MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Forte terremoto scuote l'Argentina 6.2 Richter


6 Ottobre 2011,Un terremoto poco profondo,appena 10 Km,di magnitudo 6.2 della scala Richter ha colpito la regione a confine tra Argentina e Bolivia.
L'epicentro e' stato localizzato a 64 km est da San Pedro,non ci sono per il momento notizie di danni a cose o persone.

Una tempesta di sabbia provoca incidenti a catena in Arizona

Una tempesta di sabbia proveniente dal deserto dell'Arizona si e' abbattuta tra Phoenix e Tucson provocando incidenti a catena sulle autostrade dello stato che sono costati la vita ad una persona ed almeno il ferimento di altri 15.Negli incidenti sono rimasti coinvolti mezzi pesanti automobili e trattori,le squadrfe di soccorso non hanno potuto trasportare i feriti in elicottero per l'imperversare della tempesta.Sembrava uno scenario di guerra quello che si sono trovati di fronte i soccorritori.Msnbc

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La Svizzera teme il crollo di uno dei suoi ghiacciai


Le autorità svizzere hanno bloccato i sentieri attorno al ghiacciaio delle Alpi Giesen inviando una squadra di crisi per tenere sotto sorveglianza la situazione.

Questo ghiacciaio, grande come 12 campi da calcio e situato 2.800 metri sul livello del mare, sotto la vetta della parete nord della Jungfrau, sarebbe davvero in procinto di staccarsi.


Una crepa enorme è stata scoperta sul ghiacciaio durante il mese settembre e, anche se solo piccoli pezzi di ghiaccio sono caduti  finora, vi è la possibilità che si stacchi completamente per crollare nella valle.

" Non sappiamo quanto sia spesso il ghiaccio e Quindi non sappiamo quanta acqua potrebbe essere generata se il ghiaccio cedesse", ha detto il capo del team di crisi.

" Al momento, il pericolo non è imminente perché le temperature si abbasseranno, l' L'inverno sta arrivando, ma stiamo monitorando la situazione ". Temperature particolarmente miti per la stagione non favoriscono certo questa situazione di crisi.

Una spettacolare esplosione sul lato opposto del sole!

5 ottobre 2011,Una enorme esplosione sul lato opposto del sole e' stata registrata delle due sonde della Nasa Soho-Stereo.


una gigantesca espulsione di massa coronale(CME),gli analisti del laboratorio Goddard Space Weather hanno calcolato che la CME era diretta verso il pianeta Mercurio che e' stato colpito dall'onda di plasma solare Mercoledi 5 Ottobre circa alle ore 04:30 UT.secondo le previsioni Venere potra' essere interessata da questa onda solare Giovedi 6 Ottobre.Attualmente ben 8 macchie solari sono orientate verso la terra che aumentano il rischio di CME dirette verso il nostro pianeta.
Space Weather


La Thailandia devastata dalle alluvioni

La Thailandia oramai e da mesi sotto le acque, le piogge monsoniche hanno devastato gran parte del paese ma il livello delle acque non diminuisce,questo fa pensare che ci sia un vero e proprio sprofondamento del paese sotto il livello del mare,l'aumento del livello degli oceani  sta cancellando dalla mappa geografica parecchie isole del pacifico,ed inondando gran parte del sud-est asiatico.
Terrarealtime

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I terremoti interagiscono fra loro,uno studio lo confermerebbe!

Roma - I terremoti interagiscono tra loro. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani guidati da Salvatore Stramondo ed Enzo Boschi sembra aver verificato la teoria del Coulomb stress trigger, secondo cui la forza sprigionata da un evento sismico puo’ innescare ulteriori terremoti nelle aree circostanti il primo epicentro. La ricerca a’ stata pubblicata su Scientific Reports, rivista di scienze della terra del gruppo editoriale Nature.


Il team italiano ha preso in esame il rapporto tra due terremoti verificatisi in Nuova Zelanda, uno nei pressi di Darfeld e l’altro nei pressi di Christchurch, rispettivamente nel settembre del 2010 e nel febbraio del 2011. Dallo studio emerge che il primo terremoto abbia
contribuito al verificarsi del secondo. “Al fine di valutare se il primo terremoto abbia aumentato le probabilita’ di occorrenza di un secondo evento – osserva Stramondo, già docente di Telerilevamento presso l’Universita’ della Calabria – abbiamo calcolato la Funzione di variazione di Coulomb (CFF) e abbiamo trovato che il valore massimo di CFF sopra la seconda faglia e’ stato raggiunto esattamente intorno all’ipocentro del secondo terremoto.

Da qui abbiamo potuto concludere che il terremoto Darfield ha contribuito a promuovere la rottura della faglia di Christchurch”. In base alla teoria del Coulomb stress trigger, il verificarsi di un terremoto non dissipa lo stress ma ne facilita la propagazione nella zona circostante, aumentando potenzialmente le probabilita’ del verificarsi di ulteriori eventi sismici.

