Lo scienziato Alan Robock, esperto di geoingegneria, ha rivelato alla stampa di essere stato interpellato dalla CIA. Il contatto risale al 19 gennaio 2011 e il motivo della telefonata
può essere sintetizzato nella domanda che gli è stata rivolta: “se un altro paese sta cercando di controllare il nostro clima, saremmo in grado di rilevarlo?”
La notizia dato che è apparsa il 17 febbraio sul The Guardian e sul Daily Mail ha avuto una qualche visibilità nel mondo anglosassone. Non sappiamo fino in fondo le reali motivazioni che abbiano spinto Alan Robock a divulgare l’interesse della CIA per la geoingegneria clandestina, ma si possono fare delle semplici deduzioni.
Intanto le operazioni di geoingegneria, per essere “normalizzate”, vengono inserite in una trama di una spy story vista e rivista al cinema. Abituati come siamo ad essere spettatori, il rischio è che scambiamo la realtà per finzione cinematografica. Invece quando si affronta il problema delle irrorazioni attraverso le scie chimiche si sta parlando della vita reale, dell’attualità e del futuro del nostro pianeta.
La CIA ha le mani in pasta nella US National Academy of Sciences (NAS) che recentemente ha rilasciato una serie di rapporti sulla geoingegneria (ribattezzata climate engineering) che hanno contribuito a sdoganarla ufficialmente come possibilità concreta per contenere i cambiamenti climatici . Quindi è lecito pensare che l’interesse della CIA per il controllo globale del clima è forte e per certi versi primario, tanto che nel Quadriennale Defense Review 2014 redatto dalla Casa Bianca viene riportato che il cambiamento climatico rappresenta una grave minaccia per gli Stati Uniti e il resto del mondo.
La storia del controllo del clima parte da lontano ed è legato alla volontà di dominio sul mondo. Tanto che l’Intelligence più famoso del pianeta, nel 2009, aveva aperto un Centro sul cambiamento climatico e la sicurezza nazionale. Dopo che il Congresso decise di chiuderla nel 2012, l’agenzia investigativa statunitense dichiarò che in ogni caso avrebbe continuato a lavorare sui temi legati al clima. Visto che la CIA, già nel 2009 si informava sulla possibilità di capire se il clima era manipolato, siamo proprio sicuri che il mandante era preoccupato di difendere il pianeta dai cattivoni di turno oppure era interessato a comprendere se le attività di geoigegneria clandestina erano rilevabili ? Militari yankee cosa avete da nascondere?
Per Wikipedia le teorie del complotto sulle scie chimiche fanno uso del termine geoingegneria clandestina per indicare presunte attività volontarie e segrete, su vasta scala, volte a modificare sia il clima globale che il tempo meteorologico locale per scopi militari e ostili alla popolazione, principalmente mediante irrorazione di scie chimiche rilasciate da velivoli civili e/o militari.
Invece di farci fregare dall’informazione di regime alziamo gli occhi al cielo. In quelle giornate dove l’atmosfera è solcata dalle scie chimiche sarà difficile continuare a chiamare teoria del complotto ciò che è reale sopra la nostra testa.
Il resto delle notizie rilasciate da Alan Robock sono noiose e poco interessanti. Il prezzolato scienziato avverte che la geoingegneria senza adeguate ricerche potrebbe essere pericolosa, ma con le giuste conoscenze diverrebbe una risorsa per la terra.
Come siamo ridotti, gli stessi che ci vogliono far credere che la minaccia planetaria arriva dall’inquinamento antropico e propongono delle soluzioni “scientifiche” al problema, sono proprio quelli al soldo di chi vuole normalizzare la geoingegneria e le scie chimiche per continuare ad operare contro l’umanità. Certo è che dobbiamo cambiare registro: inquinare di meno e tornare ad un modello economico e sociale sostenibile, ma ciò che minaccia il genere umano, più da vicino, ruota intorno alle operazioni di controllo globale del clima.
può essere sintetizzato nella domanda che gli è stata rivolta: “se un altro paese sta cercando di controllare il nostro clima, saremmo in grado di rilevarlo?”
