Siccità in California, Nestlé sotto inchiesta per il business dell’acqua in bottiglia

Acqua in bottiglia NeslteFurto acqua – Con la siccità in California, lunghissima e mai vista, la multinazionale Nestlé sta facendo affari d’oro in tutta la West Coast,
ma è finita anche sotto inchiesta da parte dell’ U.S. Forest Service per aver continuato ad utilizzare licenze scadute per imbottigliare l’acqua da una foresta nazionale. Intanto nell’Oregon gli ambientalisti sono all’attacco del governo dello Stato che vorrebbe consentire alla Nestlé di aprire il suo primo impianto di acqua in bottiglia. Il 10 aprile l’Oregon Department of Fish and Wildlife e il paesino di Columbia River Gorge hanno collegato i pozzi amministrati dal municipio e l’acqua statale, aprendo così la strada per vendere l’acqua della sorgente di Cascade Locks, una decisione presa per salvare dalla bancarotta un’amministrazione con soli 1.245 abitanti. Ma la mossa non è sfuggita agli agguerriti ambientalisti dell’Oregon, che dicono che il progetto distruggerebbe la vita acquatica e porterebbe un traffico pesante insostenibile. La fabbrica di imbottigliamento dell’acqua della Nestlé darebbe lavoro a 50 persone e farebbe incassare al piccolo municipio almeno 135 mila dollari in tasse all’anno, una miseria ma che fa gola al sindaco Gordon Zimmerman che ha anche sottolineato in un’intervista a ThinkProgress che lui amministra un paese con una disoccupazione al 18,8%: «Speriamo di risolvere la cosa. Attualmente ci sono 30 altri impianti di imbottigliamento di acqua nell’Oregon, così come diversi imprese di birra e di succhi che operano nei pressi di Cascade Locks». Ma gli oppositori fanno notare che il progetto Nestlé è diverso dagli altri esistenti in tutto lo stato. Alex P. Brown, direttore esecutivo di Bark, un’associazione per la difesa e il l ripristino dell’area di Monte Hood ha detto ThinkProgress che «Questa sarebbe la prima volta che lo Stato facilita attivamente la vendita di acqua pubblica per l’imbottigliamento. Le persone non vengono ascoltate. La risposta che abbiamo appena ricevuto dalla nostra agenzia di stato è: “Mandiamo avanti il processo più velocemente, con un livello inferiore di revisione pubblica”». Bark e Food and Water Watch, dicono che «Nestlé è colpevole di danneggiare l’ambiente, di bullismo con le piccole città e per aver fatto una fortuna con un bene pubblico. Nestlé ha la cattiva reputazione di superare i vincoli della comunità, e quel che sta facendo qui è esattamente la stessa cosa». Bark e gli ambientalisti puntano invece a promuovere un futuro economico a lungo termine e sostenibile per le comunità dell’area di Monte Hood e Brown sottolinea che «I componenti della proposta (della Nestlé) sono in contrasto con gli altri obiettivi di sviluppo economico di Cascade Locks». Ma se la multinazionale punta ad estrarre acqua dall’Oregon per dissetare la California, anche nel Golden State devastato dalla siccità sempre più californiani chiedono di rivedere le politiche di imbottigliamento dell’acqua che arricchiscono la Nestlé e criticano il governatore democratico Jerry Brown che, all’inizio del mese, ha firmato un nuovo regolamento sull’acqua che non tocca minimamente i privilegi della Nestlé e gli altri prelievi a scopo di lucro. Più di 135.000 persone hanno firmato una petizione della Courage Campaign, un’organizzazione di attivisti on-line californiani, per chiudere gli impianti di imbottigliamento di acqua della Nestlé durante la siccità. La petizione rivolta allo Stato ed alla Nestlè sottolinea: «Mentre la California sta affrontando condizioni di siccità record, è inconcepibile che la Nestlé continui ad imbottigliare la preziosa acqua dello Stato, per esportarla e venderla per profitto. Come consumatore e cittadino interessato, vi invito a cessare immediatamente le operazioni di imbottigliamento di Nestlé in California». Eddie Kutz, direttore esecutivo di Courage Campaign ha detto a ThinkProgress: «Queste sono le nostre riserve d’acqua e quello che si stanno portando via domani. non ci sarà più. Gli Oregonians dovrebbero fare attenzione a chi danno o vendono i diritti sull’acqua. In California è molto chiaro che molti di questi diritti che sono stati dati via, volenti o nolenti, molto tempo fa, e non sono mai stati rivalutati». E Kutz sembra aver proprio ragione: la scorsa settimana il Desert Sun che la Nestlé ha continuato ad imbottigliare l’acqua della foresta di San Bernardino nonostante la licenza fosse scaduta 1988 e ora l’U.S. Forest Service, che avrebbe dovuto controllare la scadenza e l’esercizio di quella licenza, dice che questo caso è diventato una sua priorità assoluta. Il supervisore della San Bernardino National Forest, Jody Noiron, ha detto al Desert Sun: «Ora che è stato portato alla mia attenzione che la licenza della Nestlé è scaduta da tanto tempo, al top della siccità … è stata spostata in cima alla pila in termini di programma di lavoro, perché la nostra gente ci lavori su». Nestlé invece non ha voluto finora commentare le accuse dell’imbarazzante furto d’acqua che durerebbe da 27 anni, ma e cose per la potentissima multinazionale in California sembrano mettersi male e il danno di immagine è già enorme. 



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