Perché la stampa Italiana ci sta raccontando falsità sulla situazione in Grecia? Perchè la dipinge in modo apocalittico? Ci vogliono spaventare? Leggete questo, quasi incredibile !!




Atene.
Federico Fubini è il vicedirettore del Corriere della Sera. Non lo conosco e non l’ho mai incontrato. La prima volta che ho letto e riletto la sua firma è stato pochi mesi fa quando scriveva per Repubblica.
Il suo era un pezzo di apertura su Cernobbio e Varoufakis e le sue parole marcavano la prima pagina del quotidiano. Si apriva così: “Yanis Varoufakis usa meno cravatte ma più profumo della media dei ministri finanziari dell’area euro”. Perché l’inviato di Repubblica in prima pagina parla del profumo del Ministro delle Finanze ellenico (che peraltro, profumo o meno, ebbe un certo successo a Cernobbio)? Non potevo credere ai miei occhi. Ma poiché molti giornalisti sono ormai propensi alle note di colore, passai oltre. Ho dimenticato quelle parole fino a stamattina.
Sono arrivato a Atene nella notte. La città non dormiva, ma era presto per tirare le somme. Code ai bancomat. Gente impazzita. Popolazione allo stremo. Pensionati distrutti. La scelta “folle” di Tsipras di indire un referendum mi inseguiva sui titoli dei quotidiani da giorni. E siccome vengo in Grecia, amo la Grecia, studio la Grecia da più di vent’anni, non potevo crederci. Ma stamattina sono rimasto di stucco.


Federico Fubini comincia così il suo articolo sul Corriere della Sera di oggi: “Nessuno sale più all’Acropoli. Da ieri ormai non ci salgono i turisti, i cui torpedoni sono scomparsi dai piedi della salita al tempio di Atena con l’approssimarsi dell’atto finale di questo dramma”. Intitolato “Grecia, il piano segreto di Varoufakis: una moneta parallela all’euro”, l’articolo racconta una serie di retroscena su Tsipras, Varoufakis, Syriza, Dragasakis (vice Premier moderato); e lascia intendere che Syriza è spaccata, che Tsipras è allo sbando e Varoufakis neanche a parlarne. Giocando sul filo di rimandi alla classicità di cui credo che Fubini non sappia granché, l’articolo si conclude con un’allusione al suicidio politico di Tsipras. Nulla di ciò che racconta Fubini è confermato da fonti. Può darsi che sia molto ben informato su Syriza e sulle sue dinamiche interne. Può darsi. Ho sentito persone interne a Syriza, oggi, che smentiscono drasticamente le sue ricostruzioni, ma può darsi che abbia ragione perché è possibile che le smentite non abbiano alcun valore, come è noto in questi casi.
Ci sono soltanto due dati che è possibile controllare di questo articolo. Il primo è l’Acropoli vuota che già ho citato. Il secondo eccolo: “Non c’è più tempo: i pagamenti nel Paese stanno collassando, i pensionati senza bancomat hanno diritto a ritirare non più di 120 euro ogni tre giorni e navi turistiche da 500 posti partono ormai dal Pireo per le Cicladi con 20 passeggeri a bordo.”


E così sono sceso al centro di Atene, mi sono infilato a Monastiraki e ho percorso la stradina che costeggia l’Agorà intitolata a Adriano. Bar zeppi di turisti, bancomat solitari e senza fila, sono entrato all’Agorà e ho domandato se l’affluenza al sito fosse cambiata in questi giorni. “In nessun modo” mi hanno risposto. Forse però Fubini è salito su, nel caldo, sulla roccia dell’Acropoli. Sono uscito dall’Agorà su Apostolou Pavlou e sono arrivato alla piazzola dei torpedoni sotto l’Acropoli. Zeppa come sempre. Un pullman si è allontanato pieno e un altro ha preso il suo posto. Dove era stato Fubini? Sono salito su per la via disegnata da Dimitris Pikionis. Alle biglietterie la fila sotto il sole cocente. I Propilei affollati. Il Partenone come sempre accerchiato da turisti che scattano foto: giapponesi, francesi, italiani, inglesi, americani, greci. Non ho mai amato l’Acropoli affollata di gente. Il mio maestro, Gabriele Giannantoni, si svegliava alle sei per essere sotto il Partenone alle otto in punto, all’apertura. Sono cresciuto imparando a apprezzare il silenzio. Ma stavolta ero felice. Cosa aveva visto Fubini?
Me ne sono tornato a Monastiraki, ho preso la metro per il Pireo, l’ “elettrico” come chiamano qui il primo mezzo che percorse la capitale, un treno elettrico per metà esterno e per metà sotterraneo. Ho attraversato la strada aggirando il ponte aperto per le Olimpiadi e dall’anno scorso chiuso per lavori mai iniziati. Il porto pullulava di turisti. Due americane non sapevano nulla del “corralito” ma erano felici per non aver dovuto pagare i mezzi pubblici. Un gruppo di ragazzi se la rideva all’ombra fumando sigarette. Tutto come sempre. Ho domandato se ci fosse qualche cambiamento. Niente di rilevante, forse un lieve calo – mi hanno detto. È inizio luglio. Solo turisti. In mezzo alla settimana quasinessun greco. Forse qualcuno ha deciso di rinunciare? Difficile dirlo. Lo sanno gli albergatori.


