MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Grecia: incremento attivita' sismica sotto il vulcano Santorini



14 Ottobre 2011 - Attività sismica sotto il vulcano di Santorini continua ad essere leggermente al di sopra dei livelli normali. A partire dal luglio di quest'anno, una elevata sequenza sismica sta interessando la zona sottostante denominata Nea Kameni e il vulcano sottomarino Kolumbos a NE di Santorini.
L'allineamento (anche conosciuto come il Kameni e linee Kolumbus) è una delle zone parallele di 2 km di larghezza con una struttura tettonica Horst e graben del basamento cristallino della zona. La maggior parte delle prese d'aria vulcanica di Santorini nel corso degli ultimi 2 milioni anni si trovavano in questo allineamento, più precisamente sia sul suo confine meridionale (Kameni line) o sul suo confine settentrionale (linea Kolumbus).
In mancanza di altre fonti e dati, le informazioni visibili sul luogo e il numero dei terremoti è troppo debole, se non per speculare vagamente che l'attività sismica in corso vicino a Santorini potrebbe essere un precursore della nuova attività di questo vulcano. L'ultima eruzione di Santorini è stata nel 1950.



La Cina affronta la grave crisi ambientale

L'aria inquinata non dà scampo alla Cina. In un sondaggio online, il 72,7% degli intervistati ha specificato che la l'aria nelle loro città è «cattiva», e solo il 15,6% si sarebbe dichiarato soddisfatto. Il sondaggio è stato pubblicato dal China Youth Daily.
Nelle ultime settimane lo smog aveva costretto l'amministrazione della città di Pechino a chiudere autostrade e cancellare i voli. Molte delle persone intervistate hanno anche riportato disagi per condizioni di salute, dovute al forte inquinamento.


SOTTO ACCUSA LE INDUSTRIE. «Una maggioranza schiacciante dell'85,3%», ha scritto Caijing, «ha accusato le industrie per la cattiva qualità dell'aria». Sotto accusa è finita la «la mania per il Pil» delle aziende che non avrebbero alcuna cura dei «disagi ambientali derivanti dalle loro attività».
«L'indagine ha anche mostrato che la maggior parte dei residenti si impegna a proteggersi dall'inquinamento: il 63,2% degli intervisti, ha proseguito Caijing, ha detto che ha ridotto le attività fuori casa e il 39% ha dichiarato di indossare maschere».
Su internet l'eco della protesta
Il dibattito sulla qualità dell'aria, ancora una volta, è stato alimentato su internet dopo che alcuni utenti vip di Weibo, il Twitter cinese, hanno ritwittato i dati sull'aria comunicati dall'ambasciata degli Stati Uniti: numeri che indicano allarmi e valutazioni molto negative sull'inquinamento della capitale.
Il 63,9% degli intervistati ha dichiarato di avere bisogno di altri dati per valutare adeguatamente l'impatto dell'inquinamento sulla propria vita.
UN CENTRO PER MONITORARE L'ARIA. Pechino ha risposto prontamente: come ha riportato l'agenzia ufficiale Xinhua, a seguito delle proteste e delle richieste, ha scelto di aprire un centro di monitoraggio sull'aria della capitale che deve rendere pubblici i dati rilevati.
«La mossa», ha detto Lei Hua, vice capo del centro di protezione ambientale del governo municipale sulla Xinhua, «è pensata per consentire ai cittadini comuni di imparare da soli come la qualità dell'aria di Pechino viene monitorata».
«Con la loro crescente qualità della vita gli abitanti di Pechino», ha proseguito Lei Hua, «sono sempre più preoccupati per l'ambiente. La speranza è che la nuova decisione, possa dissipare i timori del pubblico».
Tra le cause anche le automobili della capitale
La qualità dell'aria di Pechino sembra essere peggiorata nel corso degli anni a causa del crescente intasamento di automobili che ammorbano quotidianamente il traffico della capitale.
«Di tanto in tanto», ha scritto Xinhua, «il cielo è stato ricoperto da smog giallastro, ma le autorità hanno sempre considerato l'inquinamento atmosferico a un livello lieve o moderato».
La diffidenza del pubblico ha raggiunto il suo apice dopo che l'ambasciata americana a Pechino ha valutato la qualità dell'aria come «pericolosa». «Si tratta», ha concluso Xinhua, «di uno scenario che merita un'attenzione ufficiale».
PER PECHINO, AUMENTO DI QUALITÀ. L'Environmental protection bureau di Pechino, però, ha voluto difendere la propria posizione, dicendo che la qualità dell'aria della capitale è «effettivamente migliorata dal 2008 come dimostrato dalle statistiche di monitoraggio: la città ha avuto 63 giorni di eccellente qualità dell'aria negli ultimi 10 mesi, 12 giorni in più rispetto allo stesso periodo del 2008», ha detto un portavoce, «aggiungendo che l'indice di inquinanti atmosferici, un indicatore della qualità dell'aria, suggerisce che la qualità dell'aria di 239 giorni fino a oggi era stato buono».

