MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Inferno in mare davanti alla costa della Nigeria!

7 febbraio 2012 - Disastro davanti alla costa della NigeriaUn pozzo di gas è in fiamme da settimane,la scelleratezza dell'uomo continua a mietere distruzione e morte sempre in nome dello sterco del demonio!!!

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L'USGS monitora i campi magnetici terrestri per preparare i cittadini alle tempeste magnetiche

Chiunque ha familiarità con i fenomeni meteorologici sulla Terra come pioggia, vento e neve. Ma la meteorologia spaziale - condizioni variabili nello spazio circostante la Terra - ha importanti conseguenze per la nostra vita all'interno dell'atmosfera terrestre. L'attività solare che si verifica a migliaia di chilometri fuori dell'atmosfera terrestre può scatenare tempeste magnetiche sulla Terra. Queste tempeste sono incredibili da vedere, ma possono bloccare la nostra tecnologia. Il 19 gennaio, gli scienziati hanno visto una forte luminescenza in una regione attiva del Sole, insieme ad una esplosione concentrata di energia solare-eolica, una espulsione di massa coronale rilasciata dalla superficie del Sole e che sembrava essere diretta verso la Terra.
Quando questi venti solari hanno incontrato il campo magnetico terrestre, l'interazione ha creato una delle più grandi tempeste magnetiche sulla Terra registrato negli ultimi anni. La tempesta ci ha raggiunto il 24 gennaio, e immediatamente ne è iniziata un'altra. "Queste nuove tempeste, e la tempesta a cui abbiamo assistito il 26 settembre 2011, indicano una umento di attività e di itnerazione con la Terra nel prossimo massimo solare", ha detto USGS geofisico Jeffrey Love."Questa massimo solare è il periodo di maggior attività del ciclo solare, e si prevede che si verifichi nel 2013, aumentando la quantità di tempeste magnetiche sulla Terra."

Mentre questa tempesta particolare ha avuto conseguenze minori sulla Terra, altri grandi tempeste passate hanno avuto un notevole impatto, racconta Love. Egli ha osservato che la più grande tempesta del 20 ° secolo si è verificato nel marzo del 1989, accompagnato da aurore che potevano essere viste dall'estremo sud del Texas e ha inviato le correnti elettriche nella crosta terrestre che hanno danneggiato la linea dell'alta tensione canadese Hydro-Quebec. Questo ha lasciato più di 6 milioni di persone senza corrente elettrica per 9 ore. La stessa tempesta ha danneggiato anche e il funzionamento dei satelliti, sistemi GPS, e sistemi di comunicazione radio utilizzato dai militari degli Stati Uniti. Ma la tempesta del 1989 è nulla in confronto a quello che si è verificato nel mese di settembre 1859 ed è la più grande tempesta mai registrata nella storia. Gli scienziati stimano che l'impatto economico negli Stati Uniti da una tempesta delle stesse dimensioni nella società di oggi potrebbe superare 1.000 miliardi dollari a causa di sistemi tecnologici che potrebbe danneggiare.
L'USGS, uno dei partner della multi-agenzia National Space Weather Program, raccoglie i dati che possono aiutarci a capire come tempeste magnetiche possono influenzare gli Stati Uniti. Il monitoraggio costante del campo magnetico terrestre ci permette di valutare meglio l'impatto di questi fenomeni sulla superficie terrestre. Per fare questo, il programma di Geomagnetismo USGS mantiene 14 osservatori in giro per gli Stati Uniti che forniscono misurazioni al suolo dei cambiamenti nel campo magnetico. Queste misurazioni sono utilizzati dal Centro Spaziale NOAA Weather Prediction e la US Air Force Weather Agencyto traccia l'intensità delle tempeste magnetiche generate da questa attività solare. Oltre a fornire i dati ai propri clienti, l'USGS produce modelli del campo magnetico della Terra che vengono utilizzati in una miriade di applicazioni, tra cui i ricevitori GPS, militari e civili, sistemi di navigazione e nella ricerca per studi sugli effetti delle tempeste geomagnetiche sulla ionosfera (un guscio di elettroni e gli atomi e le molecole elettricamente cariche che circondano la Terra), l'atmosfera, e lo spazio circostante.

Scienziati russi scoprono una misteriosa struttura metallica sul fondo del lago Vostok


