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Misteriosa moria di uccelli a Calenzano

16 feb. 2012 - Firenze - Il mistero della moria di uccelli a Calenzano. Escluso dal Comune l'avvelenamento. Altra possibile causa: scariche di corrente o le deflagrazioni dei velivoli in decollo o in arrivo dalla pista di Peretola

Escluso l'avvelenamento. Resta al momento un giallo la moria di storni a Calenzano: secondo le prime analisi gli uccelli sarebbero stati vittima di forti scariche di corrente o delle deflagrazioni degli aerei in arrivo e in partenza dall'aeroporto Peretola. Continuano le ricerche per scoprire la causa del decesso di tanti volatili che si è verificata a Calenzano negli ultimi mesi. La Asl di Prato ha inviato alcuni uccelli trovati morti al laboratorio analisi l'Istituto Zooprofilattico di Firenze.

Gli accertamenti batteriologici sono ancora in corso, ma il Comune di Calenzano anticipa in una nota ufficiale che le analisi "dovrebbero risultare negative perchè gli uccelli non presentano lesioni tipiche che avrebbero in caso di infezioni: si può affermare che non si tratta di avvelenamento perchè gli animali morti non sarebbero in gruppi, ma sparsi e inoltre non presentano i segni particolari di avvelenamento, caratteristici in caso di questo tipo di morte". Probabilmente la morte è dovuta agli urti sulle linee di alta tensione, viste le lesioni alla muscolatura pettorale, oppure sono effetto di forti deflagrazioni, dato che gli esemplari analizzati sono stati trovati nella zona dell'aeroporto, particolare che fa pensare a rumori forti e agli ultrasuoni presenti in quell'area.

Un insolito disturbo ha fatto riverberare il campo magnetico terrestre!



16 feb. 2012 - In assenza di macchie solari attive per ragioni non del tutto comprese dai previsori, un disturbo ha increspato il campo magnetico terrestre intorno al circolo Polare Articolo lo scorso 14 febbraio. L'impatto ha scatenato un focolaio di aurore che sono state osservate e fotografate. da osservatori.

Il satellite statunitense US Defense Meteorological Program ha immortalato un vortice di luci che stanziava a nord del mare di Bering.Il misterioso disturbo ha fatto riverberare il campo magnetico terrestre per l'intera giornata del 15 febbraio.
http://spaceweather.com/

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Il futuro dell'Europa è già scritto, basta saperlo leggere




Se la vostra casa stesse bruciando e qualcuno si avvicinasse a voi sussurrandovi che il dramma a cui state assistendo non è niente in confronto alla perdita del vostro intero patrimonio da qui ai prossimi quattro anni, come reagireste? 
La crisi del debito che ha colpito l'Eurozona non è affatto un evento imprevedibile, un fulmine a ciel sereno o un evento fortuito . Se ne discute pubblicamente dagli inizi del 2008, ovvero appena dopo l'esplosione della bolla speculativa americana dei mutui subprime. A parlarne allora è stato, tra gli altri, l'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti il quale, proprio in questi giorni, ha pubblicato l'ennesimo libro profetico (di cui accenneremo in seguito). Tralasciando il giudizio sul politico ed il personaggio pubblico, l'aspetto più sorprendente è la precisione chirurgica con cui Tremonti disegna il quadro internazionale attuale con ben 4 anni di anticipo e, per la precisione, proprio alla vigilia di quella che sarebbe poi divenuta la più grande crisi finanziaria della storia dopo la crisi del 1929.

E' quantomeno curioso che nel bel mezzo dello scandalo dei derivati e della finanza creativa, il primo pensiero di Giulio Tremonti fosse rivolto non tanto agli aspetti contigenti, quanto ai risvolti futuri. Si potrebbe obiettare che Tremonti sia un uomo dotato di una acuta visione storica, se non fosse che il libro del 2008 riveli e svisceri con dovizia di particolari scenari futuri, meglio di Nostradamus ed i Maya messi insieme. Libro, per inciso, il cui sottotitolo "la crisi che si avvicina" è un inequivocabile messaggio che prefigura l'avvento di un dramma ben più profondo di quello già grave in atto all'epoca. L'impossibilità nel comprendere la portata delle dichiarazioni di Tremonti in quel particolare contesto storico, è sintetizzata nella trasmissione finanziaria watchdog sul canale tematico Class Cnbc, dove la presentatrice in più occasioni cerca goffamente di riassumere il Tremonti-pensiero cadendo in una serie di storture, dovute essenzialmente all'ingenuo e spontaneo tentativo di ricollegare concetti ad ampio respiro del libro con fatti di cronaca di quel momento; un tentativo talmente inefficace da ridicolizzare quasi la professionalità della giornalista e suscitare in Tremonti atteggiamenti di profonda impazienza. 

