MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

La maggior parte dei meteoriti che raggiungono la Terra proviene dall'asteroide Vesta

La montagna che si trova nel Polo Sud dell'asteroide Vesta e' all'origine dei tanti meteoriti che raggiungono la Terra.

Lo testimoniano i dati piu' recenti raccolti dalla sonda Dawn della Nasa, secondo i quali l'impatto con un altro asteroide avrebbe prodotto l'enorme montagna, alta tre volte il Monte Everest, la seconda dell'intero sistema solare.

L'impatto avrebbe inoltre sollevato una grande quantita' di frammenti. E' noto da tempo che un gran numero di meteoriti raccolti sulla Terra, come quella caduta nei pressi del villaggio africano di Bilanga Yanga nell'ottobre 1999 o a Millbillillie in Australia, presentano caratteristiche e composizione chimica molto simili.

Questo ha fatto pensare i meteoriti dovessero essere i frammenti di un oggetto piu' grande, quasi certamente Vesta, uno dei piu' grandi asteroidi del Sistema Solare.

Nel trovare la risposta definitiva avranno un ruolo di primo piano le informazioni ottenute dallo strumento italiano Vir (Visual and Infrared Spectrometer), che si trova a bordo della sonda Dawn e nato dalla collaborazione fra Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto nazionale di astrofisica.

Riparte il progetto SETI grazie ai nuovi mondi scoperti dalla missione Kepler


Il Seti rinasce, potremmo titolare così, riferendoci alla nuova era del progetto che ha fatto sognare milioni di persone, alla ricerca di una vita biologica fuori dal nostro pianeta. In realtà già dall’ottobre scorso, con una lettera ai finanziatori e affiliati del Progetto SETI, si annunciava la riattivazione dell’Allen Telescope Array spiegando che gli obiettivi erano al centro del rilancio del progetto avrebbero riguardato i nuovi mondi scoperti dalla missione Nasa Kepler. Proprio attingendo dalle specifiche su stelle e pianeti che Kepler eveva individuato e che come struttura e massa erano comparabili alla Terra dentro la zona Goldilocks, la fascia abitabile. Dopo un periodo di crisi di fondi e entusiasmo dunque si riparte, sperando in esiti migliori.

Oggi le dichiarazioni di Jill Tarter, direttore del programma SETI sono presenti su tutti i media d’oltreoceano dalLos Angeles Times a Fox News: “Il telescopio spaziale Kepler con le sue scoperte ha potenzialmente rimodellando la nostra visione dell’universo. Questa è una eccezionale opportunità per le osservazioni SETI, e per la prima volta possiamo puntare i nostri telescopi verso stelle che ospitano sistemi planetari – di cui almeno uno è simile alla Terra e che orbita nella zona abitabile attorno alla sua stella ospite. Questo è il tipo di mondo che potrebbe essere sede di una civiltà capace di costruire trasmettitori radio.“
Quindi il progetto che sfrutta Allen Telescope Array dopo essere stato messo in stand-by lo scorso aprile dalla California Berkeley per problemi di bilancio, viene reso di nuovo attivato. Con i nuovi fondi recentemente acquisiti attraverso una massiccia campagna promozionale via Web e non solo a cui ha aderito anche la star di Contatc Jodie Foster, l’ATA ha potuto riprendere le osservazioni SETI là dove si era interrotta: esaminando le migliaia di nuovi candidati pianeti trovati da Kepler.


Le osservazioni dei prossimi due anni consentiranno l’esplorazione sistematica dei pianeti scoperti di Kepler nella finestra delle microonde da 1-10 GHz. L’ATA è l’unico radiotelescopio che può fornire l’accesso immediato a decine di milioni di canali in qualsiasi momento e ovunque in questa fascia di ben 9 miliardi di canali (ogni canale è largo appena un 1 Hz!).
Fino a poco tempo fa molte ricerche SETI erano focalizzate su limitate gamme di frequenza, tra cui un piccolo numero di osservazioni attorno alle frequenze di transizione dello ione 3He+ a 8,67 Ghz, proposte nel 1993 dal team di Bob Rood (University of Virginia) e Tom Bania (Boston University)
L’ Allen Telescope Array
La ricerca iniziale dell’ATA sugli obbiettivi individuati da Kepler si concentrerà intorno alla banda 8,67 GHz, prima di passare ad esaminare gli altri miliardi di canali disponibili per l’osservazione.
“Il successo della missione Kepler ha creato una straordinaria opportunità per concentrare la ricerca SETI. Mentre la scoperta dei nuovi esopianeti attraverso Kepler è sostenuta con i soldi del governo americano, la ricerca di intelligenze extraterrestri in questi mondi può essere svolta a casa da ciascuno di noi. E la nostra esplorazione SETI dipende interamente da donazioni private, per la quale siamo profondamente grati ai nostri donatori “, osserva Tarter.Restiamo in vibrante attesa.
http://www.ufoonline.it/2011/12/20/il-seti-ri-risveglia-e-si-mette-a-cercare-gli-alieni-sui-mondi-di-kepler/


