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Vesta, uno dei più grandi asteroidi conosciuti


Nel 1596 un astronomo, matematico e musicista tedesco che rispondeva al nome di Giovanni Keplero, arrivò a credere che poteva esistere un pianeta nello spazio compreso tra Marte e Giove. La sua intuizione era dovuta ai suoi calcoli atti a determinare la forma ellittica delle orbite planetarie. Successivamente i calcoli matematici di Johann Daniel Titius e Johann Elert Bode – in seguito noto come legge di Titius-Bode – sembravano essere d’accordo con questa teoria. 


Nell’Agosto del 1798, un gruppo conosciuto come “Polizia Celeste”, di cui faceva parte un astronomo tedesco, fu formato per la ricerca di questo pianeta mancante. L’astronomo tedesco, Heinrich Olbers, scoprì il secondo asteroide conosciuto, Pallade. In una lettera a un suo collega astronomo tedesco, egli stese la prima teoria sull’origine dell’asteroide. Egli si domandò: “Può essere che Cerere e Pallade sono solo un paio di frammenti di un pianeta che una volta occupava un posto tra Marte e Giove?”. Olbers motivava la sua idea dal momento che i frammenti di tale pianeta sconosciuto intersecavano il punto dell’eventuale esplosione. Nella notte del 29 Marzo 1807, osservando quest’area all’osservatorio privato situato al piano superiore della sua casa a Brema (Germani), scoprì Vesta, diventando la prima persona ad aver scoperto 2 asteroidi. Dopo innumerevoli osservazioni, olbers inviò i suoi calcoli al matematico Carl Friedrich Gauss, che calcolò l’orbita di Pallade in sole 10 ore. Vesta è il secondo corpo più massiccio nella fascia degli asteroidi. Presenta delle chiazze chiare ed altre scure proprio come la Luna, denotando quindi una certa unicità tra questi corpi. Le osservazioni terrestri hanno poi stabilito che l’asteroide presenta delle regioni basaltiche, che significa che un tempo la lava scorreva sulla sua superficie. Ha una forma irregolare, più o meno quella di uno sferoide oblato ed è l’asteroide più luminoso del cielo, essendo occasionalmente visibile dalla Terra anche ad occhio nudo. Quando Vesta si è avvicinato al nostro pianeta nel 1996, il telescopio spaziale Hubble ha mappato la superficie topografica e le sue caratteristiche. La mappatura ha messo in evidenza un grande cratere al polo sud di 460 Km, enorme rispetto alle dimendioni di Vesta che ha un diametro di 530 Km. Profondo in media 13 Km con punte di 15 Km, il cratere è stato formato da un impatto avvenuto nei primi anni di vita dell’asteroide. Il materiale espulso da questo scontro hagenerato una serie di asteroidi e meteoriti che in passato si sono anche schiantate sulla Terra. Diversamente dalla maggior parte degli asteroidi, l’interno di Vesta è molto differente.


Credit: NASA/JPL
Come i pianeti terrestri, l’asteroide ha una crosta di lava solidificata he copre un mantello roccioso ed un nucleo di ferro e nichel. Questo porta a credere alla tesi che Vesta sia nato come protopianeta, piuttosto che come asteroide. Il nucleo di Vesta sembra essersi formato rapidamente entro i primi 10 milioni di anni dopo la formazione del sistema solare, così come la sua crosta basaltica. Le colate laviche probabilmente si estendevano da centinaia di metri a diversi chilometri, con uno spessore tra i 5 e i 20 metri. La stessa lava poi raffreddata ha dato origine a quello che oggi osserviamo. Nel 1960 una palla di fuoco proveniente da Vesta è stata osservata sui cieli dell’Australia. Il corpo roccioso staccatosi dal grande asteroide era composto interamente da pirosseno, un minerale che si trova nei flussi di lava. Vesta quindi fa parte dei corpi di cui si hanno dei campioni di roccia (gli altri sono la Luna e Marte). Nel settembre 2007, la NASA ha lanciato un veicolo spaziale con l’intenzione di visitare gli asteroidi Vesta e Cerere, che incontrerà nel 2015. La missione consiste nel studiare le caratteristiche del sistema solare analizzando due asteroidi molto differenti tra loro. Cerere mostra delle calotte polari stagionali e potrebbe avere una sottile atmosfera. Vesta dal canto suo è invece secco e roccioso. Date le loro dimensioni, i due corpi sono in realtà considerati come protopianeti, o piccoli pianeti. L’attrazione gravitazionale di Giove ha interrotto la loro formazione. Senza la presenza del gigante del sistema solare oggi potremmo parlare di 2 pianeti effettivi. Vesta è stata ripresa nuovamente dal telescopio spaziale Hubble, ottenendo ulteriori dati. Gli stessi dati hanno rilevato che l’asteroide è inclinato di circa quattro gradi in più rispetto a quanto si pensasse inizialmente. Questi risultati aiuteranno la Nasa a svolgere la mappatura della superficie.