La sonda spaziale russa Phobos Grunt fuori controllo, precipitera' sulla terra!

La navicella ha fallito l'orientamento verso i riferimenti solari e stellari e non raggiungerà il pianeta rosso. Il Norad stima il 26 novembre come data di rientro. Appena in atmosfera, dovrebbe disintegrarsi
(ansa)

MOSCA - Non c'è più nessuna speranza di correggere la traiettoria e salvare la sonda interplanetaria Phobos-Grunt, lanciata dalla russia verso Marte, i tecnici di tutto il mondo procedono con i calcoli per stabilire il momento e il luogo della caduta sulla terra. I tentativi di salvataggio effettuati negli scorsi giorni non hanno prodotto risultati e il destino della navicella è ora soltanto ipotizzabile.

I calcoli del Norad. Il North American Aerospace Defense Command (in italiano, comando di difesa aerospaziale nordamericano) indica il 26 di novembre come la data più probabile. Rientrando nell'atmosfera terrestre, la Phobos-Grunt dovrebbe praticamente disintegrasi, incluse le 10 tonnellate di combustibile tossico che trasporta, e al suolo dovrebbero arrivare solo frammenti. Ma alcuni di questi sono stati progettati proprio per resistere all'ingresso dell'atmosfera terrestre e potrebbero arrivare al suolo intatti.

Missione fallita. Con le sue 12 tonnellate, la sonda russa è il doppio del satellite statunitense Uars, caduto alla fine di settembre.
La stazione automatica Phobos-Grunt è stata lanciata da Baikonur nella notte tra martedì e mercoledì e, quando è entrata nell'orbita terrestre, non è riuscita a orientarsi verso i punti di riferimento solari e stellari, fallendo quindi le manovre che l'avrebbero dovuta portare nell'orbita di Marte. (12 novembre 2011)

Il pianeta gigante espulso dal sistema solare!

Pubblicati su ApJ i risultati di una simulazione che mostrerebbe l’esistenza, agli albori del Sistema solare, di un quinto pianeta gigante, con dimensioni paragonabili a quelle di Urano o Nettuno. Il suo allontanamento potrebbe aver salvato i pianeti interni, fra i quali la Terra, da collisioni reciproche.


Diciamolo subito: per ora è solo un’ipotesi suggestiva, per quanto confortata da migliaia di simulazioni al computer. Ma, se confermata, implicherebbe che, quando aveva appena 600 milioni di anni, il Sistema solare doveva aver ospitato un quinto gigante gassoso, oltre a Giove, Saturno, Urano e Nettuno. E che una collisione con Giove ne abbia provocato l’espulsione dal tavolo da biliardo planetario, facendolo sparire nello spazio profondo, giù nella buca dei pianeti orfani della stella madre.

Se è davvero andata così, suggeriscono le simulazioni, il sacrificio del gigante potrebbe non essere stato affatto inutile, anzi: la stabilità stessa del Sistema solare interno, e dunque della Terra, sarebbe una conseguenza dell’immane scontro fra Giove e il compagno perduto. Se, al contrario, lo scontro non fosse mai avvenuto, la leggera instabilità dell’orbita di Giove avrebbe esercitato un effetto devastante sui pianeti più interni, con rischi elevati di collisioni fra la Terra, Venere e Marte.

