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Allarme futuro per New York: rischia di essere sommersa dall'oceano!

New York sommersa dalle acque dell’Atlantico: sono molti i film che raffigurano la città della grande mela colpita da una catastrofe simile. Per gli scienziati quest’immagine non è poi così irrealistica e fantasiosa.



Secondo un nuovo rapporto scritto da 50 scienziati e pubblicato mercoledì dal New York State Energy Research e Development Authority alluvioni devastanti come quelle causate nello stato di New York dall’ uragano Irene e la tempesta tropicale Lee accadranno sempre più spesso entro il 2020, a causa dei cambiamenti climatici che stanno colpendo la zona. Le 600 pagine del rapporto, chiamato ClimAID, dicono ai newyorkesi che dovranno vedersela sempre più con estati più calde, inverni sempre più nevosi, gravi inondazioni e con una serie di altri effetti sull'ambiente, le comunità e la salute umana.


“In meno di un’ora – scrivono gli esperti – un terzo delle strade di New York potrebbe essere invaso dalle acque e queste a loro volta potrebbero inondare molti tunnel che portano a Manhattan” ma non solo. “L’innalzamento del livello del mare  potrebbe esporre pericolosamente Manhattan alle inondazioni durante forti tempeste. L’intera città potrebbe così subire le conseguenze del riscaldamento climatico“.


“In meno di un’ora – scrivono gli esperti – un terzo delle strade di New York potrebbe essere invaso dalle acque e queste a loro volta potrebbero inondare molti tunnel che portano a Manhattan” ma non solo. “L’innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico potrebbe esporre pericolosamente Manhattan alle inondazioni durante forti tempeste. L’intera città potrebbe così subire le conseguenze del riscaldamento climatico“.

Il peggio potrebbe arrivare oltre il 2020: “se non si farà nulla per frenare il rapido scioglimento dei ghiacciai polari, le acque attorno a Manhattan e Long Island potrebbero innalzarsi fino a 25 cm, mentre nel 2050 l’aumento del livello del mare potrebbe arrivare a un metro. La maggior parte dei tunnel, delle metropolitane, delle autostrade e delle ferrovie che attraversano il Bronx e passano sotto il fiume Harlem e sotto l’East River sarebbero inondate in meno di un’ora. Naturalmente aree della città che oggi sono molto popolate diventerebbero inabitabili con l’innalzamento del livello del mare“. Lo studio prevede inoltre che le temperature medie annuali nello stato di New York saliranno da 4 a 9 gradi entro il 2080 e le precipitazioni aumenteranno dal 5 al 15 per cento, soprattutto in inverno. Altri effetti plausibili in seguito a questi cambiamenti climatici potrebbero essere i seguenti: le zone umide costiere sarebbero inondate di acqua salata, causando la diminuzione, se non scomparsa, di alcuni animali, come il salmone atlantico, così come alcuni tipi di frutta, come le mele, o piante come l’abete rosso, diminuirebbe la produzione di latte, e nascerebbero parassiti, insetti invasivi ed erbacce. Nei mesi estivi, questa situazione potrebbe esporre i newyorkesi a delle carenze energetiche con il rischio di black-out a causa della necessità extra per l'aria condizionata. Insomma, il clima potrebbe diventare per New York e dintorni un vero e proprio incubo nel prossimo futuro, con degli effetti a catena e danni incalcolabili...

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Un inaspettato tornado devasta una citta' in Bolivia,video

19 Novembre 2011 - Un incredibile tornado ha sconquassato alcuni quartieri della citta' di Cochabamba nella zona centrale della Bolivia spazzando via alberi e lamiere e danneggiando decine di abitazioni,fortunatamente non sono stati segnalati feriti o vittime.Il video mostra come la potenza inaudita di questo ciclone si abbatte improvvisamente senza lasciare via di scampo a nessuno.
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La Luna vista in HD!

La Luna non si era mai vista così bene. Merito della nuova mappa topografica realizzata dal gruppo che sta seguendo la missione della Lunar Reconnaissance Orbiter, sonda NASA in orbita attorno al nostro satellite impegnata a raccogliere immagini e misure di alta precisione. Questa mappa batte tutte le precedenti perchè copre quasi tutta la Luna con un livello di dettaglio che raggiunge i 100 metri per pixel. Un risultato possibile solo oggi, attraverso gli strumenti a bordo della sonda, in particolare la Wide Angel Camera e il Lunar Orbiter Laser Altimeter.


Dall’Arizona State University, dove sono state elaborate e assemblate le immagini, fanno sapere che la mappa è già utilizzata da numerosi gruppi di ricerca per lo studio delle forme e delle pendenze delle diverse zone della superficie lunare. Caratteristiche che raccontano come si è deformata la crosta per effetto di impatti con meteoriti e per la remota attività vulcanica. Oltre che per capire il passato e l’evoluzione della Luna, i dati sono utili ai fini della pianificazione delle future missioni, fornendo informazioni sui migliori punti di discesa e di interesse scientifico.

Nei prossimi mesi è prevista una mappa ancora più completa. Quella attuale è stata realizzata utilizzando le immagini e le misurazioni nel primo anno di attività. C’è però ancora un altro anno di dati che potranno essere aggiunti per colmare quei pochi buchi rimasti e migliorare ulteriormente il livello di precisione e di dettaglio.

Antartide: ecco il mistero delle montagne più straordinarie della terra.