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Enormi fratture stanno dividendo l'Africa,e' potrebbero creare un nuovo oceano!


3 Ottobre 2011 - ETIOPIA - divisione dell'Africa in due : un gigantesco serbatoio sotterraneo di roccia fusa è stato scoperto sotto i deserti d'Etiopia dai geologi inglesi che stanno studiando la regione Afar nel Corno d'Africa, dopo un recente aumento dell'attività vulcanica e sismica e la comparsa di crepe giganti sulla superficie del territorio. Le Placche tettoniche nella zona stanno separandosi a tal punto che potrebbero creare un nuovo oceano. Ora, gli scienziati hanno mappato il colossale lago sotterraneo di magma che si trova fino a 20 miglia (32 km) sotto la superficie terrestre. "Stimiamo che vi siano 3.000 chilometri cubi di roccia fusa sotto Afar - sufficienti a coprire tutta Londra ... con circa un chilometro di roccia", ha detto Kathy Whaler, professore di geofisica all'Università di Edimburgo.


Il serbatoio è sotto pressione tale che ha spinto lingue di roccia fusa verso la superficie, producendo eruzioni vulcaniche e terremoti. Nel 2005, una lingua di magna fuso risalito in superficie origino' una formazione rocciosa lunga 40 km in 10 giorni. Afar si trova nella Great Rift Valley dell'Africa orientale in un punto in cui tre placche tettoniche stanno divergendo l'una dall'altra. Tale movimento crea spazi vuoti, o spaccature, nella crosta terrestre, che consente alla roccia fusa di risalire dal profondo . Ci sono migliaia di chilometri di queste fratture in tutto il mondo, ma quasi tutte si trovano in profondità sotto l'oceano.L' Africa orientale e Islanda sono gli unici luoghi in cui emergono sulla terra ferma. Gran parte di Afar è già sotto il livello del mare, ma è protetta dalle inondazioni da una barriera di basse colline dell'Eritrea. I geologi ritengono che la barriera protettiva sara' superata in circa un milione di anni, consentendo al Mar Rosso di inondare l'intera area e formare un nuovo oceano. 


Indonesia: Rischio eruzione per il vulcano Anak Krakatau

Le autorita' indonesiane hanno sollevato lo stato di allerta per uno dei vulcani piu' pericolosi dell'arcipelago.L'Anak Krakatau,è un vulcano dell'isola indonesiana di Rakata.


Conosciuto per le sue eruzioni molto violente, soprattutto per quella che si verificò il 27 agosto 1883 con energia equivalente a 500 megatoni, provocando il suono più forte mai udito sul pianeta, un boato che arrivò a quasi 5000 km di distanza. L'esplosione ridusse in cenere l'isola sulla quale sorgeva il vulcano e scatenò un'onda di tsunami alta 40 metri che correva alla velocità di 1120 km/h.
Lo scorso 30 Settembre e' stato decretato il livello 3 di allerta su una scala di 4,a causa dell'aumento del numero e dell'intensita' dei terremoti.il 2 Ottobre 2011 sono stati registrati 2745 terremoti.


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LA NASA AMMETTE L'ESISTENZA DEL PIANETA X ?


Il 29 Settembre 2011, la NASA ha tenuto una conferenza per l'aggiornamento delle informazioni sul database di asteroidi vicini alla Terra nel nostro sistema solare, catalogati dal telescopio Widefield Infrared Survey Explorer (WISE). Ma la cosa si è fatta veramente interessante quando una persona, chiamando in diretta nello studio, ha chiesto alla Nasa di negare il pericolo del Planet X. 




