, l'idea della Terra cava si lega all'esplorazione dei poli. Fino ad allora, nessuno aveva mai visto l'Antartide.

Queste eloquenti immagini a colori dovrebbero essere state
scattate dalla Apollo 8.


La Teoria della Terra Cava, cattura di nuovo l'immaginazione del pubblico nel 1864, con l'uscita del secondo romanzo di Jules Verne "Viaggio al centro della Terra". Nel romanzo una guida islandese, un professore e un giovane scendono al centro della Terra. Il romanzo di Verne si sarebbe potuto chiamare tranquillamente "Viaggio al centro della geologia", materia che, insieme alla paleontologia, appassionava molto nella metà del XIX secolo e in "Viaggio al centro della Terra" se ne parla diffusamente.

Ma mentre Verne rende popolare l'idea che esistano ancora forme di vita estinte (tipo i dinosauri) all'interno della Terra, secondo alcuni ci sono delle civiltà avanzate che vivono stabilmente nelle profondità del pianeta. Costoro suppongono che questi abitanti siano in possesso di tecnologie avanzate, tra cui quella dei dischi volanti, tanto famosi presso gli appassionato di fenomeni UFO.

Ma esiste qualche prove che dimostri la veridicità di queste teorie fantastiche? Qualcuno è mai stato nel mondo interno della Terra? I sostenitori della teoria della Terra Cava rispondono di sì e sono convinti che uno di questi esploratori non era solo un luminare, ma anche un famoso pioniere dei poli. Si tratta dell'ammiraglio Richard Byrd.


Negli anni '20, Byrd fece scalpore volando sopra il Polo Nord e diventando il primo uomo a sorvolare il Polo Sud. Ma i teorici della Terra Cava credono che il famoso esploratore sia andato ben oltre, il 19 febbraio 1947, infatti, l'ammiraglio Byrd pilota un aereo attraverso un tunnel situato al Polo Nord accedendo all'interno della Terra.

Si racconta che dei velivoli simili a dischi volanti presero il controllo del suo aereo con una specie di raggio traente e lo fecero atterrare in una citta della Terra interna. L'ammiraglio Byrd entrò in contatto con delle entità aliene le quali si consideravano i "Guardiani del Pianeta". Le entità comunicarono all'ammiraglio di non approvare il modo in cui l'umnità utilizzava l'energia nucleare: pochi anni prima c'erano stati i casi di Hyroshima e Nagasaky. Quando l'ammoraglio andò a Washington, gli fu imposto di mantenere il segreto e di non diffondere per nessun motivo queste notizie.

Alcuni sostengono che il resoconto dell'Ammiraglio Byrd sul suo volo all'interno della Terra sia descritto nel suo diario segreto pubblicato negli anni '90, quasi quarant'anni dopo la sua morte. Ma gli scettici ritengono che il diario sia un falso e sottolineano come nel febbraio del 1947, nello stesso periodo in cui l'ammiraglio avrebbe visitato il mondo situato sotto il Polo Nord, in realtà partecipava ad una grossa spedizione navale chiamata High Jump, a ventimila chilometri di distanza, vicino al Polo Sud. Ma secondo alcuni, la partecipazione di Byrd a questa vasta operazione militare al Polo Sud è solo una storia di copertura che gli permise di precipitarsi dall'altra parte del pianeta senza essere seguito dai media.



Si tratta di un mito, perchè nessuno è in grado, attualmente, di dimostrare la veridicità della Teoria della Terra Cava. Tuttavia, si tratta di un mito grandioso e che potrebbe avere legami molto stretti con un nucleo storico antichissimo. Come nasce l'idea, in alcune religioni, dell'esistenza di un mondo degli "inferi", cioè inferiore, abitato da demoni e mostri? E il mito greco dell'Ade? Potrebbero esserci grandi spazi aperti all'interno della Terra in cui vivono civiltà aliene avanzate? è possibile che gli "dei" extraterrestri siano davvero venuti sulla Terra secoli fa e abbiano nascosto le prove del loro viaggio in una serie di grotte e tunnel sotterranei? Forse abbiamo appena scalfito la superficie dei misteri sotteranei del nostro pianeta. Ma se è così, quali indizi del nostro lontano passato aspettano ancora di essere scoperti?