Gli scienziati sono riusciti a spiegare il mistero l'esistenza delle Gambyrtsevs, le montagne forse piu' straordinarie della terra, vaste come le Alpi ma totalmente sommerse sotto i ghiacci dell'Antartide.
La loro scoperta negli anni Cinquanta fu una gran sorpresa, riferisce la Bbc, perche' si credeva che la base del continente ghiacciato fosse piatto. Un nuovo studio pubblicato su 'Nature' rivela che la catena montuosa si e' formata oltre un miliardo di anni fa. Le Gamburtsevs sono importanti perche' sarebbero l'origine della calotta di ghiaccio che ha formato l'Antartide.
"Studiare queste montagne e' stata una sfida incredibile, ma abbiamo fatto e abbiamo ottenuto una storia affascinante", ha detto alla Bbc Fausto Ferraccioli, il geofisico genovese dal 2002 responsabile del team di Aerogeofisica del British Antarctic Survey (il programma polare inglese).

La misteriosa nuvola radioattiva sull'Europa viene da Budapest

SVELATO L’ARCANO SULLA NUVOLA RADIOATTIVA

Che da giorni staziona sui cieli europei Sembra chiarita l’origine della nuboe radioattiva di iodio 131 presente sui cieli di mezza Europa, su cui da giorni si formulavano ipotesi. All’origine del fenomeno, infatti, ci sarebbe una fuoriuscita di materiale radioattivo dall’Istituto degli Isotopi di Budapest, che produce radioisotopi per la salute, la ricerca e per applicazioni industriali. A renderlo noto, l’Iaea di Vienna, che ha ricevuto l’informazione dall Haea, l’Hungarian atomic energy authority. Il rilascio sarebbe avvenuto dall’8 settembre fino al 16 novembre, per cause “ancora da investigare”.

fonte : http://www.cadoinpiedi.it

Un filamento oscuro solare minaccia di colpire la terra!


Uno dei piu' grandi eventi mai visti negli ultimi anni nel nostro sistema solare.Un filamento magnetico oscuro dalle dimensioni di 800.000 km e' posizionato diagonalmente lungo la superficie solare.il Nasa Solar Observatory ha scattato questa foto all'infrarosso lo scorso 17 Novembre.


Se tale struttura dovesse diventare instabile potrebbe innescare un nuovo hyder flare questa volta diretto verso la terra,infatti gia' lo scorso 16 Novembre c'e' stato un evento simile fortunatamente diretto verso il pianeta Venere.Due nuovi gruppi di macchie solari stanno per apparire sul versante orientale del sole che hanno prodotto nelle ultime ore una serie di flare/brillamenti  di classe C ed M non diretti verso il nostro pianeta.
I flare brillamenti, sono una violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera del Sole (ma di una stella in genere), con un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. Sono osservati generalmente dalla Terra utilizzando filtri a banda stretta, tipicamente con una larghezza della banda inferiore a 0,1 nm, e spesso centrati sulla lunghezza d’onda di 656,3 nm. La maggior parte dei flare si verificano intorno a regioni attive associate a gruppi di macchie solari. Tuttavia, di tanto in tanto, si osservano ben lontani da una regione attiva o da un gruppo organizzato di macchie solari. Sono invariabilmente associati all’improvvisa scomparsa di un grande filamento scuro solare, e prendono proprio il nome di Hyder Flare. Come ormai sappiamo queste tempeste geomagnetiche provocano danni a satelliti, comunicazioni o reti elettriche soltanto nei casi più evidenti ed estremi, provocando anche qualche blackout.


http://spaceweather.com/

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Marea nera in Brasile: una nuova catastrofe ecologica?

Ho appena finito di scrivere che la marea nera in corso in Brasile (il petrolio esce da una frattura apertasi sul fondale oceanico a 1200 metri di profondità probabilmente in seguito ad una trivellazione della Chevron) presenta inquietanti somiglianze con la marea nera Bp di un anno fa nel Golfo del Messico.



Adesso vengono fuori altre due somiglianze, frutto delle ricerche effettuate da Sky Truth, l’associazione ambientalista che ha sbugiardato a suo tempo le cifre ufficiali (e spudoratamente ribassiste) della marea nera nel Golfo del Messico. Quegli sbugiardamenti – giova ricordare – furono poi superati da una ancor più grave realtà dei fatti.

Prima somiglianza: le stime ufficiali mentono spudoratamente, il petrolio effettivamente sversato nella baia di Guanabara è oltre 10 volte più copioso. Sono 3.738 barili al giorno, non al massimo 330. La stima discende da calcoli effettuati sulla base di immagini satellitari: e il cielo non mente.
Seconda somiglianza: sapete chi stava trivellando il pozzo per la Chevron? Massì, proprio lei: Transocean, la società che gestiva la piattaforma Deepwater Horizon per la Bp.
Sky Truth è arrivata a Transocean vagliando i dati forniti dal Governo brasiliano a proposito della posizione delle piattaforme petrolifere operative. La piattaforma che stava scavando il pozzo legato alla marea nera al largo di Rio de Janeiro porta il nome di Sedco 706.
Per quanto riguarda l’effettiva quantità di petrolio riversatasi in mare, i calcoli di Sky Truth discendono da questa immagine ricavata dall’elaborazione di una foto scattata il 12 novembre dal satellite Aqua della Nasa.



Il velo di greggio che parte dalla piattaforma Sedco 706 si estende per oltre 2.379 chilometri quadrati, ha calcolato Sky Truth (163 chilometri quadrati secondo le cifre ufficiali).
Supponendo che lo strato di petrolio abbia uno spessore di un micron, significa che sul mare sono sparsi 14.954 barili di petrolio.
Il petrolio ha cominciato ad apparire in superficie a mezzogiorno dell’8 novembre. Se ne ricava, scrive Sky Truth, che il petrolio sale in superficie (o meglio: che il petrolio fino al 12 novembre è salito in superficie) al ritmo di almeno 3.738 barili al giorno. Altro che i 330 barili al massimo delle cifre ufficiali.
Su Sky Truth marea nera Chevron in Brasile 10 volte più copiosa delle cifre ufficiali?



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