Al minuto 4:12 del video che segue, il chiamante chiede: "Potete (...) rassicurare la gente che il Pianeta X non arriverà l'anno prossimo?" Non solo: Amy Mainzer (Principal Investigator NEOWISE, JPL) non ha negato la sua esistenza, ma quasi l'ha confermato, dopo essersi aggrovigliata in strane spiegazioni: "Il Pianeta X non è venuto per farci del male!" ha detto, riconoscendo sostanzialmente la sua esistenza. Dopo aver schivato la questione per qualche tempo, finalmente ha continuato: "Noi pensiamo che questo (Planet X?) è solo ... eh ... solo una sorta di" poi capisce l'errore e cerca di risolvere il problema aggiungendo: "Se c'è qualcosa là fuori potrebbe essere un grande corpo in un'orbita quasi circolare!" COSA??? Ma il chiamante spinge le cose ancora di più, chiedendo se ci fosse: "...qualche altra cosa da dire su questo punto?" Amy Mainzer cade in trappola, ancora una volta e comincia a parlare di nane brune: "Siamo stati in grado di confermare la scoperta di 100 nuovi ... eh ... oggetti, queste stelle sono molto fredde chiamate nane brune e ... quindi ... che è molto simile a quello che ... eh ... le persone sono interessati alla ricerca, quindi ... abbiamo in realtà trovato che alcune di queste sono relativamente vicino alla Terra".
Ma di cosa parla? Probabile, secondo me, che si tratti proprio del pianeta dell'incrocio...


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California: un tratto di strada rischia di collassare nell'oceano!

Un famoso tratto di strada  della costa Pacifica della localita' di San Pedro nello stato della California e' interessato da un serio movimento di terra che ha originato delle crepe lungo la strada costiera, queste hanno creato un fronte franoso lungo la costa, e costretto le autorita' a chiudere un tratto di spiaggia per pericolo di crollo.
Tutto e' iniziato la scorsa settimana con la formazione di un sinkhole che si e' andato man mano ad ingrandire  costringendo la chiusura il tratto stradale geologicamente instabile,le autorita' stanno concentrando le loro indagini su eventuali perdite di acqua sotterranea che avrebbero potuto originare l'instabilita'.gli abitanti della zona sembrano ormai rassegnati e stanno aspettando l'evolversi degli eventi.


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Allarme degli scienziati: si e' aperto un buco nell'ozono grande 3 volte la Germania


Parigi, 3 ott. (TMNews) - Per la prima volta nella storia, si è aperto sull'Artico un buco nello strato di ozono di dimensioni pari a tre volte la superficie della Germania. Provocato da un freddo eccezionale al Polo nord, questo buco si è spostato per un paio di settimane sopra i cieli dell'Europa dell'Est, della Russia e della Mongolia, le cui popolazioni sono state esposte a livelli elevati di raggi ultravioletti. "Per la prima volta, la diminuzione è tale perché si possa ragionevolmente parlare di buco dell'ozono in Artico", si legge nello studio pubblicato ieri dalla rivista scientifica britannica Nature.


L'ozono, una molecola composta da tre atomi di ossigeno, si forma nella stratosfera, dove filtra i raggi ultravioletti che potenzialmente sono in grado danneggiare la vegetazione e gli esseri umani, causando in particolare tumori della pelle e cataratte.
Questo scudo naturale è regolarmente attaccato, a livello dei due Poli, in inverno e in primavera, in parte a causa dei clorofluorocarburi utilizzati dlall'uomo per esempio con i sistemi di refrigerazione e con gli aerosol. Grazie al protocollo firmato nel 1985 a Montreal la produzione di Cfc è ormai quasi inesistente.
Sarebbe quindi il freddo intenso il fattore principale della distruzione dell'ozono. Normalmente il buco dell'ozono è molto più marcato al Polo Sud (Antartide) che al Polo Nord (Artico).




Una cometa impatta nel sole provocando una eruzione solare!


Una cometa scoperta da astronomi dilettanti lo scorso 30 Settembre 2011 e' andata ad impattare nel sole provocando una incredibile eruzione solare,l'evento e' stato registrato dalla sonda della Nasa SOHO il giorno 1 Ottobre 2011,Animazione dell'impatto della cometa, l'evento ha sorpreso gli scienziati che non si aspettavano una immediata CME(espulsione di massa coronale) dopo l'impatto.Infatti prima del 2011 la maggior parte degli scienziati avrebbe dato come una coincidenza un evento del genere.


http://www.spaceweather.com/

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