Sorveglianza Globale, presto diventera' realta' negli Stati Uniti


Quando la realtà supera la finzione… Questo accade sempre più spesso. La griglia della sorveglianza globale continua. Il cappio del gulag che si sta preparando si serra sui popoli che continuano a giocare con i gadget messi loro a disposizione, che si dissetano con le idiozie dei media ipnotizzatori delle masse e guardano imbambolati la propaganda degli stati fantoccio assoggettati ai cartelli della finanza e delle grandi imprese.
Sull’orologio del totalitarismo mondiale è mezzanotte meno due minuti… tic, tac, tic, tac…
Minority Report: Era of Total Surveillace zooms-in on US?
Gadgets hi-tech in continua evoluzione e internet hanno portato il Grande Fratello a guardare dal buco della serratura la vita quotidiana degli americani. Ora, senza doversi preoccupare di mettere dei “bugs” nelle case per entrare, il governo può praticamente controllare tutto ciò che vuole.

La CIA ha recentemente dichiarato che sarebbe in grado di “leggere” utensili come lavastoviglie o frigoriferi con internet e forse anche con le onde radio all’esterno delle abitazioni.

I funzionari dell’agenzia di intelligence hanno detto che da qui al 2020, circa 100 miliardi di questi utensili di uso comune potranno essere collegati ad internet come lo sono ora i computers e i cellulari.

Il direttore della CIA, generale David Petraeus ha in precedenza dipinto il quadro  la caduta distopica dell’America quando ha descritto l’emergenza di  “un internet delle cose”.

“Gli oggetti di interesse saranno localizzati, identificati, sorvegliati e controllati a distanza tramite tecnologie come l’identificazione tramite frequenze radio, reti di sensori, piccoli server impiantati e collettori di dati energetici, il tutto connesso alla nuova generazione di internet, con un’elaborazione molto potente di dati a costi contenuti”, ha dichiarato Petraeus all’inizio di questo mese.

I dati digitali di ogni americano saranno presto collegati ad un enorme database localizzata nello stato dello Utah, mentre è in corso la costruzione di un data center per l’agenzia nazionale per la sicurezza del valore di 2 miliardi di dollari. Il complesso potrà raccogliere, analizzare e archiviare ogni forma di comunicazione personale, inclusi gli acquisti effettuati on-line, le chiamate fatte e ricevute sul cellulare, le ricerche su Google e, sì, i messaggi privati.

“Stanno cercando di decrittare tutti i dati. Per esempio, quando si utilizza gmail, tutte le e-mail sono criptate per défault”, ha detto Amie Stepanovitch dell’Electronic Privacy Information Center. “Il centro della NSA è costruito attorno a sistemi che decifrano i dati e rimuovono ogni protezione che potreste mettere”.

Se il più grande complesso di recupero dati o i frigoriferi connessi ad internet sono progetti per un futuro nemmeno troppo lontano, alcune tecnologie di controllo vengono già utilizzate.

“Camminate per la strada ed una telecamera che vi inquadra è capace di confrontare l’immagine, tramite una mappatura facciale, con la foto sulla vostra patente o con altre foto e certificare che eravate all’incrocio con tale strada e l’altra il giorno giovedì alle ore 15; un’altra immagine conferma che voi eravate in un certo luogo sabato scorso alle 15”, ha detto Steve Rambam, detective privato e fondatore e capo esecutivo della Pallorium Inc, una società di investigazioni private certificata. Oltre alla tecnologia di riconoscimento facciale, la polizia di New York non è che una delle tante forze di polizia che chiede ai cittadini di sottoporsi a scansione della retina prima di essere rilasciati. In questi ultimi sei mesi sono state effettuate scansioni della retina di centinaia di manifestanti del movimento Occupy Wall Street, come testimoniato da un gran numero di attivisti interpellati.

“Non vi dicono realmente il motivo. Dicono solo che è un’altra forma di identificazione ed è estremamente sgradevole avere qualcuno che vi mette una macchina vicino al viso senza che voi abbiate la minima idea non solo dei suoi potenziali pericoli sulla salute ma anche del perché veramente lo stiano facendo”, ha detto l’attivista del movimento Occupy Wall Street Christina Gonzales, arrestata durante le manifestazioni.

