IL RISCALDAMENTO GLOBALE? UN’INVENZIONE AFFARISTICA!

Parigi: irrorazioni Nato



di Gianni Lannes 
Manipolazione bellica del clima per il dominio del mondo. L’aerosolchemioterapia bellica NATO, in atto sotto gli occhi distratti degli europei è un evidente esempio di miopia e di tabù sociali. Una singolare coincidenza temporale, dopo la recente strage a Parigi? La XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si terrà proprio a Parigi, dal 30 novembre al 11 dicembre del 2015. Questa conferenza è organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), un trattato ambientale creato dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED). L'obiettivo della conferenza è quello di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni. 
Sul portale del Parlamento italiano si legge: 
«COP21 La sfida che non si può perdere – L’Italia e l’Europa verso la Conferenza di Parigi. Esperti, esponenti politici e istituzionali, rappresentanti delle associazioni ambientaliste, studiosi, imprenditori e giovani. Sono stati i protagonisti dell'incontro organizzato dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, giovedì 12 novembre (ore 11, Sala della Regina) dal titolo: "COP21 La sfida che non si può perdere - L'Italia e l'Europa verso la Conferenza di Parigi". Un'iniziativa che si è proposta da una parte, di contribuire ad accendere i riflettori su un appuntamento storico come quello che prenderà il via nella capitale francese il 30 novembre, dall'altra di raccogliere idee e proposte per il dibattito sui cambiamenti climatici che si terrà in Aula a Montecitorio nelle prossime settimane. Tra i relatori ci sono Francesco Rutelli (alla voce nuovo deposito nucleare nazionale) ed Ermete Realacci (padrino di Legambiente).


Ma andiamo al bandolo della matassa. «Secondo uno studio dell’Università del Wisconsin il clima della Terra sta tornando a quello dell’era neoboreale, un periodo di siccità, fame e scontri politici nel mondo. Il cambiamento climatico è iniziato nel ’60, ma in pochi se ne sono accorti. I monsoni africani hanno smesso di soffiare nel ’68, e porteranno i paesi in via di sviluppo alla rovina politica ed economica. Il clima è ora un fattore critico. Il periodo di clima neoboreale è giunto». Questa, in sintesi, l’introduzione di un rapporto della Cia del 1974. Ergo, il cosiddetto global warming è una parodia da scientisti. In un articolo del Washington Post. pubblicato nel 1976 a firma Jonathan Powers, in materia di “deterioramento del meteo mondiale”, si menzionava un rapporto classificato della Central Intelligence Agency del 1974, che a dire del cronista suonava come un documento del Club di Roma. Il documento è intitolato “Uno studio della ricerca climatologica in considerazione dei problemi di intelligence” . Cosa annotava la CIA nel 1974? Arriverà il freddo: e con quello, siccità, alluvioni, meteo impazzita, fame, problemi economici anche nelle nazioni più ricche, rischi di instabilità, l’Africa starà peggio, il Sahara si espanderà, e così via in una vera litania di catastrofi presenti e future. I modelli climatici? Sono presentati come il futuro della climatologia, e in pochi anni saranno in grado di prevedere il clima che verrà».


E’ possibile prendere ancora sul serio i fantocci della climatologia che si ostinano a negare la guerra ambientale in atto proibita dalla convenzione internazionale Enmod (entrata in vigore nel 1978), dopo aver letto quel rapporto? Il problema è che truppe di scienziati e e frotte di governanti sono asserviti al sistema economico delle corporations, per convincere la gente a fare quello loro pretendono che facciano. Analizzando le pagine di “A study of climatological Research as it pertains to intelligence problems” ci si imbatte in previsioni e terminologie molto attuali, specialmente in questi giorni, ma trattate dalla parte opposta: guerre, carestie e cambiamenti climatici sconvolgeranno il mondo perché si è entrati in un’epoca di raffreddamento globale. Proprio così: secondo i climatologi più affermati all’epoca - c’è anche il direttore del Cru dell’Università dell’East Anglia, quella a cui nel 2009 sono state “rubate” le e-mail che documenterebbero i trucchi dei climatologi per “addomesticare” le temperature - parlano con sicurezza di “trend di global cooling”. Sembra di leggere un rapporto attuale dell’Onu: gli «impatti economici e politici di un cambiamento climatico significativo vanno oltre ogni immaginazione - scriveva la Cia - Ogni nazione che abbia conoscenza delle scienze atmosferiche deve contrastare questo cambiamento”. Ma soprattutto si parla della “possibilità di un conflitto internazionale” dovuto ai cambiamenti del clima entro gli anni 70. All’inizio degli anni 70 - prosegue il documento - si sono registrati l’aumento dei ghiacci e quello delle precipitazioni nevose fino al 15 per cento, in Canada e Groenlandia si sono susseguiti 19 mesi di temperature sotto la media e ogni nazione è stata attraversata da problemi di questo tipo. Come oggi si sente dire da esperti e storici che le grandi civiltà furono cancellate da periodi di caldo globale, gli esperti e gli storici dei primi anni 70 spiegavano che le cadute di “numerose e potenti civiltà del passato” sono avvenute in concomitanza con “global cool periods”, periodi di raffreddamento globale. Le previsioni degli esperti - riporta il rapporto della Cia - assicurano che il Canada, la parte europea dell’Unione sovietica e il nord della Cina “saranno coperti di neve e ghiaccio». 
Gli studi che adesso affollano le pagine dei giornali prevedono scenari apocalittici dovuti all’aumento della temperatura di due o tre gradi. Qualche decennio fa gli studiosi prevedevano che con il semplice abbassamento delle temperature medie di un grado ci sarebbero state praticamente le stesse conseguenze. Nel documento si parla apertamente di “consenso” degli scienziati del clima: vengono citate le principali scuole di pensiero al riguardo e le conferenze sul clima da cui emergeva che gli esperti concordassero sul raffreddamento in atto: «Il mondo sta tornando al regime climatico che si ebbe tra il 1600 e il 1850 chiamato la ‘piccola era glaciale’». 
Paradossalmente, il consenso di allora era più credibile di quello attuale: all’epoca non esisteva un Ipcc (il panel intergovernativo creato dalle Nazioni Unite per studiare l’impatto dell’uomo sul clima), per cui il consenso si creava confrontando studi che arrivavano da tutto il mondo senza un ente centrale di controllo e di censura. I sostenitori del riscaldamento globale causato dall’uomo hanno sempre negato che anni fa ci fosse un consenso tra scienziati sul raffreddamento globale. Questo rapporto della Cia attesta esattamente il contrario, e mostra come lo spauracchio dell’emergenza venga agitato con qualsiasi trend climatico. Gli scienziati che oggi non credono a un pianeta destinato ad arrostire per colpa nostra forse non hanno tutti i torti a dire di pensarci due volte prima di prendere decisioni basate su “certezze” che la storia del clima già ha smontato. 
riferimenti: 







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