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Filippine una gigantesca frana spazza via un intero villaggio!



6 Gennaio 2012 - Filippine - Le squadre di soccorso stanno ancora cercando 150 persone che risultano disperse dopo che una gigantesca frana ha spazzato via un intero villaggio nel sud delle Filippine.La frana e' avvenuta Giovedi' nella provincia di Compostela Valley sull'isola di Mindanao ,gia' devastata poche settimane fa dal tifone che provoco piu' di mille morti.Almeno 25 corpi sono stati estratti senza vita dalle macerie,la montagna sarebbe crollata a causa delle operazioni di estrazioni indiscriminate della zona infatti il villaggio colpito dalla tragedia era abitato per la maggior parte da minatori impegnati nelle cave di oro.I responsabili della Protezione Civile temono che il numero delle vittime possa aumentare,la frana e' stata innescata da due giorni di piogge continue.- BBC



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Eccezionale video della nuova isola nata nel Mar Rosso!

Le immagini satellitari della Nasa mostrano che l'eruzione del Mar Rosso dell'arcipelago Zubair ha originato una nuova isola. L'isola di forma circolare, di circa 500 m di larghezza e situata a circa 1 km a nord di Rugged Island.pennacchi di cenere e vapore si ergono dalla sommita' della nuova isola come mostrato nell' eccezionale video.

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La prima eruzione dell'Etna del 2012 definita dagli esperti di "criticita' elevata"

16:45 - Nuova colata di lava sull'Etna. Il fenomeno è stato registrato dalle reti di monitoraggio dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La colata ha avuto origine dal cratere di sud-est, dove ora l'attività eruttiva cominciata ieri sera è cessata. La zona era stata dichiarata dagli esperti di "criticità elevata".
L'attività dell'Etna, la prima del 2012, ha dato vita a una colonna di cenere alta più di 5mila metri che, in assenza di vento, si è aperta a ombrello in direzione sud-ovest.


La lava emessa dal vulcano si è diretta verso la desertica Valle del Bove, lontano dai centri abitati. L'attività stromboliana dell'Etna è divenuta più intensa intorno alle 22 di ieri. L'Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Catania, che tiene sotto controllo l'Etna, non ha registrato scosse sismiche ma solamente un aumento del tremore.

L'aeroporto "Fontanarossa" resta aperto
E' tornata regolare l'attività nell'aeroporto di Catania. L'unità di crisi, riunitasi anticipatamente alle ore 12 dopo il nuovo bollettino dell'Ingv, ha annullato le limitazioni al traffico aereo - inizialmente fissate fino alle ore 14 - dopo la comunicazione da parte dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che il rischio di ricaduta cenere è cessato.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/articoli/1033039/sicilia-nuova-eruzione-delletna.shtml

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Uno sconosciuto serbatoio di magma fa sollevare la Terra in Oregon

OREGON - L'attività vulcanica è la causa del sollevamento della Terra in Oregon,questo hanno scoperto gli scienziati.
Anche se tale elevazione è un segno di un'imminente eruzione,rimane incerto quando potra' avvenire.
Già nell'estate del 1996, 230 miglia quadrate (600 chilometri quadrati) di appezzamento di terreno in Oregon ha cominciato a gonfiarsi e salire.
L'area si trova a ovest del vulcano Suor Sud, che con il il versante Nord e le "sorelle del Medio" formano i vulcani delle Tre Sorelle, le cime più importanti nel tratto centrale dell'Oregon delle Cascade Mountains.
Anche se questa regione non ha avuto eventi eruttivi da almeno 1.200 anni, anche piccoli segni di attività vulcanica destano motivo di preoccupazione, questo porta ad un continuo monitoraggio satellitare.
14 anni di dati satellitari rivelano che la Terra sta subendo un cambiamento geologico - il serbatoio di magma che e' sotto la crosta a circa (5-a-7 km) di profondità genera delle forze che sono causa del sollevamento rilevato.Dal 1996 al 1998, il terreno si e' innalzato di 0,4 pollici (1 cm) all'anno.Poi, dal 1998 al 2004, l'innalzamento è cresciuto di 1,2 a 1,6 pollici (3-a-4 cm) ogni anno.

