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La Terra potrebbe aver avuto eventi di inversione del campo magnetico estremamente rapidi!


Secondo le attuali teorie il processo di inversione dei poli richiede circa 4000 anni, ma una nuova scoperta sembra indicare che 15 milioni di anni fa un simile evento avrebbe richiesto solo quattro anni Il campo magnetico terrestre si inverte periodicamente in media ogni 200.000 anni: questo processo richiede dai 4000 ai 5000 anni e, se i modelli della struttura del nucleo della Terra sono corretti, è impossibile che esso avvenga più rapidamente.Tuttavia, per la seconda volta nell’arco di 15 anni sono state trovate prove che suggerirebbero – il se è d’obbligo – che oltre a questi lenti eventi di inversione ciclica, il nostro pianeta potrebbe aver subito eventi di inversione del campo magnetico estremamente rapidi, che si sarebbero realizzati nel giro di pochissimi anni.


Il primo dato che deponeva per una rapida inversione del campo magnetico terrestre fu scoperto nel 1995, quando un gruppo di ricercatori dell’Occidental College a Los Angeles diretti da Scott Bogue individuò sulle pendici della Steens Mountain, in Oregon, rocce di un antico flusso di lava ben conservato che mostravano una inusuale struttura magnetica che suggeriva che durante la sua solidificazione fosse in atto un processo di inversione dei poli diecimila volte più rapido del normale, ossia di circa 6 gradi al giorno. Questo unico dato è stato peraltro da più parti contestato e molti scienziati sono rimasti estremamente scettici in merito alla teoria battezzata “del flip-flop”. Ora Bouge e ricercatori dello US Geological Survey diretto da Jonathan Glen hanno trovato un nuovo sito, a Battle Mountain, in Nevada, in cui le rocce laviche mantengono le tracce di un altro possibile evento di inversione rapida. Come illustrano in un articolo in corso di stampa sulle Geophysical Research Letters (“Very rapid geomagnetic field change recorded by the partial remagnetization of a lava flow “), la particolarità del sito è dovuta al fatto che circa 15 milioni di anni fa un flusso di lava dovuto a un’eruzione stava ancora raffreddandosi quando è stato nuovamente riscaldato da un secondo flusso di lava sopravvenuto a breve distanza di tempo. Dall’analisi dei campioni i ricercatori hanno calcolato che nel frattempo il campo magnetico si sarebbe spostato di 53 gradi, ossia che si sarebbe potuta avere un’inversione dei poli nel giro di soli quattro anni. (gg)

fonte : lescienze.it



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Gli scienziati studiano come "terrafomare" Marte per renderlo abitabile!


Mentre continuiamo a esplorare il nostro Sistema Solare e a scoprire nuovi pianeti extrasolari, la questione di colonizzazione di altri mondi arriverà inevitabilmente.

Basi con equipaggio sulla Luna o su Marte, ad esempio, sono stati a lungo un sogno di molti. C'è un naturale desiderio di esplorare e estendere la presenza dell'umanità in modo permanente o almeno semi-permanente. Per fare questo, però, è necessario adattarsi ai diversi ambienti estremi. Sulla Luna, ad esempio, una colonia deve essere autosufficiente e proteggere i suoi abitanti dal duro ambiente esterno.

Marte, però, è diverso. Le basi del futuro potrebbero adattarsi all'ambiente marziano, come pure, c'è anche la possibilità di modificare l'ambiente circostante e di co-esistente con esso. Questo è il processo, chiamato "Terraforming" (modificando l'atmosfera e l'ambiente per renderlo più simile alla Terra) anche se ancora molto lontano tecnologicamente dalla sua fattibilità, è visto come una possibilità futura.
La domanda più grande è: dovremmo realizzarlo devvero?

Uno dei problemi principali è come inciderebbe questo processo ingegneristico se Marte avesse una vita indigena. vita indigena o meno - in che
Marte non dovrebbe avere nessun tipo di biosfera che conunque dovrebbe essere preservata il più possibile. La possibilità, che essa esista, sulla base di recenti scoperte, devono essere prese in considerazione. Sarebbe una scoperta preziosa, che potrebbe insegnarci moltissimo su come la vita sorse su entrambi i mondi.
Piccole colonie potrebbero andare bene, ma che non devrebbero essere a discapito di qualsiasi habitat indigeno, se presente.

Attualmente, il luogo a più alta probabilità di trovare vita su Marte è sotto la sua superficie. Se la superficie fosse veramente sterile e arida come sembra essere, allora le colonie non dovrebbero essere troppo di un problema. È stato anche suggerito che le grotte di Marte sarebbero l'ideale habitat umano, che fungerebbe da protezione naturale dalle dure condizioni in superficie.