La simulazione, messa a punto dall’astronomo David Nesvorny del Southwest Research Institute, in Texas, parte dai dati osservativi sulla popolazione di corpi rocciosi che formano la fascia di Kuiper, la regione che si estende come un grande anello al di là dell’orbita di Nettuno. Nesvorny è giunto a formulare l’ipotesi del pianeta mancante – pubblicata on-line su ApJ – come alternativa a una serie di risultati preliminari della simulazione, ovviamente incompatibili con la realtà, secondo i quali a essere sbattuto fuori da Giove sarebbe toccato a Urano o a Nettuno. Essendo però questi ancora fra noi, l’idea d’un quinto gigante gassoso ha preso forma. Rafforzata, fra l’altro, dalla recente scoperta di numerosi pianeti orfani che vagabondano solitari nel cosmo.

Misteriose radiazioni rilevate sull'Europa

Caccia aperta alla sorgente di radiazioni a basso livello rilevata in atmosfera "in tutta Europa" nelle ultime settimane.
Tracce di iodio-131, un tipo di radiazioni create durante il funzionamento dei reattori nucleari o nella detonazione di un'arma nucleare, sono stati rilevati già alcune settimane fa dalle autorità austriache e poi due settimane fa dall'Ufficio di Stato per sicurezza nucleare della Repubblica Ceca. L'Agenzia internazionale dell'energia atomica ha rilasciato una dichiarazione che rilevamenti simili erano stati fatti "in altri luoghi in tutta Europa".
L'AIEA ha detto che gli attuali livelli di iodio-131 sono troppo bassi per giustificare un rischio per la salute pubblica, ma l'agenzia non sa ancora l'origine della perdita apparente. Considerando che lo iodio-131 ha un decadimento radioattivo di di circa otto giorni, la rilevazione continua significa che si è verificata la perdita per un periodo di diversi giorni almeno e forse è ancora in corso.
L'AIEA ha detto che non crede che le radiazioni siano state rilasciate dal disastro nucleare giapponese di Fukushima in marzo e Ufficio di Stato della Repubblica Ceca per la sicurezza nucleare ha detto che è improbabile che siano stati causati da un incidente al nucleo di un impianto nucleare. Una crisi c'è, secondo l'agenzia ceca, che avrebbe rilevato diversi altri isotopi radioattivi, oltre allo iodio-131.
L'AIEA non è stata in grado di determinare da quale paese si emani la radiazione, e funzionari cechi e austriaci hanno detto che è improbabile che i loro paesi possano esserne la fonte. Funzionari austriaci hanno detto in un comunicato che uno studio della dispersione della nube radioattiva indica che è più probabile provenire da qualche parte nel sud-est Europa.
In aggiunta alle centrali nucleari, lo iodio-131 è utilizzato in molti ospedali e dai produttori radiofarmaceutici in quanto può essere usato per contribuire a trattare i problemi della tiroide in piccole dosi.
Sul suo sito web la US Environmental Protection Agency afferma che:"ovunque il combustibile nucleare esaurito è gestito, c'è la possibilità che lo iodio-131 sfuggirà nell'ambiente".

Esplosione in Iran, innescata dal fallito tentativo di montare una testata nucleare su missile Shahab-3?