Tuttavia, per il resto del decennio,il sollevamento è stato di pochi millimetri all'anno, per un totale di 9,8 pollici (25 cm) di elevazione fino ad oggi. "L'implicazione più importante della nostra ricerca è che il terreno appare ancora in fase di sollevamento", ha detto il ricercatore Susan Riddick,  presso la University of Oregon.
Precedenti ricercatori credevano che il fenomeno si fosse arrestato nel 2006,ma abbiamo scoperto che il terreno è ancora in fase si sollevamento.
"Analizzando precisamente come il paesaggio stava cambiando, i ricercatori suppongono che ci sia una quantita' di magma tra i (50-milioni-di-70-milioni di metri cubi), sufficiente per riempire da 20.000 a-28, 000 piscine olimpioniche di nuoto.

Dopo piu' di un anno imperversa ancora una mega-tempesta su Saturno!


Alla fine del 2010, i ricercatori della missione Cassini-Huygens hanno identificato una tempesta nell’emisfero nord del pianeta Saturno.
Non è certamente la prima volta: la sonda Cassini già nel 2004 aveva individuato una tempesta nell’emisfero sud del pianeta chiamata “tempesta del Dragone”.


Ma decisamente, questa dell’emisfero nord, iniziata nel 2010 e sviluppatasi per oltre un anno, è la tempesta più grande e interessante mai osservata, con una superficie enorme e con fulmini 10.000 volte più intensi di quelli terrestri (vedi articoli precedenti). Dalla sua scoperta e per tutta la sua durata, la tempesta è stata seguita e studiata da vicino dagli strumenti a bordo della sonda Cassini.

Foto in alto:Una immagine di Saturno realizzata dalla Cassini. Missione: Cassini-Huygens. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

In questo magnifico mosaico a falsi colori del pianeta è visibile la coda dell’enorme tempesta, mentre la testa è tramontata oltre l’orizzonte. Per realizzare questo mosaico è stato necessario combinare 12 immagini nell’infrarosso realizzate dalla wide angle camera il 12 gennaio 2011. Al momento in cui sono state scattate queste foto, Cassini si trovava a 1.1 milioni di chilometri dal pianeta e la risoluzione dell’immagine è di 122 chilometri per pixel. Per la scelta dei colori, sono stati utilizzati tre diversi filtri nel vicino infrarosso (in particolare a 890, 752 e 728 nanometri) per distinguere i vari strati dell’atmosfera. Il mosaico permette dunque una chiara lettura della struttura dell’atmosfera del pianeta: il rosso e l’arancione indicano nuvole basse (e dunque profonde) nell’atmosfera. Il giallo e il verde rappresentano nuvole a profondità intermedia e bianco e blu indicano le nuvole alte dell’atmosfera.

Grazie alla sua risoluzione e alla legenda di colori, il mosaico permette dunque di aggiungere interessanti dettagli allo studio della tempesta dell’emisfero nord. Al centro della tempesta, nel quadrante in alto a sinistra del disco di Saturno è visibile una struttura di forma ovale ritenuta dai ricercatori di grande interesse e facilmente interpretabile grazie ai colori dell’immagine come una enorme voragine negli strati più profondi dell’atmosfera.

Come sempre, guardando con attenzione l’immagine, molte altre informazioni scientifiche saltano agli occhi, come il puntino nero nel quadrante in basso a sinistra sul disco di Saturno, che rappresenta l’ombra della luna Encelado. O gli anelli, visibili come una sottilissima linea che taglia l’immagine in orizzontale, mettendo in evidenza la struttura incredibilmente estesa e sottile degli anelli stessi, spessi appena qualche chilometro. Nel codice di colori del mosaico la linea appare di colore azzurro, essendo gli anelli ben al di fuori dell’atmosfera del pianeta. Da notare infine, l’ombra degli anelli, illuminati dalla luce del sole che li colpisce dall’alto, proiettata sul disco di Saturno. Sono visibili con sorprendente chiarezza le divisioni tra i vari anelli del pianeta.

 


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