Se Marte non fosse la patria di vita indigene, il terraforming dovrebbe essere un non-problema.

Che cosa succederebbe se Marte fosse privo di vita? Anche se non esistesse la vita, l'ambiente incontaminato e unico, finora appena scalfito dagli esseri umani solo con le sonde automatiche, devrebbe essere conservato il più possibile.

Studiando Marte e altri pianeti e lune nel loro stato attuale naturale, possiamo imparare tanto sulla loro storia e anche imparare di più sul nostro mondo in quel contesto. Dovremmo apprezzare le differenze e la varietà di mondi invece di trasformarli per soddisfare le nostre ambizioni.

C'è anche un problema più attuale, ma correlato alla contaminazione. Esiste un protocollo, firmato nel Trattato Outer Space del 1967, che obbliga l'invio di astronavi sulla Luna o su Marte il più possibile sterilizzate. Se i batteri inviati per errore dalla Terra su Marte sopravvivano, sarebbe complicato capite se si tratterebbe di organismi viventi nel suolo autoctoni o contaminati.

Da un punto di vista scientifico ed etico, sarebbe più prudente cercare di proteggere Marte il più possibile. Ciò vale anche per se Marte è già abitato o meno. Fortunatamente, per quasi ogni tipo di batteri o altri microrganismi dalla Terra, sarebbe molto difficile se non impossibile sopravvivere e riprodursi sulla superficie di Marte. Il rischio di contaminazione del pianeta è molto trascurabile, ma è opportuno prendere severe misure in merito.
Il ripristino di una spessa atmosfera su Marte e la ricreazione di un ambiente vivibile per molte forme di vita è possibile.

Considerare cosa dovrebbe essere fatto adesso, ci porta in un territorio nuovo e interessante di etica
ambientale interplanetaria




Il PROCESSO DI "TERRAFORMING" SU MARTE

La terraformazione di Marte è un processo in cui l'atmosfera e l'ambiente verrebbero modificati per rendere il pianeta abitabile da esseri umani e altre forme di vita terrestri, fornendo in tal modo la possibilità di una sicura e sostenibile colonizzazione di vaste aree del pianeta.

Un esempio di progetto per la terraformazione di Marte prevede di liberare grandi quantità di gas serra nell'atmosfera del pianeta, innalzandone la temperatura. Questo causerebbe l'evaporazione di anidride carbonica dalle calotte polari, aumentando ancora l'effetto serra e facendo sciogliere eventuale ghiaccio presente nel sottosuolo marziano. Ciò porterebbe Marte ad avere acqua liquida, un clima più simile a quello terrestre e un'atmosfera più densa, a base di anidride carbonica. Infine si importerebbero sul pianeta delle piante che arricchiscano di ossigeno l'atmosfera tramite la fotosintesi. È stato calcolato che l'intero processo durerebbe più di centomila anni. Sono stati ideati processi più rapidi, ma dalla durata sempre misurabile in secoli.

Per riscaldare le calotte polari di Marte liberando anidride carbonica sono stati proposti anche altri metodi, come coprirle con sostanze scure (come polvere di carbone) che assorbano meglio la luce solare, o riflettere il Sole sui ghiacciai marziani da giganteschi specchi in orbita attorno al pianeta.

La maggior parte del suolo marziano è costituito da minerali richiesti per il processo di terraformazione. Recenti ricerche scientifiche hanno rivelato che ci sono grandi quantità di acqua sotto forma di ghiaccio al di sotto della superficie del pianeta fino alla latitudine 60, proprio come nei due poli dove l'acqua è miscelata con ghiaccio secco (CO2 solido). È persino possibile che vi siano enormi quantità di ghiaccio nella crosta marziana più profonda.

Una volta che l'anidride carbonica sublima nell'atmosfera durante le estati marziane, essa lascia una piccola quantità di acqua residua che si sposta rapidamente dai poli con una velocità di circa 400 km/h. Questi eventi stagionali fanno sì che vengano trasportate grandi quantità di polvere e vapore acqueo come quelle che hanno permesso la formazione sulla Terra di cirri (delle nuvole).

Sul pianeta sono presenti anche tracce di ossigeno sotto forma di ossidi (di metalli principalmente).

Eruzione solare sul versante opposto alla Terra!