La scansione della retina è come un’impronta digitale high-tech, ma più veloce. I funzionari possono rapidamente identificare chiunque le cui caratteristiche univoche della retina siano nel database.

Così, se i dati biometrici, lo spionaggio robotico e la sorveglianza dello stato erano parte integrante di un film di fantascienza con Tom Cruise appena 10 anni fa, molte delle scene del  suo film “Minority Report” sono diventate realtà nella vita americana di oggi; con la vita che imita minacciosamente l’arte.

il complesso nuragico di Torralba, ricalca perfettamente la disposizione della costellazione delle Pleiadi.



È possibile che, già 3.500 anni fa, i nuragici avessero un grado di civiltà così avanzato da conoscere i fenomeni celesti? Augusto Mulas, agrotecnico di Ozieri con la passione per l’archeologia, non ha dubbi: sì. Lo dimostra, dice, il complesso nuragico di Torralba, in cui i nuraghi ricalcano perfettamente la disposizione della costellazione delle Pleiadi.
Il nuraghe Santu Antine? Come la stella Alcione, la più bella delle Pleiadi. Secondo la tesi di Augusto Mulas, autore di «Isola sacra», le torri di Torralba replicherebbero la costellazione

Il nuraghe di Santu Antine si erge imponente nella valle di Torralba in una foto di Cristiano Cani A destra Giuliana Musso ospite della rassegna di Carpe Diem
La sua tesi, di quelle destinate a far discutere, Mulas la illustra con abbondanza di esempi nel suo «L’isola sacra. Ipotesi sull’utilizzo cultuale dei nuraghi» (edizioni Codanghes, pp. 254, 20 euro) in cui per la prima volta l’ipotesi che i nuraghi potessero, fin dall’origine, essere concepiti come luoghi di culto arriva da un archeologo: lo stesso Mulas, appunto, che alle spalle ha studi classici con indirizzo archeologico e la partecipazione a numerose campagne di scavo. Il libro è stato al centro venerdì di un incontro al Caffè Savoia, allestito da Agorà Nuragica. «Già ai primi del’900 – ricorda Augusto Mulas – archeologi come Taramelli parlavano dei nuraghi come di fortificazioni». Davanti alla loro possenza – prosegue – è comprensibile che anche gli archeologi arrivati dopo, tra cui Giovanni Lilliu, propendessero per quest’ipotesi.
«Tuttavia – dice lo studioso – sono venuti alla luce nuovi materiali e fonti che avrebbero dovuto portare a conclusioni diverse». E in effetti, non molto tempo fa si è iniziato a sostenere che le torri di pietra avessero assolto anche a funzione di culto, ma solo dal decimo al nono secolo Avanti Cristo. Quasi un compromesso tra chi ha sempre parlato di quest’ultima funzione come esclusiva e chi invece insistive sul ruolo di fortezze.
«Eppure l’uso cultuale dei nuraghi è ben antecedente il IX e il X secolo» è la prima scoperta di Mulas. Lo dimostrerebbero, ad esempio, i materiali antecedenti quel periodo rinvenuti negli scavi di fondazione del nuraghe Arrubiu di Orroli, come un vaso «a uso cultuale o al massimo funerario».
Lo stesso dato emerge anche esaminando altri vasi rinvenuti nel Palmavera e nel Speranza di Alghero, o in Su Sonadori di Villasor: in ciascuno di essi sono stati ritrovati resti di cibo, di mitili, ossa di animali, spesso anche spade dal carattere indubbiamente votivo. Se a ciò si aggiungono scoperte simili fatte anche in diversi pozzi sacri, come quello di Santa Cristina, ce n’è abbastanza perché la casualità venga a crollare. E se questo non dovesse bastare, a far capire che i nuragici avevano precisi punti di riferimento sono pure alcuni comprensori territoriali: in particolare la piana di San Saturno, a Benetutti, e la valle dei nuraghi di Torralba. «Il dato più importante – dice Mulas – è che il nuraghe di Santu Antine, il più bello del sistema, corrisponde ad Alcione, la stella più bella dell’ammasso delle Pleiadi. Fu costruito in una pianura alluvionale: perché faticare tanto a spostare tutta quella terra se non per rispettare la posizione astrale?».
Ma perché proprio le Pleiadi? E poi perché quell’antico popolo, che sembra essere stato così in armonia con l’universo, realizzò quel complesso? Le risposte sono incerte, ma, dice l’archeoastronomo Mauro Zedda, sono certi gli studi di Augusto Mulas, confortati dal rigore scientifico, a cui si aggiunge il pregio di aver aperto nuovi scenari della ricerca.
Di Sabrina Zedda

