L’acqua è sempre più a rischio nei Paesi dell’Africa meridionale, a causa dei cambiamenti climatici. Secondo uno studio condotto dal Challenge Program on Water and Food (Cpwf, consorzio nato nel 1993 tra ricercatori internazionali per contrastare l’aggravarsi della crisi idrica globale, sostenuto dalla Banca mondiale), l’emergenza clima modificherà, infatti, la portata di acqua nei maggiori fiumi africani. «I cambiamenti climatici — afferma in un rapporto il direttore del Cpwf — introducono un nuovo elemento di incertezza esattamente quando i Governi e i donatori stanno cominciando ad avere un dibattito aperto sulla condivisione delle risorse idriche e a considerare investimenti a lungo termine per aumentare la produzione di cibo». Lo studio lancia un allarme, in particolare, per il bacino del Limpopo, che ospita quattordici milioni di persone e si divide fra Botswana, Sud Africa, Mozambico e Zimbabwe. Prendendo come base i modelli del Panel intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc), lo studio ha riscontrato che il rialzo delle temperature e il declino delle piogge nel Limpopo nei prossimi decenni potrebbero avere un impatto importante su un ambiente già alle prese con un calo della produzione di cibo e crescita della povertà. Di qui, la necessità di rivedere le strategie per l’agricoltura. C’è forte preoccupazione anche per il bacino della parte alta del Nilo, che interessa Egitto ed Etiopia, ma anche per l’area del Volta. Un intervento utile per affrontare i cambiamenti sarà, quindi, quello di migliorare la gestione dell’acqua piovana ai fini delle colture e dell’allevamento, ad esempio cominciando a costruire piccoli serbatoi per catturare il prezioso oro blu da impiegare nei lunghi periodi di aridità nel Continente.
MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI
Austria senza neve,stagione sciistica compromessa
24 Novembre 2011 - La stagione sciistica in Austria rischia di essere compromessa a causa delle elevate temperature che hanno lasciato la piu' importanti localita' del Tirolo senza neve.Le temperature sono cosi' elevate che non si riesce nemmeno con i cannoni artificiali ad innevare le piste.
Le previsioni per i prossimi giorni non promettono nulla di buono secondo i meteorologici bisognera' aspettare ancora, ma prevedono un recupero per il mese di Dicembre, era da anni che un tale evento climatico accadesse sulle apli autriache.Le anomalie climatiche si stanno ripercuotendo in diverse zone del pianeta contribuendo al cambiamento degli stili di vita di milioni di persone, e' in atto una vera e' proprio strategia mirata a mettere in ginocchio l'intera umanita'.Secondo un articolo del The Guardian del 2004 i cambiamenti climatici provocheranno una catastrofe globale!
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2064923/Popular-Austrian-ski-resorts-report-worrying-lack-snow.html
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2064923/Popular-Austrian-ski-resorts-report-worrying-lack-snow.html
Scossa di terremoto in Calabria 3,5 Richter
23 novembre 2011 - Una lieve scossa di terremoto di magnitudo 3,5 della scala richter e' stata avvertita e registrata dall'Istituto Sismologico Europeo EMSC in Calabria nel sud Italia ad una profondita' di 2 km.L'epicentro e' stato localizzato a 130 km Se da Salerno 14 km NE da Scalea,3 km a N di Papasidero.
Creta,forte terremoto in mare a sud dell'isola
23 Novembre 2011 Secondo quando riportato dall'USGS una scossa di terremoto di magnitudo 5,3 della scala Richter ha colpito a sud dell'Isola Greca di Creta alle ore 12:17 UTC l'evento, localizzato in mare, e' avvenuto ad una profondita' di soli 9,7 km,l'epicentro e' stato localizzato a circa 111 km a sud di Iraklion .
2012, Un Mega Flare Distruggerà La Terra?
Data una legittima esigenza di proteggere la Terra dalle forme più intense di meteorologia spaziale (grandi esplosioni di energia elettromagnetica e particelle che a volte possono fluttuare dal Sole) alcune persone temono che un gigantesco "killer flare solare" possa scagliare sufficente energia per distruggere la Terra. Visto l'approssimarsi dell'intensa attività solare del ciclo undecennale, molti catastrofisti credono che nel 2012, come avrebbero predetto anche i Maya, un gigantesco flare brucerà la Terra!