3 gennaio 2012 - Il gruppo di macchie solari denominato sunspot AR 1384 attualmente localizzato dietro il versante occidentale del Sole ha prodotto un brillamento solare ed un espulsione di massa coronale che e' stata registrata alle ore 14:45 UT di ieri dal Solar Dynamic Observatory della Nasa.L'esplosione sembra essere collegata ai filamenti magnetici che serpeggiano oltre l'orizzonte del Sole.Secondo le prime analisi questo evento non dovrebbe interessare la Terra che al momento si trovava troppo lontana dal centro del disco solare,restate sintonizzati per aggiornamenti...
http://spaceweather.com/

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Un super-vulcano in Germania da segni di risveglio!

2 GEN 2012 - GERMANIA - Un dormiente super-vulcano in Germania sta mostrando segni preoccupanti di risveglio. E 'una minaccia a soli 390 miglia di distanza da Londra sotto il Laacher See un Lago nei pressi di Bonn ed è capace di espellere miliardi di tonnellate di magma. Questo mostro erutta ogni 10-12.000 anni e l'ultima sua eruzione e' avvenuta 12.900 anni fa,questo fa pensare che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. Il Laacher è di dimensioni simili a Monte Pinatubo, che ha causato un calo delle temperature globali 0.5C, quando erutto' nel 1991. E 'coperto da 620 miglia quadrate di terra di cenere e pietre e i numerosi piccoli terremoti nella regione dello scorso anno indicano che potrebbe essere in fase di risveglio dal suo sonno profondo. Gli esperti ritengono che, potrebbe portare alla devastazione diffusa, evacuazioni di massa e anche a breve termine ad un raffreddamento globale e potrebbe generare una nube di cenere cosi imponente da oscurare il sole per mesi. L'effetto sul Regno Unito è difficile da prevedere, ma è possibile che gran parte del sud dell'Inghilterra potrebbe essere ricoperta di cenere. - Daily Mail



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20 tonnellate di pesci morti rinvenuti sulle spiagge norvegesi,sconosciute le cause!


2 GEN 2012 - NORVEGIA - Gli abitanti di Troms non riuscivano a credere ai loro occhi quando la mattina di Capodanno, una quantità enorme, circa 10-20 tonnellate di aringhe sono state rinvenute morte lungo la spiaggia, Northern Lights. Troms è una delle città più grandi della Norvegia,ed e' anche la più calda rispetto maggior parte dei luoghi situati alla stessa latitudine, per effetto del riscaldamento della Corrente del Golfo che ha origine dalla Florida. Varie teorie si stanno facendo per spiegare l'incidente ma nessuno sa con certezza cosa sia successo nella popolare zona escursionistica nel comune di Nordreisa.La gente dice che qualcosa di simile è accaduto negli anni '80.Secondo alcune ipotesi i pesci sarebbero rimasti intrappolati  in un ambiente privo di ossigeno e questo avrebbe provocato la moria di massa.
http://www.dagbladet.no/2012/01/02/nyheter/dyrenes_nyheter/innenriks/fiskedod/19632870/


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Un gigantesco incendio sta distruggendo la Patagonia cilena!




Un gigantesco incendio sta distruggendo da martedì la Patagonia cilena. Sono saliti a 12.795 gli ettari distrutti dalle fiamme nel parco Torres del Paine, un paradiso di montagne, ghiacciai, foreste e laghi situato nel profondo sud del Cile e visitato ogni anno da oltre 100.000 turisti. Lo ha reso noto in queste ore il presidente Sebastian Pinera, precisando tuttavia che le autorità locali sono finalmente riuscite a frenare e "stabilizzare" le fiamme nel corso del weekend, tanto da essere ottimisti sulla possibilità di domare "nelle prossime ore o giorni" anche gli ultimi focolai ancora attivi.

Una prima, buona notizia per la vegetazione cilena, dopo che nei giorni scorsi il rogo, scoppiato vicino al lago Grey, grazie a venti che raggiungevano i 120 chilometri orari si era diffuso molto rapidamente, rendendo difficile l'intervento dei militari. Lo stesso Ufficio nazionale per le emergenze (Onemi) aveva riferito che "non era stato possibile l'intervento aereo a causa delle condizioni meteorologiche" del Paese. Il presidente Pinera, ha oggi decretato lo stato di calamità e chiesto aiuti internazionali, mentre 700 turisti sono stati evacuati nel corso delle operazioni di soccorso.

Il ministro dell'Ambiente, Maria Ignacia Benitez, ha fatto sapere che ci vorranno tra i 30 e i 50 anni per rimediare ai danni causati dalle fiamme. E l'unità di crisi cilena ha intanto annunciato che il parco rimarrà chiuso per tutto il mese di gennaio.