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Venus Project: futuro di prosperità?

“Nella società d’oggi, raramente si sente qualcuno parlare del progresso del suo Paese o della sua società in termini di benessere fisico, felicità, fiducia o stabilità sociale. Piuttosto, le misure ci vengono presentate per mezzo di astrazioni economiche”.
“Quando riflettiamo sul concetto originale del cosiddetto sistema capitalista del libero mercato, come introdotto dai primi filosofi dell’economia come Adam Smith, vediamo che l’intento originale del mercato era basato su beni di scambio reali, tangibili, utili alla vita. Adam Smith non avrebbe mai immaginato che  il più redditizio settore economico del pianeta sarebbe stata l’arena del trading finanziario, il cosiddetto investimento, dove lo stesso denaro viene semplicemente guadagnato dal movimento di altro denaro, in un gioco arbitrario, che non possiede alcun merito produttivo per la società. Il denaro è trattato come una merce, in sé e di per sé. Oggi, in tutte le economie del mondo, al di là del sistema sociale che rivendicano, il denaro è perseguito per fare altro denaro e nient’altro. L’idea che il sistema ci propaganda è che la mera ricerca egoista di questa merce fittizia, in qualche modo, manifesterà magicamente benessere e progresso umano e sociale. La realtà, invece, è che l’interesse per l’incentivo monetario è completamente scollegato dall’interesse per la vita ed il benessere collettivo” .
[tratto dal video Zeitgeist - Moving Forward, 2011]
Abbondanza globale. È questo quello che otterremmo, se agissimo tutti con responsabilità, preservando e condividendo le risorse che ci offre questo pianeta. Abbondanza globale, non solo per pochi ma per l’intera civiltà umana, altro che fame, guerre, fast food tossici ed inquinamento ambientale.
Esiste la possibilità di cambiare lo stato attuale delle cose, in tutto il mondo. Si tratta di cominciare a lavorare per un obiettivo comune, senza fini finanziari o scopi egoistici, per creare un nuovo sistema sociale ed economico, un sistema basato sulla gestione delle risorse, la cui unica funzione sia raggiungere e mantenere il benessere sociale collettivo e che non preveda alcun sistema monetario di mercato, nessun denaro, perché, semplicemente, non ce ne sarebbe bisogno.
Il sistema di cui parlo non è uno scherzo, né un sogno od un’utopia, è reale e fattibile, ne hanno discusso scienziati, sociologi, medici ed ingegneri, come il designer e futurista statunitense Jacque Fresco, padre del famoso Progetto Venus, che vi presento in questo articolo.
Un’economia basata sulle risorse, un sistema sociale che riconosce l’efficienza della tecnologia e della meccanizzazione e che prescinde dalla necessità di possedere un sistema finanziario e quindi denaro: queste le fondamenta del Venus Project. Che cos’è? Un modello di società perfetta? È un vero e proprio esempio concreto, che dimostra quale sia l’alternativa al sistema sociale, economico, politico e finanziario in cui viviamo oggi.