Proprio in concomitanza con la partecipazione alle varie trasmissioni televisive per pubblicizzare il libro (i cui ricavati sono stati devoluti interamente in beneficienza), l'ex ministro ha iniziato a sdoganare al grande pubblico l'esistenza di una lobby di potere universalmente riconosciuta con il nome di "illuminati" a cui appartenevano per l'Italia, sempre secondo l'ex ministro, Prodi, Ciampi Padoa Schioppa e Veltroni. Sembrava quasi di ascoltare David Icke, scrittore brittannico, famoso per le sue teorie cospiratorie sull'esistenza di un gruppo di pazzi alla ricerca del modo di ottenere il controllo totale sul mondo. Come mai Giulio Tremonti ha accusato pubblicamente gli illuminati di aver accelerato criminalmete il processo di globalizzazione, essendo lui stesso membro della potentissima congrega di tecnocrati del Bildenberg, club esclusivo di 130 partecipanti, che si riunisce una volta l'anno a porte chiuse per decidere, a quanto si dice, delle sorti del mondo? Citanto le sue stesse parole "gli illuminati hanno governato il mondo negli anni '90...". Essendo fermamente convinti che le parole abbiano un significato ben preciso non si può trascurare il tempo del verbo utilizzato: gli illuminati, ai quali appartiene per esplicita ammissione lo stesso Tremonti, evidentemente oggi non governano più o quanto meno non sono più un problema, pertanto è possibile parlarne, poiché qualsiasi reazione sarebbe ormai inefficace.

Tornando alle dichiarazioni del 2008 del giurista italiano, esistono due correnti di pensiero in contrasto tra loro: "E' un conflitto tra Londra, il luogo del mercato che non vuole l'Europa politica e Roma che è il simbolo della tradizione culturale, morale dell'Europa" che, prosegue Tremonti, "se vuole evitare il declino demografico, il declino economico, deve spostare il suo asse di interesse dai valori secondi dell'economia ai valori primi della morale e si incorcia con la grande questione delle radici giudaico cristiane. Chi è a favore delle radici giudaico cristiane ha un'idea politica dell'Europa, chi è contro ha un'idea commerciale dell'Europa". A proposito di radici, non più tardi del 26 Gennaio 2012 il Senato approva una mozione di maggioranza sulla politica europea dell’Italia, introducendo il riferimento alle radici giudaico-cristiane nella premessa del documento, oltre alle comuni radici culturali già indicate nel testo originale. Commenta tale posizione il Prof.Diotallevi dell'Università Roma Tre: "Il rischio che noi corriamo non è di un’identità economica, ma di un’identità laicistica fondata sul potere dello Stato. Ecco perché il richiamo delle radici giudaico-cristiane è importante: relativizzando la politica introduce l’unico meccanismo di correzione dello strapotere economico, che è il meccanismo del mercato, come insegna la Centesimus annus (ndr. Enciclica di Giovanni Paolo II). Per questo, nella Caritas in veritate Benedetto XVI dice che la governance deve essere poliarchica  (ndr. si riferisce alla separazione dei poteri economico/politico/religioso) e per questo a Westminster ha sottolineato l’importanza della convergenza tra le istituzioni della cultura politica britannica e la Dottrina sociale della Chiesa". 

In altre parole, Tremonti stava dicendo la verità: esiste effettivamente un conflitto tra cultura politica britannica e Dottrina sociale della Chiesa e questo conflitto va ben oltre l'identità delle due istituzioni, rappresentando distintamente due scuole di pensiero e due visioni della società, con implicazioni dirette sulla vita di tutti noi cittadini. Solo per la cronaca, un anno dopo il discorso a Westminster e per la precisione il 30/12/2011 viene scritto un report in cui si preannuncia la morte del Papa entro un anno (ovvero entro il 30/11/2012).

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Misteriose esplosioni nella Russia siberiana diffondono il panico nelle popolazioni locali!