Riguardo alle cause dell'incendio il governo di Santiago ha aperto un'indagine per fare luce sull'evento. Nell'agenda degli indagati, proprio ieri, ci è finito un giovane turista israeliano, arrestato "come autore presunto di una negligenza, legata all'incendio che si è innescato marted nel parco nazionale Torres del Paine", recita il comunicato del procuratore della regione, Juan Melendez.

Il Parco Nazionale Torres del Paine è una delle aree protette del Cile. Realizzato il 13 maggio del 1959, nel 2006 occupava una superficie di circa 242.242 ettari. È uno dei parchi più grandi del Paese e uno dei più importanti. Il terzo per numero di visite, delle quali circa il 75% corrisponde a turisti stranieri, specialmente europei. L'Unesco lo ha dichiarato riserva della biosfera il 28 aprile 1978.

A 112 km a nord di Puerto Natales e a 312 dalla città di Punta Arenas, il parco presenta una grande varietà di ambienti naturali: montagne (tra le quali si staglia il complesso del Cerro Paine, la cui cima principale tocca i 3.050 m s.l.m., le Torres del Paine e i Cuernos del Paine), vallate, fiumi (come il río Paine), laghi (tra i quali il Grey, Pehoé, il Nordenskjöld e il Sarmiento), ghiacciai (Grey, Pingo, Tyndall e Geikie, appartenenti al Campo de Hielo Patagónico Sur).
http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/6612-patagonia-incendio


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Aurore polari (boreali e australi): i più bei video del 2011

Grazie al manifestarsi di tempeste geomagnetiche di particolare intensità, nel corso del 2011 è stato possibile avvistare dal nostro pianeta fenomeni di aurore polari di particolare bellezza, anche da distanze dai poli superiori al consueto. Ad esempio, nel mese di ottobre, alcuni bagliori provenienti dall’aurora boreale in corso sono stati avvistati dagli abitanti di Atlanta.

A parere degli esperti, il nostro pianeta si trova attualmente in una fase particolarmente favorevole per l’avvistamento delle aurore polari, che toccherà il proprio picco massimo nel corso del 2013. L’apparizione delle aurore polari è normalmente preceduta da intensi fenomeni di attività delle macchie solari, da cui si originano proprio quelle particelle che viaggiando verso l’atmosfera terrestre daranno origine alle luci dell’aurora.

Le aurore polari si distinguono in boreali ed australi, a seconda dell’emisfero in cui esse si verificano. Si tratta di fenomeni luminosi che interessano l’atmosfera terrestre, provocati dall’interazione di protoni ed elettroni di origine solare con la ionosfera. A seguito di tali interazioni si originano fasce luminose, prevalentemente di colore azzurro, verde e rosso.

E’ possibile ammirare le luci dell’aurora ad occhio nudo soltanto nel caso in cui esse scaturiscano dall’azione degli elettroni. Nel caso siano state provocate da protoni, si rende necessario l’utilizzo di strumenti ottici appositi per renderne possibile l’avvistamento, che può essere effettuato sia dalla Terra che dallo spazio. Esse sono talvolta accompagnate da suoni, simili a sibili, la cui provenienza, non ancora del tutto certa, è al momento attribuita a perturbazioni del campo magnetico terrestre in prossimità dell’area in cui il fenomeno delle aurore si manifesta.

1) Aurora boreale in Lapponia


2) Aurore boreali ed australi avvistate dallo spazio


3) Aurora boreale in Norvegia


4) Aurora eccezionalmente visibile in Kansas

Lo scorso 24 ottobre il fenomeno dell’aurora boreale è risultato inaspettatamente visibile ad occhio nudo in alcune zone degli Stati Uniti, tra cui Atlanta, in Georgia, e l’area circostante al Lake Perry, in Kansas, dove il fotografo Stephen Locke ha potuto filmare le seguenti immagini:

5) Aurora boreale in Islanda

Alcune iImmagini tratte dalle più spettacolari aurore boreali manifestatesi in Islanda nel corso del 2011 sono entrate a fare parte del trailer di un fim dedicato all’Islanda del Sud. L’area interessata si trova attorno al lago Jokulsarlon.


6) Le luci dell’aurora in Michigan

Oltre che in Kansas e Georgia, le luci dell’aurora boreale sono state avvistate anche in Michigan, lo scorso 24 ottobre, ad est della città di Martin.


7) Aurora boreale in Russia


Ecco le spettacolari immagini filmate all’inizio del 2011 dal fotografo Valentine Zhiganov a Murmansk, nell’estrema parte nord occidentale della Russia, a pochi chilometri dal Mare di Barents.

Insomma anche se il 2011 è stato di sicuro un anno nefasto per l'ambiente ha saputo regalare anche spettacoli di inimaginabile bellezza.


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