Gli scienziati lo stanno studiando ormai da diversi anni, tuttavia le sorprese non mancano. Si tratta dei misteri celati dal lago Vostok, un bacino sotterraneo del continente antartico scoperto negli anni Settanta, vecchio di almeno 20 milioni di anni ed esteso più o meno come il lago canadese Ontario: 250 km di lunghezza per circa 50 di larghezza, profondo oltre mille metri e ricoperto da strati di ghiaccio fra i quali i più recenti risalirebbero ad almeno 12mila anni fa, ovvero più di 3.000 metri di spessore glaciale, dove dopo oltre trent'anni di lavoro, le trivelle russe hanno finalmente terminato l'impiego. Ed è solo uno dei 70 laghi sotterranei presenti nel bacino antartico.
Un territorio già di per se caratterizzato da un alone di mistero, al quale si aggiungono altrettanto misteriosi accadimenti nel corso degli ultimi anni, come la sparizione - senza lasciare traccia - della squadra di ricercatori che attualmente era assegnata allo studio del territorio in questione, riapparsa d'improvviso, dopo oltre una settimana di assoluto silenzio.
Con il termine dei lavori di perforazione ed il raggiungimento della superficie del lago sotterraneo, iniziano ora gli studi scientifici. Gli esperti dicono che il lago potrebbe celare un tesoro biologico la cui scoperta equivarrebbe al raggiungimento della Luna. Certamente - dicono gli scienziati - l'acqua del Vostok può essere considerata di una purezza senza pari al mondo, totalmente incontaminata rispetto all'ambiente terrestre, con le caratteristiche di un ecosistema e forme di vita risalenti ad almeno 20 milioni di anni indietro nel tempo. Si pensi che in alcune zone del lago, la temperatura dell'acqua misura circa 30°. Come si spiega? Secondo gli scienziati, il lago è situato in una zona dove la crosta terrestre è più sottile, da qui l'acqua temperata. Di fatto, le acque del Vostok potrebbero celare forme di vita aliene rispetto all'ambiente odierno. In sostanza: un mondo sconosciuto, una sorta di "endopianeta" in cui il ciclo dell'acqua potrebbe essere completo, e con forme di vita complesse. Sicuramente con forme di vita batteriche.
Con tutto ciò, i ricercatori hanno espresso anche l'ipotesi che questo sistema, fermo a 20 milioni di anni fa, potrebbe non essere compatibile con il mondo di oggi. Un qualche elemento proveniente dall'esterno potrebbe anche pregiudicare l'equilibrio esistente e sterminare letteralmente le forme di vita contenute.
Per questo, le operazioni di analisi delle acque del Vostok dovranno essere effettuate con la massima cautela. A tale proposito è già stato messo a punto un sistema per cui l'acqua da analizzare verrà prelevata tramite un foro attraverso cui la pressione spingerà il liquido verso l'alto.
Uno studio particolare verrà poi dedicato alla singolarissima atttività magnetica. Nella zona sud-occidentale del lago, i ricercatori hanno individuato la presenza di una fortissima anomalia magnetica, al momentio inspiegabile, estesa per una superficie di 105km per 75. Alcuni rilevamenti hanno evidenziato la presenza di un elemento metallico di grandi dimensioni, di forma circolare o forse cilindrica alla base del lago.
Gli appassionati di ufologia si dicono convinti che questa presenza potrebbe rivelare un gigantesco disco volante rimasto intrappolato nei ghacci. E' comunque un fatto che tale elemento sia di natura solida, dal profilo regolare, e che sul luogo sono già intervenuti gli addetti della sicurezza nazionale americana (NSA) che ha secretato l'intera zona e vietato l'accesso a chiunque non sia espressamente autorizzato.

Esplode filamento magnetico sul versate frontale del sole,CME in arrivo!



6 Febbraio 2012 - Dopo un fine settimana relativamente tranquillo,il sole ha ricominciato la sua attivita' Lunedi mattina lanciando una luminosa espulsione di massa coronale (CME) nello spazio.Il Solar and Heliospheric Observatory ha registrato la nuvola di plasma in espansione dalla superficie solare.
Nuove immagini catturate dal Solar Dynamics Observatory mostrano che l'evento e' avvenuto sul versante frontale la terra,l'esplosione e' stata generata da un filamento magnetico si e' innalzato dalla superficie del sole per poi spezzarsi ed esplodere.Restate sintonizzati per aggiornamenti sull'evolversi della situazione...
http://spaceweather.com/

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Sale l'allerta sismica nelle Filippine,53 vittime e numerosi dispersi!


6 febbraio 2012 - Manila - E' di almeno 53 vittime, e numerosi dispersi, il bilancio della forte serie di terremoti che hanno colpito l’arcipelago delle isole Visayas nelle Filippine.
Secondo i rilievi del servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs), il sisma ha avuto epicentro tra le isole di Negros, dove sono crollati diversi edifici, e l’isola di Cebu. Nella città di Cebu, la seconda del Paese con 2,3 milioni di abitanti, la scossa ha fatto tremare violentemente i palazzi,gettando nel panico la popolazione.
Il centro allerta tsunami del Pacifico (Ptwc) non ha emesso alcun allarme tsunami anche se onde di grosse dimensioni si sono abbattute sulle coste di alcune citta' nelle vicinanze senza pero arrecare alcun danno.


L'arcipelago delle Filippine,come il Giappone,e' situato su una delle zone con la piu grande instabilita' tettonica di tutto il pianeta Terra,ma a differenza del Giappone,le Filippine sono sotto una destabilizzazione geologica dovuta ai movimenti delle placche su diversi fronti.Le due placche principali quella Euroasiatica e quella del Pacifico,convergono creando delle forti tensioni che poi vanno a riverberarsi sulla serie di microplacche che scorrono lungo tutto l'arcipelago dell Filippine originando cosi' forti terremoti.