Il progetto del prof. Fresco si fonda su un concetto chiave, la cosiddetta “economia basata sulle risorse”, un approccio basato sulla preservazione e la gestione responsabile delle risorse e dei processi della Terra, il cui fine è prendersi cura dell’umanità nella su interezza, nel modo più efficiente e sostenibile possibile. Il Venus Project  ha progettato quelle che potrebbero essere le città del futuro, le case, i mezzi di trasporto e le maniere più efficienti di utilizzare le fonti energetiche rinnovabili, secondo i seguenti capisaldi:
  • le risorse del mondo sono patrimonio comune di tutte le persone;
  • eliminare i confini artificiali che mantengono separate le persone;
  • sostituire le economie nazionaliste basate sul denaro con un’economia basata sulle risorse;
  • bonificare e ripristinare l’ambiente naturale;
  • ridisegnare le città, i sistemi di trasporto e le industrie, in modo che siano efficienti, puliti ed in grado di servire comodamente le esigenze di tutte le persone;
  • superare il concetto di Governi (locali, nazionali o sovranazionali) come mezzo di gestione sociale;
  • condividere l’applicazione di nuove tecnologie a beneficio di tutte le nazioni;
  • sviluppare ed utilizzare fonti d’energia rinnovabili;
  • incoraggiare la creatività come stimolo per uno sforzo costruttivo;
  • superare il nazionalismo, il fanatismo ed il pregiudizio;
  • eliminare l’elitarismo;
  • utilizzare metodologie di ricerca scientifica accurata e non opinioni causali;
  • prepararsi intellettualmente ed emotivamente per i cambiamenti e le sfide che ci attendono
[Se volete approfondire, a parte trovare diversi .pdf del Venus Project in coda a questo articolo, visitate il sito THE VENUS PROJECT].
Un sistema come quello progettato dal futurista Fresco, è disegnato con l’unico obiettivo di assicurare il benestare di tutti gli uomini sulla Terra. Nessuna costrizione o sottomissione ad una dittatura privata, che obbliga a svolgere un lavoro che non piace e nessuna lotta con debiti che non esistono.

Un sistema come questo non è solo un sogno ma la necessaria evoluzione del sistema attuale in cui stiamo vivendo, per evitare l’autodistruzione della specie umana e del pianeta. La nostra società attuale si basa sull’incentivo monetario, sulla credenza che se non esistesse alcuna forma di pressione esterna che facesse lavorare la gente, tutti resteremmo con le mani in mano a far nulla, diventando una massa informe e pigra. Non è così. Perché? “Perché il sistema di lavoro che abbiamo oggi è di fatto il generatore della svogliatezza, non il suo risolutore”.
Se riusciremo mai a creare e vivere in una società come quella proposta dal Progetto Venus, sono sicuro e penso che anche voi capirete il perché, che la gente si offrirebbe volontaria a dare il suo apporto allo sviluppo quotidiano della società in cui vive e di cui è parte, per mantenerla e migliorarla.
“Ricordate quando eravamo bambini? Eravamo pieni di vita ed interessati ad imparare cose nuove ogni giorno, creare ed esplorare. Con il tempo, il sistema ci ha spinti a concentrarci su come fare soldi, limitandoci, rendendoci ruote di un ingranaggio, che manda tutti i frutti all’1% che comanda. La gente non è di fatto motivata da una ricompensa monetaria quando si tratta di ingegnosità e di creare. La creazione stessa è la ricompensa. Il denaro serve da incentivo solo per azioni ripetitive e banali; quando si tratta di innovare, ovvero fare l’uso giusto della mente umana, l’incentivo monetario è un provato intralcio, che interferisce e distrae dal pensiero creativo. Il denaro è un falso incentivo e causa cento volte più distorsione che contributo”.
Attorno alla concezione di sviluppo ed evoluzione dell’umanità, in quest’ottica di salvaguardia e preservazione dell’ambiente, della razza umana ed animale, promossa dal Venus Project, è nata anche una corrente di pensiero, conosciuta dal 2008 con il nome di Zeitgeist.
Queste le parole di Jacque Fresco, intervistato a proposito del suo Venus Project: “non c’è nessuna filosofia o punto di vista, sia esso religioso, politico, scientifico od ideologico, con cui qualcuno non sarebbe in disaccordo. Il Progetto Venus non è né utopico, né orwelliano, non riflette sogni idealisti impraticabili ma presenta obiettivi raggiungibili, che richiedono solo l’applicazione intelligente di quello che già sappiamo. Le uniche limitazioni sono quelle che ci imponiamo noi stessi. Tutte le tecnologie presentate nel Progetto Venus si possono costruire con quello che sappiamo oggi. Ci vorrebbero circa dieci anni per cambiare la faccia della terra, per rifare nel mondo un secondo Giardino dell’Eden. La scelta sta a voi: la stupidità di una corsa agli armamenti nucleari, lo sviluppo di armi, cercare di risolvere i problemi politicamente, votando questo o quell’altro partito politico… tutta la politica è intrisa di corruzione! Lasciatemelo dire ancora una volta, il comunismo, il socialismo, il fascismo, la sinistra, la destra vogliono solo dominare gli esseri umani. A tutte le organizzazioni che credono nel migliorare la vita dell’uomo, dico: non ci sono problemi neri o polacchi, ebrei o greci o problemi delle donne. Ci sono problemi umani! Ho paura di vivere nella società in cui viviamo oggi, il capitalismo era una gran cosa circa 35 anni fa (negli anni Quaranta, ndr), quella era la fine della sua utilità. Ora dobbiamo cambiare il modo di pensare o moriremo”.