Mentre la guerra contro Teheran sembra sempre più probabile e imminente, un'esplosione distrugge una base militare dei Pasdaran causando un numero imprecisato di morti. Incidente o sabotaggio?Tensione di nuovo alle stelle in Iran dopo la grave esplosione che ieri ha distrutto un arsenale delle Guardie rivoluzionarie nella base di Bigdaneh a Malard, a poche decine di chilometri ad ovest di Teheran: il bilancio sarebbe di 17 militari morti ed altri 16 feriti.
Un "incidente" che giunge proprio quando il rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha di nuovo riportato in auge la possibilità di un attacco militare occidentale contro Teheran. L’esplosione è avvenuta nel giorno in cui la Lega Araba ha espulso Damasco e imposto sanzioni alla Siria, paese che ha forti legami con l’Iran e che potrebbe subire presto uno scenario di guerra ‘umanitaria’.
Lo scoppio nella base militare è stato così forte che molti abitanti della capitale hanno pensato ad un terremoto quando l’onda d’urto ha fatto tremare o addirittura andare in frantumi i vetri alle finestre. Mentre le autorità per un certo tempo hanno minimizzato, in serata è arrivata la notizia che tra i militari morti nella deflagrazione c’era anche un alto comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana (IRGC), Hassan Moqaddam. Sulla dinamica e sulle cause dell’esplosione si sa poco, anche perché il governo e le autorità militari non hanno fornito nessuna versione particolareggiata dei fatti. Anche sul numero esatto delle vittime ci sono versioni discordanti: la televisione di Stato Irib aveva ad esempio parlato di 27 persone uccise.
Le prime notizie riferivano di uno scoppio in una stazione di servizio per il gas, all’interno della base militare. Ma poi questa ricostruzione è stata smentita. Il portavoce delle Guardie Rivoluzionarie Ramezan Sharif ha sostenuto che l'incidente era avvenuto durante un trasferimento di munizioni, mentre l’agenzia di stampa cinese Xinhua parlava di almeno due forti esplosioni consecutive.
Di preciso non si sa ancora nulla, ma tutti parlano di incidente. Ma l'esplosione di ieri ne ha riportata alla mente un’altra, avvenuta poco più di un anno fa. Nell'ottobre del 2010 in una base dei Pasdaran vicina a Khorrambad, nell'Iran occidentale, una deflagrazione ha causato la morte ad una ventina di militari. Anche in quel caso Teheran parlò di “incidente”, ma il sito israeliano Debkafile, vicino ad ambienti di intelligence, parlò di "una mano misteriosa" che aveva distrutto diverse rampe di lancio per Shebab-3, missili in grado di colpire Israele e anche obiettivi Usa in tutta la regione. I sabotatori avrebbero all’epoca provocato tre esplosioni nei tunnel in rapida successione rendendo il sito militare inutilizzabile.
O i Pasdaran sono particolarmente distratti oppure si tratta di un altro episodio di sabotaggio all’interno di quella guerra sotto copertura e per interposta persona che numerosi paesi – Stati Uniti e Israele in testa – hanno scatenato anni fa contro l’Iran in vista di un possibile attacco militare su grande scala. Prove schiaccianti non ce ne sono, ma di indizi quanti se ne vogliono: in particolare la CIA starebbe finanziando e sostenendo due diversi gruppi. Da una parte gli integralisti sunniti di Jundullah, dall’altra la guerriglia curda del PJAK. Altri analisti parlano invece di un possibile episodio nella competizione tra due figure chiave del regime iraniano, Ahmadinejad e Khamenei, che ormai si combattono senza esclusione di colpi. I Pasdaran, ed in particolari i corpi di elite presi di mira ieri e un anno fa, sono fondamentali all’interno dell’apparato militare dell’Iran. Da quando l'Ayatollah Khomeini gli affidò nel 1979 la sicurezza e la difesa della Repubblica Islamica, i Pasdaran hanno esteso le proprie competenze anche su altri settori chiave: l’intelligente, la Polizia, e poi anche la gestione di una parte importante e strategica dell’economia del paese.
Mentre ancora ieri il segretario di Stato americano Hillary Clinton, ha fatto di nuovo la voce grossa, intimando all'Iran di dare risposta all'Aiea e di non continuare ad ''ingannare'' la comunità internazionale in campo sul versante opposto è entrata la sempre più potente e influente Turchia. “Ankara é contraria a qualsiasi ipotesi di intervento militare contro l'Iran” ha dichiarato il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu. Il capo della diplomazia di Ankara ha esortato implicitamente Israele a non alimentare tensioni: la Turchia non può accettare nemmeno ''la più remota possibilità di un intervento militare'' nella regione e – ha aggiunto - ''é inaccettabile che paesi sospettati di possedere proprie armi nucleari creino nuove tensioni nella regione''.

Il comportamento convulso del sole sconcerta gli scienziati di tutto il mondo!

14 Novembre 2011 - Gli scienziati di tutto il mondo sono ancora sconcertati per l'insolita attivita' che sta interessando la superficie solare,non ci sono stati forti brillamenti solari negli ultimi giorni,tuttavia un attivita' impressionante e' in corso sulla superficie solare.Un enorme muro di plasma domina l'orizzonte sud-orientale della nostra stella.Nei forum brulica di commenti su questo insolito e raro fenomeno che sgomenta gli scienziati,un filamento di plasma che si estende per circa un milione di chilometri, pari circa a tre volte la distanza terra luna,crea questa protuberanza che se dovesse diventare instabile potrebbe collassare sulla superficie solare provocando quello che gli scienziati definiscono Flare Hyder, nessuno puo' prevedere se il crollo di una cosi imponente struttura plasmatica possa colpire la terra con scenari inimmaginabili.



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