Svelato il mistero degli elettroni scomparsi

C'è un mistero che riguarda il nostro pianeta, il Sole, la fisica delle particelle e la sicurezza dei satelliti in orbita. E finalmente, dopo oltre 50 anni, sta per essere risolto grazie ai ricercatori dell'Università della California a Los Angeles (Ucla). Si tratta della sparizione improvvisa di elettroni ad alta energia dalle zone esterne alla Terra in cui si trovano confinati, le cosiddette fasce di van Allen: regioni dalla forma toroidale che circondano il pianeta e dove, a causa dell'interazione con il campo magnetico terrestre, rimane "intrappolata" una grande quantità di elettroni dotati di un'energia così elevata da muoversi quasi alla velocità della luce.
Grazie ai dati raccolti dalle prime sonde spaziali messe in orbita, già negli anni Sessanta si era notato che le fasce di van Allen tendono periodicamente a rimpicciolirsi e addirittura a spopolarsi di particelle, in risposta alla variazione di energia che arriva dal Sole. La nostra stella produce infatti un continuo flusso di gas di particelle cariche (il vento solare) e, in certi casi, proietta nello Spazio notevoli masse di corona solare. Quando questi strati magnetizzati arrivano nella vicinanze del nostro pianeta possono disturbare il campo magnetico terrestre, creando vere e proprie tempeste geomagnetiche.
È a causa di tempeste di questo tipo che gli elettroni spariscono dalle fasce di van Allen, lasciandole quasi vuote. Fatto, questo, alquanto sorprendente, dal momento che ci si aspetterebbe l'esatto contrario, cioè che le particelle cariche in arrivo dal Sole aumentino piuttosto che diminuire la quantità di elettroni intrappolati.
Dove finiscono dunque questi elettroni e perché spariscono? Tra le varie ipotesi avanzate vi era quella che venissero spinti verso l’atmosfera terrestre o che non sparissero realmente ma, piuttosto, che perdessero energia, rendendo difficile la loro rilevazione.
Finalmente i ricercatori della Ucla svelano parte dell'arcano in un articolo su Nature Physics: con l’aiuto di una rete di satelliti posizionati in orbita intorno alla Terra, sono stati in grado di monitorare da più punti di osservazione una piccola tempesta geomagnetica avvenuta il 6 gennaio 2011. Durante quell'evento si è registrata la consueta sparizione degli elettroni, ma non si ne è osservato alcun flusso verso l'atmosfera terrestre; ci sono invece dati consistenti con l'ipotesi che vuole queste particelle spinte verso lo Spazio interplanetario.
“Questa scoperta rappresenta un’importante pietra miliare verso la comprensione dell’ambiente che circonda la Terra”, ha affermato Drew Turner, il ricercatore dell’Ucla che ha guidato lo studio. Sebbene possa apparire come un semplice dettaglio, la conoscenza dell'esatta dinamica di questi elettroni rappresenta un passo cruciale per la protezione dei satelliti che orbitano in questa regione. Durante la cosiddetta tempesta di Halloween del 2003, più di 30 satelliti riportarono infatti malfunzionamenti e uno venne totalmente disattivato. E con l'avvicinarsi del picco di attività solare nel 2013, le tempeste magnetiche diverranno sempre più frequenti.
Per uno studio ancora più dettagliato, è tuttavia necessaria la cooperazione di un maggior numero di sonde spaziali, in grado di monitorare passo passo la traiettoria di queste particelle. Questa sarà la missione delle Radiation Belt Storm Probes, il cui lancio è previsto per il 2012 e che si spera svelino finalmente anche le cause alla base di questo fenomeno.

Ecuador: nuova esplosione sul vulcano Tungurahua!

Il vulcano Tungurahua è esploso di nuovo, causando problemi nell’ambiente circostante, in Ecuador. Il cratere ha iniziato la registrazione di un perenne tremore sismico alle 04:40 di ieri, e un'ora dopo, le esplosioni hanno avuto inizio, come registrato dall’ Istituto Geofisico della Scuola Nazionale Politecnico, che ha riportato di un boato di quasi 5 minuti, sentito fino a Palictahua, una città situata 14 km a nord ovest del vulcano.


Essi hanno inoltre riportato caduta di ghiaia dalle dimensioni di un granello a Banos, Pillate e Juive. Questo, insieme ad un misto di cenere e pioggia ha fatto sì che su alcune strade come Baños-Penipe si siano verificate frane e incidenti minori. In risposta, il Comitato per le Operazioni emergenti (EOC) ha chiuso la strada.

Secondo quanto riferito dal Washington VAAC , la nuvola generata all'inizio del processo di eruzione ha raggiunto i 7-8 km al di sopra del cratere e si è diretta a nord-est, girando poi verso sud-est e riducendo la sua intensità.

Nell’agosto 2006 cinque persone sono state uccise, 13 ferite e circa 20.000 ettari di colture sono stati distrutti a causa di un’eruzione del vulcano Tungurahua. La situazione fù drammatica, e stando alle cifre ufficiali, furono evacuate 3.200 persone. Tutte le case nei dintorni del vulcano vennero bruciate dai flussi piroclastici.

 


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