Certo, il Progetto Venus può sembrare, a tratti, esagerato… ma la sua concezione e la linea di pensiero che ne sta alla base ci devono servire, quantomeno, come ispirazione. Pensare che un futuro prosperoso per tutta l’umanità sia possibile non basta, dobbiamo cominciare a costruirlo.
La necessità attuale è quella di definire un nuovo modello socio-economico, prendendo spunto dalle idee del prof. Fresco, ad esempio, che sono in contrapposizione al modello monetario e politico in cui viviamo oggi. La crisi, le rivoluzioni e l’ingigantimento dei problemi attuali, quali le guerre e la fame, hanno già dimostrato che il modello attuale di società è superato. Dobbiamo fare il prossimo passo verso l’evoluzione.
Considerare il mondo come un unico sistema e la specie umana come una sola famiglia: questa è la chiave, non è filosofia fricchettona o politica, è il semplice saper vivere non solo pensando a sé stessi. Oggi,  tutti i Paesi dovrebbero imparare a condividere le risorse e le idee e trovare soluzioni che siano d’interesse collettivo, sempre.
Molti di voi l’avranno percepito, altri no… ma guardatevi attorno, riconoscerete che il piede si è già alzato per compiere la prima falcata.
Matteo Vitiello

Nuova Teoria Sulla Formazione della Terra



Per un secolo intero, gli scienziati sono partiti dall'assunto che la Terra ha lo stesso composto chimico del Sole (escluso l'idrogeno). Ma quest'idea è stata sfidata ora da un gruppo di scienziati della Australian National University. Ian Campbell e Hugh O'Neill, della Research School of Earth Sciences, presso l'ANU, hanno spiegato che la loro ricerca scuote la nostra comprensione della composizione chimica della Terra, dritto fino al suo cuore. La teoria che metteva in parallelo la composizione chimica della Terra e quella del Sole si basava sull'idea che tutto nel Sistema Solare in generale ha circa la stessa composizione. "Dato che il Sole rappresenta 99% del sistema solare, questa composizione è essenzialmente quella del Sole" ha spiegato il Professor O'Neill.



Dato che è più facile misurare la composizione chimica dei meteoriti condriti, i geologi planetari hanno usato a lungo queste misure precise per determinare con più precisione la composizione del Sole, e quindi la composizione anche della Terra. Da questo, gli scienziati hanno concluso che la Terra doveva avere una composizione "condrita".


Il Professor Campbell ha spiegato che questa tesi è stata sfidata molte volte.
"Recenti scoperte hanno mostrato che il frequenza di due elementi molto rari all'interno delle rocce vulcaniche sulla Terra, è molto più alta rispetto ai meteoriti condriti. Molti scienziati hanno spiegato questo argomentando che forse c'è un serbatoio nascosto di questi elementi, vicino al centro della Terra. Questo serbatoio sarebbe anche ricco di elementi che producono molto calore, come uranio, torio e potassio."