Ma questo stesso ciclo solare è avvenuto nel corso dei millenni. Ogni persona con più di 11 anni ha già vissuto tale massimo solare senza alcun danno. Inoltre, il prossimo massimo solare si prevede che si verifichi nel 2013 o all'inizio del 2014 e non nel 2012.
Cosa più importante, però, è che semplicemente non c'è abbastanza energia nel Sole per inviare una palla di fuoco assassina a 93.000 mila miglia tale da distruggere la Terra.
Questo non vuol dire che il tempo e lo spazio non possono influenzare il nostro pianeta. Il calore esplosivo di un brillamento solare non può fare tutta la strada fino al nostro pianeta, ma le radiazioni elettromagnetiche e le particelle energetiche certamente possono. I brillamenti solari possono temporaneamente alterare l'atmosfera superiore creando interruzioni con la trasmissione del segnale di un satellite GPS sulla Terra, causando malfunzionamenti e disagi nelle telecomunicazioni. Un altro fenomeno prodotto dal Sole potrebbe essere ancora più dirompente. Conosciuto come Espulsione di Massa Coronale (CME), queste esplosioni solari spingono scoppi di particelle e variazioni elettromagnetiche nell'atmosfera terrestre. Le fluttuazioni potrebbero indurre fluttuazioni elettriche al livello del suolo che potrebbero far bruciare i trasformatori delle reti elettriche. Le particelle delle CME potrebbero anche collidere con l'elettronica a bordo di un satellite e distruggerne i suoi sistemi.
In un mondo sempre più tecnologico, dove quasi tutto si basa sui telefoni cellulari e sulla rete GPS che controlla il nostro sistema di navigazione, gli aerei e gli orologi di navigazione che regolano le transazioni finanziarie, è importantissima la meteorologia spaziale, che puó aiutare a prevenire i disastri a tali apparati.
Gli scienziati della NASA e del NOAA danno avvertimenti alle compagnie elettriche, agli operatori spaziali, e ai piloti di linea prima che un CME arrivi sulla Terra, permettendo di porre in essere le dovute precauzioni.
Migliorare queste capacità previsionali negli ultimi decenni è una delle ragioni prioritarie della NASA per studiare il Sole e la meteorologia spaziale. Non possiamo ignorare la meteorologia spaziale, ma siamo in grado di adottare misure adeguate per proteggere noi stessi.
Foto in alto:9 Novembre 2000. Un flare di classe M7.4 seguito da una CME di classe G3 ha impattato sulla Terra 31 ore dopo, causando una violenta tempesta geomagnetica. Ripreso in EUV dal TRACE orbital observatory.
Traduzione a cura di Arthur McPaul
tretto-da: http://nemsisprojectresearch.blogspot.com/search?updated-max=2011-11-20T03:49:00-08:00&max-results=4
Fonte:
Spesso solo 17 km lo scudo della terra che ci protegge dal vento solare!
I quattro satelliti europei “Cluster”, progettati per studiare in tre dimensioni la magnetosfera della Terra e per osservare su di essa in tempo reale l’azione del “vento” di particelle che il Sole spara nello spazio, sono riusciti a misurare con una precisione mai raggiunta prima lo spessore della zona di confine tra la magnetosfera e lo spazio interplanetario dal lato rivolto al Sole. Questa regione, detta bow shock (disegno), dove il vento solare è costretto a una violenta frenata che dà origine a un’onda d’urto paragonabile a quella che si verifica nell’aria quando un aereo supera la velocità del suono, è risultata incredibilmente sottile: soltanto 17 chilometri, mentre le migliori misure, fatte nel 2003, indicavano un ordine di grandezza di 100 chilometri. La nuova determinazione è stata possibile perché i satelliti “Cluster” sono stati disposti due prima della magnetopausa (dove hanno potuto registrare l’arrivo di una tempesta solare), uno dentro la zona di confine e un altro subito al di là di essa.