15 FEBBRAIO 2012 - RUSSIA - Come riferito dal Servizio Geofisico siberiano dell'Accademia Russa delle Scienze-due esplosioni, insolitamente potenti,si sono verificate nei giorni scorsi nel sud della Siberia occidentale, a poche decine di chilometri della città di Belovo, nella regione russa del Kemerovo. La prima esplosione ha avuto luogo lo scorso 9 febbraio 2012 alle ore 20:30, ed e' stata di una tale potenza che gli abitanti delle città di Belovo Prokopevsk, Novokuznetsk e Kemerovo hanno sentito tremare la terra, molti residenti presi dal panico, si sono riversati in strada, pensando che fosse un terremoto, ma il Servizio Geofisico  siberiano dell'Accademia Russa delle Scienze, escludeva la possibilità di un terremoto,e' stata come un esplosione avvenuta sulla superficie della terra, con un intensita'  pari ad un M3.6 sulla scala Richter. 12 Febbraio 2012 è stata avvertita un'altra esplosione, un po 'più debole rispetto alla precedente,verificatasi esattamente nello stesso luogo. Tutta la stampa locale ha dato grosso rilievo a questa notizia ipotizzando che si potesse trattare di esplosioni provenienti dalle vicine cave per l'estrazione di minerali o di un qualche evento tipo Tanguska oppure di sperimentazioni di armi tettoniche da parte del governo,rimane il mistero,nel frattempo e' stata interdetta la zona delle esplosioni da parte delle autorita'. - 

Un potente uragano minaccia l'Alaska!

Una Super Tempesta,potente come un vero e proprio Uragano si e' formata nello stretto di Bering e minaccia le coste dell'Alaska.Nello Stretto di Bering non è insolita la formazione di violente tempeste, capaci di scatenare mari in burrasca e abbondanti piogge e nevicate sul versante occidentale del Nord America




Una di queste, di inaudita violenza, si è formata proprio negli ultimi giorni ed è stata studiata in dettaglio dai satelliti meteorologici, come testimoniato anche da questa immagine ripresa nella giornata di ieri.
In particolare le informazioni relative a questa super tempesta stanno giungendo da un satellite, il Metop-A, gestito in collaborazione da NOAA ed ESA e assai prezioso perché posizionato in modo tale da monitorare con attenzione le latitudini più alte del nostro Emisfero, dove risulta assai limitata la copertura fornita dai più importanti satelliti meteorologici, ovvero il Meteosat europeo e i GOES americani.
Anche grazie ai dati provenienti dal Metop-A è stato possibile determinare l’esatta potenza di questa tempesta, che nella giornata di ieri si presentava caratterizzata da un centro depressionario assai profondo, con un minimo di pressione di circa 952 millibar: valori di pressione così bassi di solito si riscontrano nei cicloni tropicali intensi, quali ad esempio gli uragani, e ciò indica che la tempesta attualmente posizionata al largo delle coste alaskane è molto probabilmente accompagnata da venti a oltre 120 chilometri orari.

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La vita ebbe origine sulla terraferma?


Cosa abbiamo imparato fino ad oggi sulla nascita della vita sulla Terra? Lasciando da parte alcune delle teorie più affascinanti, come la panspermia, i libri di scuola ci hanno abituato a questo scenario: microscopiche forme di vita che emergono, si nutrono, si riproducono e si evolvono all'interno di un brodo primordiale, un mix di acqua e sostanze nutrienti che si suppone fosse presente negli oceani di qualche miliardo di anni fa.

La teoria del brodo primordiale non si basa soltanto sul celebre esperimento di Stanley Miller, ma anche sulle recenti scoperte di vere e proprie oasi della vita sui fondali marini, osservabili nei pressi di fumarole subacquee.

Una nuova ricerca, tuttavia, sembra mettere in dubbio la classica teoria del brodo primordiale escludendo la possibilità che le prime forme di vita possano essere emerse negli oceani del pianeta. E' più probabile, invece, che i primi microrganismi si siano evoluti all'interno di pozze di fango vulcaniche.

Secondo Armen Mulkidjanian, biofisico della University of Osnabrück, il liquido cellulare racchiuso all'interno della membrana della maggior parte degli organismi viventi è totalmente differente da ciò che ci aspetterebbe da forme di vita nate ed emerse in acqua.

Le pozze vulcaniche, invece, conterrebbero alti livelli di potassio coerenti con quelli riscontrati all'interno del fluido cellulare. Se la vita fosse sorta negli oceani, sarebbe più logico trovare all'interno della membrana cellulare elevate quantità di sodio. "Per le cellule, sintetizzare le proteine, le loro macchine molecolari, necessita di moltissimo potassio. Il sodio blocca queste attività" spiega Mulkidjanian. "La vita non può sopravvivere senza sintetizzare proteine, per cui deve mantenere alti i livelli di potassio".