Modello della struttura interna della Terra
Il Professor Campbell ha passato vent'anni a studiare i pennacchi provenienti dal mantello: colone di roccia caldissima e fusa che si innalzano dal confine tra il nucleo della Terra ed il mantello e che sono parte del meccanismo fondamentale che rimuove calore dal centro della Terra. "Il problema con l'idea di un serbatoio nascosto è che anche se questi elementi sarebbero nascosti, dovremmo essere in grado di rilevare il calore che producono." ha spiegato lo scienziato. "Tuttavia, i pennacchi di materia che arrivano dal mantello semplicemente non rilasciano abbastanza calore perché questi serbatoi possano esistere. Di conseguenza la Terra semplicemente non ha la stessa composizione chimica dei meteoriti condriti o del Sole."
Il Professor O'Neill ha sviluppato una spiegazione riguardo al modo in cui la composizione della Terra potrebbe essere diversa rispetto ai condriti. "Si pensa che la Terra si sia venuta a formare grazie alla collisione di corpi planetari di dimensioni sempre maggiori. Nella nostra ricerca suggeriamo che quando questi corpi planetari avrebbero raggiunto una dimensione media, avrebbero già sviluppato un guscio esterno che conteneva una quantità significativa di elementi in grado di liberare calore. Durante la fase finale della formazione della Terra, questo guscio è stato perso per via di un processo chiamato "erosione per collisioni". Questo ha prodotto una Terra che ha meno elementi che rilasciano calore, e questo spiega perché la Terra non ha la stessa composizione chimica dei meteoriti condriti."
La ricerca è stata pubblicata su Nature.
http://news.anu.edu.au/?p=14281

Il Sole sta cambiando. “È alla fine di un ciclo”

Non ci sono più le mezze stagioni e anche il sole non è più quello di una volta… Non è il solito luogo comune, ma un grido d’allarme lanciato dagli scienziati. La stella che ci illumina, che ci scalda, che ci dà la vita sta cambiando- e molto rapidamente per giunta. Le sue mutazioni avranno presto effetti diretti sul nostro pianeta.


I cambiamenti climatici del Sole infatti potrebbero lasciare la Terra in balia di violente tempeste solari e soprattutto di pericolose emissioni di raggi cosmici. Il campo magnetico che circonda l’astro infatti è destinato a scemare nei prossimi anni. La prima conseguenza sarà una riduzione del numero delle macchie solari ( il che potrebbe comportare un sostanziale calo del calore emesso ed un’alterazione nel clima terrestre) e insieme delle tempeste solari, che saranno sì meno numerose, ma molto più forti e dannose.

Gli studi presentati all’ultimo Meeting Nazionale di Astronomia che si è svolto a Manchester, in Gran Bretagna, dipingono un quadro molto poco confortante del futuro prossimo venturo. E in questo caso, i Maya e le loro profezie non c’entrano. A parlare sono i dati raccolti dagli scienziati ed elaborati da un giovane ricercatore dell’Università di Reading.

Nella sua relazione, Luke Barnard è partito da quello che è definito in astrofisica il “Grand Solar Maximum ” o GSM ( “grande massimo solare”), ovvero un inusuale periodo di attività superintensa. Analizzando gli isotopi nei ghiacci perenni dei poli e i cerchi degli alberi secolari, gli studi hanno appurato che negli ultimi 9300 anni il Sole ha già attraversato 24 volte questa fase “esplosiva”.


L’ultimo ciclo, quello attuale, è praticamente coinciso con l’inizio dell’era spaziale e tra poco terminerà. Sembrerebbe una buona notizia, se non fosse per quello che accadrà in seguito. Attenuandosi il campo magnetico della nostra stella, la Terra risulterà più esposta ai raggi cosmici.

Saremo più vulnerabili, dunque. I primi a farne le spese saranno gli astronauti. Gli equipaggi delle navette spaziali rischieranno danni cellulari, nonostante gli schermi e le tute pensati apposta per proteggerli: non basteranno più. Ci potrebbero essere seri problemi anche per chi vola ad alta quota: piloti, steward ed hostess per primi, ma anche i “frequent flyer”.

Lo scenario profilato da Luke Barnard vede infatti un aumento cospicuo delle radiazioni cosmiche di almeno una volta e mezza il livello attuale nonchè l’intensificarsi delle eruzioni solari, che saranno tra le più violente degli ultimi cento anni. Oltre ad essere un pericoloso fattore cancerogeno ( favorisce il tumore della pelle), questo incremento delle emissioni solari e dei raggi cosmici influirà sulle strumentazioni elettroniche dalle quali la nostra società ormai è completamente dipendente.