L’osservazione compiuta è interessante in sé ma lo è ancora di più in quanto ha fornito un chiarimento sul meccanismo di accelerazione delle particelle che costituiscono i raggi cosmici. Questi meccanismi agiscono a scale diverse, dai sistemi planetari alle esplosioni di supernova, fino alle radiogalassie e ai plasmi diffusi negli ammassi di galassie. Ma il modello osservato da “Cluster” è applicabile all’interpretazione di tutti questi fenomeni. L'articolo scientifico è in su "Physical Review Letters" del 18 novembre.
I misteriosi suoni provenienti dal deserto di Taos
TAOS E’ UNA CITTADINA DEGLI STATI UNITI
Che si erge proprio al di sopra del deserto del New Mexico, a circa 200 miglia a nord di Rosewell, non lontana da diverse istallazioni militari. Quello che di strano succede qui è che da qualche anno una buona parte della cittadinanza avverte saltuariamente un forte rumore profondo (the “hum of Taos”) provenire dal deserto. Non si sa bene quando sia cominciato il fenomeno, ma dai primi anni ’90 vi furono diverse segnalazioni di questo fastidioso suono senza che se ne riuscisse ad individuarne la sorgente, così diversi scienziati da laboratori privati ed universitari di tutto lo stato si diressero a Taos per fare una serie di esperimenti in loco, ma nessuno dei vari gruppi di ricerca riuscì a trovare la ben che minima risposta convincente al fenomeno. Numerosi testimoni credibili, come il Reverendo Mell della Chiesa Presbiteriana, riportano ad esempio che per mesi si svegliavano nel cuore della notte per quest’intenso e prolungato rumore profondo (humming, appunto, suono quasi onomatopeico “hummmmmm”), come se fosse un’energica emissione di frequenze molto basse. Tra le possibili spiegazioni che sono numerose, c’è chi sostiene che la crosta terrestre della zona sia molto sottile e che quindi i vulcani ed i movimenti tettonici o di origine magmatica sotterranei possano esserne la causa. Altri che danno la colpa di questi rumori inquietanti a possibili applicazioni militari segrete nel sottosuolo, sempre più comuni negli USA. Uno dei problemi però è che non tutti sono in grado di percepirlo, e questo è dato dal fatto che è possibile che alcuni orecchi siano più percettivi di altri, ma è anche possibile che il rumore non sia della stessa intensità in tutte le zone della della cittadina, e c’è anche chi afferma che esso si senta maggiormente quando amplificato da una struttura architettonica, e molto meno in strada all’aperto ad esempio.
ALTRE SPIEGAZIONI POSSIBILI ADDOTTE SONO
Impulsi di microonde (di origine antropica/militare), onde elettromagnetiche di origine artificiale (antropica/militare), o naturale come quelle generate da corpi celesti in entrata nella nostra atmosfera, o addirittura le possibili manipolazioni militari sperimentali che avrebbero come risultato il surriscaldamento della ionosfera la quale restituirebbe onde magnetiche a bassa frequenza. Poi ci sarebbero i punti sensibili nella griglia geomagnetica della terra, strani elicotteri neri in concomitanza a basi sotterranee, ufo, mutilazione di bestiame, e antiche leggende dei nativi sui segreti nascosti all’interno delle montagne, ma si sa, nessuno scienziato si darebbe mai la briga di comprendere tali elementi nelle ricerche e nelle statistiche finalizzate alla localizzazione della misteriosa sorgente di questo misteriosissimo rumore. Sta di fatto che fino ad oggi nessuno è stato in grado di dare un origine certa all’ormai famoso “Hum of Taos”, apparso recentemente ai primi posti di un’improvvisata classifica dei dieci misteri irrisolti più realistici e patinati del mondo, salito di nuovo alla ribalta dopo anni di oblio. Io ho voluto lasciare una traccia per tenere a mente anche questo tassello, chè nel puzzle di questo mondo è troppo facile dimenticare le cose, soprattutto quando non si sanno spiegare, giustificare, normalizzare. Ce ne sarebbero altro che 10 di misteri irrisolti, anche ben più inquietanti di Taos, ma come al solito a livello generale è meglio non parlarne troppo, se non a colonne numerate, per una divertita pausa relax di una classifichina simpatica, tra una notizia economica e una politica.
fonte : http://insolitanotizia.blogspot.com
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