Nel settembre del 2010, un terremoto di magnitudo 7,1 si e’ verificato presso Darfield, a circa 30 miglia a ovest di Christchurch. Un secondo terremoto di magnitudo 6,3 ha successivamente avuto luogo sempre nei pressi di Christchurch nel mese di febbraio del 2011. Alla comunita’ scientifica e’ rimasto poco chiaro se la scossa principale della manifestazione sismica del 2010 abbia indotto una redistribuzione dello stress che ha attivato l'evento del successivo febbraio. Utilizzando la tecnica dell’interferometria
differenziale radar satellitare (DInSAR), Salvatore Stramondo e il suo team hanno quindi analizzato la relazione tra i due terremoti mostrando che l’evento del 2010 ha effettivamente caricato gran parte della crosta con valori di tensione superiore a 1 bar, vale a dire sufficienti per far scattare il secondo terremoto.

“I risultati del DInSAR – continua Stramondo – ci hanno permesso di studiare la relazione tra i due terremoti vicini dal punto di vista spazio-temporale. Gli interferogrammi hanno fornito un primo input per la nostra catena di analisi, sotto forma di campi di spostamento della superficie da utilizzare per la modellazione di inversione. Peraltro è importante evidenziare che una delle due faglie, quella responsabile del terremoto di settembre 2010, non era nota alla comunità scientifica quale possibile struttura sismogenetica.


Successivamente,utilizzando le geometrie di faglia di entrambi i terremoti e la distribuzione dello slittamento della prima (terremoto Darfield), abbiamo calcolato la CFF sopra il piano di faglia del secondo. Sulla base di tali analisi, il secondo terremoto puo’ essere interpretato come una scossa lungo un seconda faglia promossa dallo stress di perturbazione del primo terremoto, o come la piu’ grande scossa di assestamento della sequenza iniziata con il primo evento”.
In effetti, alcuni sismologi hanno suggerito che il secondo evento potrebbe essere stato la piu’ grande delle 4.000 scosse di assestamento registrate nel corso della prima scossa. Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche per determinare se la seconda scossa sia stata effettivamente promossa dallo stress di accumulo del primo terremoto.

“Riteniamo – conclude Stramondo insieme a Boschi, ordinario di Geofisica della terra solida ed ex presidente del INGV (Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia) – tuttavia fuori dal campo di applicazione del presente lavoro perseguire ulteriormente la questione, anche se sarebbe interessante dal punto di vista statistico. Con la nostra analisi non possiamo affermare se il secondo terremoto era o non era assolutamente improbabile che
avvenisse senza il precedente, tuttavia il risultato del nostro lavoro e’ che il primo ha caricato la faglia del secondo terremoto, contribuendo a provocarne la manifestazione”.

Fonte

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Il passato di Marte in un meteorite

Recuperato nel 1984 nella zona di Allan Hills, in Antartide,ALH84001 è un meteorite di circa 2 chili, precipitato sulla Terra 13’000 anni fa. Fin dal momento della sua scoperta ha attirato su di sé molte attenzioni per via della sua provenienza: è praticamente certo che un tempo si trovasse su Marte e che, a causa dell’impatto di un grosso meteorite schiantatosi sul pianeta rosso, sia schizzato nello spazio iniziando un viaggio poi conclusosi fra i ghiacci terrestri. ALH84001 è quindi un prezioso campione, contenente una parte di storia di Marte.I risultati di uno studio recente, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNAS), partono da nuove approfondite analisi e giungono a conclusioni molto interessanti sull’ambiente marziano così come poteva essere miliardi di anni fa, all’epoca in cui si formarono i minerali contenuti nel famoso meteorite.


Concentrando l’attenzione su un particolare tipo di carbonati, è stato possibile stabilire che si sono formati per precipitazione, in presenza di acqua e anidride carbonica, a una temperatura di 18°C. La formazione sarebbe inoltre avvenuta a temperatura costante, in un deposito d’acqua del sottosuolo soggetto a una graduale evaporazione, a metri o a decine di metri di profondità.
Si tratta di una ulteriore conferma all’ipotesi che un tempo Marte (o almeno certe sue regioni) fosse un ambiente più umido di quanto non lo sia oggi e che le temperature fossero moderate. D’altra parte però, si conferma anche la natura effimera dei depositi di acqua liquida: un fatto, questo, che ancora non permette di stabilire se Marte sia mai stato un mondo favorevole allo sviluppo di vita, per quanto elementare.
La questione rimane aperta, evidenziando la necessità di effettuare altre analisi, altrettanto approfondite, su altri frammenti marziani, senza aspettare che piovano dal cielo. A questo provvederanno le future missioni, che saranno in grado di raggiungere Marte, raccogliere campioni e spedirli poi sulla Terra.

Istituto Nazionale di Astrofisica

 


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