Le cellule moderne sono fornite di piccole pompe (pompe sodio-potassio) con la funzione di espellere il sodio in eccesso per evitare di bloccare il meccanismo di sintesi delle proteine. Le prime cellule viventi, tuttavia, non disponevano di questo sistema di regolazione del sodio, ma erano provviste di una membrana cellulare che faceva ben poca distinzione tra le varie sostanze che riuscivano a penetrare all'interno delle pareti.

Una membrana così permeabile si traduceva in organismi estremamente dipendenti dalle condizioni ambientali in cui vivevano: l'introduzione di piccole quantità di sodio nell' ambiente avrebbe potuto mettere in seria crisi la loro stessa sopravvivenza, e il rapporto tra sodio e potassio sarebbe dovuto essere in favore del secondo elemento per consentire a queste cellule di continuare a prosperare.

Il mare primordiale, al contrario, conteneva sodio e potassio in rapporto di 40 a 1, una quantità tale da uccidere qualunque forma di vita delle origini. Mulkidjanian e i suoi colleghi si sono quindi posti questa domanda: se i primi organismi viventi non si sono evoluti in acqua, quale sarebbe stato il loro habitat ideale?

Mulkidjanian, con l'aiuto di geologi in grado di fornire un quadro più chiaro della Terra di 4 miliardi di anni fa, è giunto alla conclusione che il miglior habitat per le prime forme di vita del pianeta sarebbe stato un campo geotermico, pozze di fango come quelle osservabili allo Yellowstone National Park.

"Le pozze di fango si formano dove il vapore fuoriesce della terra e si condensa, trasportando molte sostanze minerali, potassio incluso. Sembrano come limo che sgorga dal terreno, e sarebbero state ottime incubatrici per le prime cellule viventi".

Ciò che fino ad ora ha fatto scartare l'ipotesi delle pozze di fango è la presenza di potenti acidi, potenzialmente letali per qualunque forma di vita nota. Uno di questi, l'acido solforico, si forma quando l'acido solfidrico prodotto dall'attività vulcanica si lega con l'ossigeno dell'atmosfera.

L'elemento principale di questo scenario è la scarsa quantità di ossigeno presente sulla Terra primordiale: al tempo, la nostra atmosfera era satura di anidride carbonica, e il poco ossigeno avrebbe impedito la formazione di grandi masse di soluzioni acide, favorendo lo sviluppo dei primi esseri viventi.

"La gente è spaventata dalle condizioni di forte acidità, ma la Terra del tempo conteneva ben poco ossigeno nell'atmosfera. Questi ambienti anossici sono rimasti stabili per milioni di anni, e hanno probabilmente contribuito a supportare le prime forme di vita terrestri".

La Terra innevata assomiglia ad Europa!

Una immagine vale più di 1000 parole. Ed è proprio grazie ad una immagine che proponiamo un insolito (ed eccessivo) parallelo tra il gelo che ha colpito in questi giorni il nostro paese e le condizioni climatiche ben più estreme di Europa, la Luna di Giove.


Nel montaggio di oggi, compare in grande una recentissima immagine del nostro paese innevato catturata dallo strumento MERIS a bordo di Envisat dell’ESA il 13 Febbraio scorso. Nel box sulla destra, contornato di rosso, una immagine storica (nella stessa scala) della superficie di Europa, realizzata il 27 Giugno 1996 dalla sonda della NASA Galileo. L’immagine inquadra una porzione equatoriale della superficie di Europa da una distanza di 156,000 chilometri e mostra come un parallelismo tra la luna ghiacciata e le zone ad alta latitudine del nostro pianeta non sia così peregrino.

Europa è infatti ricoperta di una crosta di ghiaccio, spessa oltre 100Km (secondo i modelli basati sulla densità) sulla quale sono evidenti delle grandi fratture (le linee nere e circolari ben visibili nell’immagine) che dividono la crosta in veri e propri “iceberg” che si separano e si muovono proprio come accade nei nostri mari del nord. Un parallelismo, questo tra Europa e ghiacci terrestri, alla base degli studi scientifici più recenti.
http://www.media.inaf.it/2012/02/13/emergenza-neve-e-la-terra-assomiglia-a-europa/

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