La notizia dato che è apparsa il 17 febbraio sul The Guardian e sul Daily Mail ha avuto una qualche visibilità nel mondo anglosassone. Non sappiamo fino in fondo le reali motivazioni che abbiano spinto Alan Robock a divulgare l’interesse della CIA per la geoingegneria clandestina, ma si possono fare delle semplici deduzioni.
Intanto le operazioni di geoingegneria, per essere “normalizzate”, vengono inserite in una trama di una spy story vista e rivista al cinema. Abituati come siamo ad essere spettatori, il rischio è che scambiamo la realtà per finzione cinematografica. Invece quando si affronta il problema delle irrorazioni attraverso le scie chimiche si sta parlando della vita reale, dell’attualità e del futuro del nostro pianeta.
La CIA ha le mani in pasta nella US National Academy of Sciences (NAS) che recentemente ha rilasciato una serie di rapporti sulla geoingegneria (ribattezzata climate engineering) che hanno contribuito a sdoganarla ufficialmente come possibilità concreta per contenere i cambiamenti climatici . Quindi è lecito pensare che l’interesse della CIA per il controllo globale del clima è forte e per certi versi primario, tanto che nel Quadriennale Defense Review 2014 redatto dalla Casa Bianca viene riportato che il cambiamento climatico rappresenta una grave minaccia per gli Stati Uniti e il resto del mondo.
La storia del controllo del clima parte da lontano ed è legato alla volontà di dominio sul mondo. Tanto che l’Intelligence più famoso del pianeta, nel 2009, aveva aperto un Centro sul cambiamento climatico e la sicurezza nazionale. Dopo che il Congresso decise di chiuderla nel 2012, l’agenzia investigativa statunitense dichiarò che in ogni caso avrebbe continuato a lavorare sui temi legati al clima. Visto che la CIA, già nel 2009 si informava sulla possibilità di capire se il clima era manipolato, siamo proprio sicuri che il mandante era preoccupato di difendere il pianeta dai cattivoni di turno oppure era interessato a comprendere se le attività di geoigegneria clandestina erano rilevabili ? Militari yankee cosa avete da nascondere?
Per Wikipedia le teorie del complotto sulle scie chimiche fanno uso del termine geoingegneria clandestina per indicare presunte attività volontarie e segrete, su vasta scala, volte a modificare sia il clima globale che il tempo meteorologico locale per scopi militari e ostili alla popolazione, principalmente mediante irrorazione di scie chimiche rilasciate da velivoli civili e/o militari.
Invece di farci fregare dall’informazione di regime alziamo gli occhi al cielo. In quelle giornate dove l’atmosfera è solcata dalle scie chimiche sarà difficile continuare a chiamare teoria del complotto ciò che è reale sopra la nostra testa.
Il resto delle notizie rilasciate da Alan Robock sono noiose e poco interessanti. Il prezzolato scienziato avverte che la geoingegneria senza adeguate ricerche potrebbe essere pericolosa, ma con le giuste conoscenze diverrebbe una risorsa per la terra.
Come siamo ridotti, gli stessi che ci vogliono far credere che la minaccia planetaria arriva dall’inquinamento antropico e propongono delle soluzioni “scientifiche” al problema, sono proprio quelli al soldo di chi vuole normalizzare la geoingegneria e le scie chimiche per continuare ad operare contro l’umanità. Certo è che dobbiamo cambiare registro: inquinare di meno e tornare ad un modello economico e sociale sostenibile, ma ciò che minaccia il genere umano, più da vicino, ruota intorno alle operazioni di controllo globale del clima.
http://www.primapaginadiyvs.it/la-geoingeneria-la-cia-e-il-controllo-globale-del-clima/
2 commenti:
Se controllano il clima controllano tutto. Gli piacerebbe. Vogliono farcelo credere ma non è così. Chissà perché sulle scie chimiche, su Haarp c'è sempre uno spione di turno che parla. Il clima e l'ambiente sono gli unici argomenti su cui tutti ci uniremmo, meglio far credere che tutto sia sotto controllo. Informatevi sull'ambiente e sul clima, non date retta agli "spioni".
Scusa mi dici dove mi posso informare sull'ambiente e il clima (fonti sicure)? Grazie
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