La schiavitù presto prenderà il nome di “sicurezza”

La schiavitù presto prenderà il nome di “sicurezza”.Mappare tutti per prenderne pochi.Ecco come cominciano ad
abbindolarci e farci accettare questa realtà.

Cominciano con le prime rivelazioni, interviste, articoli ecc, tutti con un solo scopo: usare il terrorismo come pretesto per un controllo globale delle popolazioni, il tutto in nome della sicurezza. Lo chiede in nuovo ordine mondiale…

Vogliono farci riflettere sulla necessità, per ciascuno di noi, di cedere una porzione limitata della propria libertà a vantaggio della sicurezza di tutti, facendoci credere che ciò è fondamentale analizzare per prevenire e contrastare il terrorismo.
La foto sopra riportata mostra un articolo di “Il Fatto Quotidiano” del 23 novembre scorso, il quale parla di una intervista fatta a Gioacchino Genchi, che è stato a lungo consulente informatico di molte procure italiane, ha collaborato anche alle inchieste sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, per trent’anni s’è occupato di analizzare tabulati telefonici incrociandoli con celle e ripetitori, pagamenti con carte di carte, pedaggi autostradali e altre informazioni utili.

Genchi ha sottolineato che, a suo avviso per combattere efficacemente il terrorismo bisogna:

1) Inserire il dna di tutti noi in un unico documento elettronicosostitutivo alla ormai passata carta d’identità, codice fiscale e tessera sanitraria. Una procedura utile, a suo avviso, a livello investigativo. In questo modo ciascuno di noi lascia un frammento del proprio passaggio (DNA) e del proprio comportamento (documento elettronico).

Ma documentare il Dna non è eccessivo, sotto il profilo della privacy? Documenta persino l’andamento della nostra salute….

2) Imporre a tutte le autovetture l’utilizzo del Telepass,in modo da monitorare e documentare tutti gli spostamenti all’interno dello stato, dalle tratte autostradali, ai parcheggi e ai valichi di controllo urbano.

3) Intercettare anche gli squilli oltre che le chiamate, conservando così anche i dati relativi ai tentativi di chiamata, questo perchè furono degli squilli ad azionare gli ordigni delle metropolitane di Madrid e Londra.

4) Autorizzare l’accesso e quindi l’interfacciamento diretto ed in tempo reale da parte della polizia a tutte le telecamere sparse per il territorio nazionale, ciò consentirebbe loro di acquisire dati immediatamente e controllare nell’immediatezza ogni angolo dello stato.

A nostro avviso sono tutte prassi utili a livello investigativo, ma molto invasive, in quanto, se venissero applicate a tutti, l’unico posto dove non saremmo controllati e mappati sarebbe il “bagno di casa” (per ora)…

Una domanda sorge spontanea :perchè mappare tutti per prenderne pochi? Quì si parla di intaccare la libertà e la privacy di tutti, per colpa di pochi esaltati.

Non si potrebbero applicare le procedure sopra riportate solo per quelle persone che potrebbero avere a che fare con il terrorismo internazionale? Quelle andrebbero controllate anche nel bagno di casa…
Non si potrebbero monitorare in questo modo tutti i richiedenti asilo provenienti dal mondo orientale?

Applicare queste norme a tutti, sarebbe considerare ogni singolo italiano un potenziale terrorista. Ma ormai si sa, è tutta una scusa per controllarci…

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