“La nostra ricerca dimostra che questi problemi peggioreranno nei prossimi dieci anni“- dice il ricercatore. “I nostri ingegneri dovranno darsi molto da fare per cercare di mitigare l’impatto di questi effetti. Altrimenti rischiamo di trovarci impreparati.”


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Le case farmaceutiche creano nuovi malati

LE CASE FARMACEUTICHE SONO ORMAI TALMENTE SCHIAVE DEL DENARO
Che il loro obiettivo non è più curare le persone ma rendere le persone malate per poterle poi curare.Il mistero delle case farmaceutiche e il rapporto tra farmaci in commercio e malattie esistentiUltimamente si producono sempre più spesso farmaci, test diagnostici o apparecchiature mediche. Alcuni di questi hanno un gran valore terapeutico, molti sono solo delle copie di farmaci già esistenti o nuove fantasiose sperimentazione per malattie immaginarie. In commercio vi sono oltre 12000 specialità farmaceutiche, ma non esiste un numero sufficiente di malattie per giustificare l’esistenza di tanti medicinali. La maggior parte di essi, probabilmente, servono a combattere gli effetti di altri farmaci.
LA FORZA DEI MASS MEDIA A FAVORE DELLE CASE FARMACEUTICHE

In questi ultimi anni stiamo assistendo sempre di più alla diffusione da parte dei mass media di messaggi di paura che, quando vengono adeguatamente analizzati, si rivelano non solo ingiustificati, ma addirittura appositamente creati e gonfiati secondo un piano prestabilito. Oggi la gente è seriamente terrorizzata: le malattie o semplicemente i piccoli disturbi, sono diventati preoccupazioni all’ordine del giorno. I media bombardano giornalmente i poveri uomini di questa terra con notizie allarmanti di pandemie, epidemie, contaminazioni, facendogli credere che potrebbero essere affetti da chissà qualemalattia mortale.Non è cambiata la salute della gente, ma il modo in cui viene percepitaAl giorno d’oggi i disturbi fisici e mentali sono aumentati, il che non è dovuto ad un cambiamento della gente, o ad un aumento dei pericoli, è solo una questione di paura, fomentata attraverso i mezzi d’informazione. Ora anche la più semplice influenza diventa rischiosa. Ed eccoci così pronti ad acquistare vaccini che ci rassicurano. Ma ci siamo chiesti il motivo di quest’aumento delle patologie? Perché oggi un bambino molto vivace è definito come affetto da sindrome da deficit di attenzione? O la timidezza è diventata un disturbo sociale ansiogeno? Perché semplici modi di essere sono diventati rischiosi? Forse dietro tutto questo c’è qualcuno che dice di lavorare per il bene comune, ma la realtà è che lavora per il proprio bene.
LE COLPE DELLE CASE FARMACEUTICHE E DI COLORO CHE LE SOSTENGONO

Le case farmaceutiche sono le sole responsabili, affiancate e sostenute ovviamente da governi e organizzazioni malativose, che deliberatamente pensano a gonfiare le proprie tasche, infischiandosene della povera gente che si fida di loro. È solo una questione di soldi e interessi, nient’altro. Non importa se si fanno vaccini inutili, e a volte pure rischiosi, non importa se si cura il cancro con chemioterapia e radioterapia, entrambe cure (se così possiamo chiamarle), che nella stragrande maggioranza dei casi indeboliscono e infine uccidono la gente. A questi uomini di potere non importa.L’uomo di oggi dorme un sonno profondo.L’uomo di oggi dovrebbe cominciare a rendersene conto, dovrebbe svegliarsi, aprire gli occhi, pensare e capire che ciò che viviamo, molto spesso, è un condizionamento dei media a favore delle case farmaceutiche. Non siamo nemmeno più liberi di essere in salute e non siamo nemmeno liberi di essere malati. Attraverso la ragione e il buon senso potremmo vivere una vita tranquilla, lontana e indisturbata da paure inesistenti.

 


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