Forse Federico Fubini è salito all’alba all’Acropoli e poi al Pireo ha trovato una nave che partiva con venti passeggeri a bordo? Ne dubito. Se anche fosse, non è questa la norma nei giorni più importanti in cui un referendum decisivo è alle porte. Le sue informazioni non raccontano la realtà. Come ci si può fidare di lui sui retroscena politici, se gli unici fatti che ha raccontato non sono reali?
Il mio mestiere non è quello del giornalista. Ma quando scrivo reportage dai paesi in cui viaggio, la regola è quella che mi hanno insegnato: raccontare ciò che vedo, domandare, controllare i dati. Si tratta della regola più importante per chiunque abbia la possibilità di essere letto anche solo da pochi lettori avidi di informazioni. Figurarsi su questioni di così grande importanza e su quotidiani letti da migliaia di persone. Così, sull’Acropoli ho tirato fuori il mio tesserino di pubblicista e ho scattato foto alla folla così come davanti ai bancomat solitari e vuoti e davanti al porto brulicante di viaggiatori.

Poi me ne sono andato a pranzo con una reporter che da anni racconta la Grecia per un grande quotidiano straniero. Abbiamo parlato, mi ha raccontato. Viene in Grecia e parla greco da una trentina di anni. Conosce il popolo e i suoi politici. La grandezza e la miseria greche. La tragedia. Il radicalismo. L’intelligenza. La predisposizione al dibattito. Eravamo in una taverna. Si sono uniti due greci a discutere di politica. Abbiamo chiacchierato fino alle quattro. Non so se lei scriverà di quel che abbiamo vissuto oggi a pranzo. So che a me piacerebbe se i lettori italiani potessero leggere i suoi magnifici articoli.


In Grecia, in questi giorni, si decidono molte cose. Per il Paese e per l’Europa stessa. La campagna mediatica ha raggiunto qui proporzioni inaudite. Si sa bene quanto le tv private che dominano il panorama informativo greco siano tutte senza esclusione da una parte. L’informazione europea potrebbe mostrare un’altra via, una via se non imparziale (ché l’imparzialità è un’utopia), ma perlomeno documentata e il più possibile fedele alla realtà. È sconcertante dover ammettere il contrario.


fonte: http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche-la-stampa-italiana-racconta-la-grecia-in-modo-apocalittico/


Buongiorno a tutti. FATE GIRARE IL PIU’ POSSIBILE QUESTO MIO POST. La gente deve essere informata in modo serio. Ieri dopo aver letto l’ennesima MENZOGNA da parte di autorevoli quotidiani italiani: GRECIA AL COLLASSO. Sulle isole mancano i viveri, in particolare la carne e il pesce, i banchi dei supermercati sono vuoti, file alle farmacie per comprare i medicinali che ormai sono finiti. BENE, stamattina ho preso la fotocamera e sono andato a fare un po di foto in giro PER SMENTIRE chi continua a fare FALSA INFORMAZIONE per impaurire la gente. Io vivo sull’isola di Corfù, quindi secondo gli articoli dei giornali italiani e anche delle TV, stamattina avrei dovuto trovare il VUOTO dappertutto e non poter mangiare. Ecco il mio reportage di oggi 4 luglio 2015. Scusatemi se alcune foto sono storte, ma alcuni scatti li ho dovuti rubare per evitare che mi prendessero per pazzo vedendomi scattare gli scaffali dei supermercati e delle macellerie. Ho cancellato i volti delle persone per la privacy.
Questa è la mia risposta a TUTTE LE MENZOGNE per impaurirvi. Venite in Grecia e non vi preoccupate.
NON C’E’ UNA GUERRA CIVILE E NON SI MUORE DI FAME.
Scusatemi per l’ennesimo sfogo E CHE VINCA IL NO 

per vedere tutte le foto clicca sul link


http://siamolagente2.altervista.org/perche-la-stampa-italiana-ci-sta-raccontando-falsita-sulla-situazione-in-grecia-perche-la-dipinge-in-modo-apocalittico-ci-vogliono-spaventare-leggete-questo-quasi-incredibile/





6 commenti:

Anonimo ha detto...

veramente stanno facendo del tutto per non mostrare la realtà e non spaventare la la popolazione italiana, che tra un po farà la stessa fine

Anonimo ha detto...

Credo senza possibilità di smentita che in Italia abbiamo la disnformazione peggiore e questo a causa, ahimè, del retaggio cattolico del nostro disgraziato paese.
Nei secoli scorsi c'erano i domenicani che si occupavano di imprigionare e torturare chi non la pensasse come dicevano loro.
Oggi ben poco è cambiato, forse non torturano più ma gli strumenti si sono fatti più raffinati: il CICAP, i giornalisti catto-comunisti al soldo del potere e dulcis in fundo questo Fubini da inserire a pieno titolo nella già chilometrica lista dei disnformatori, smentito chiaramente dai fatti e dalle fotografie scattate da chi si trova in Grecia in questo momento. Ah, per la cronaca sulla rai sono già convinti che vincerà il sì... staremo a vedere!

Anonimo ha detto...

comunque vada, si o no, le cose si metteranno male per tutti, ma almeno i Greci sono a testa alta, vedremo noi poi..

Earwen ha detto...

Auguro ai greci di riuscire a liberarsi di quella palla al piede che ci trasciniamo dietro da decenni.
Possano ripartire così da zero e riprendersi le loro vite, che si salvino e se gli serve un'opinione spassionata, eccola: levatevi da questo giro vizioso.
Ritornate alla vostra moneta sovrana, tornate a produrre e consumare il necessario per voi, ripristinate tutto ciò che vi hanno stroncato, ora non so come siete messi a scuole, servizi come sicurezza o sanità ma buttatevici a capofitto e fregatevene delle banche.
Spediteli a mare, come hanno fatto altri, voi che potete.
Così facendo ci aiuterete a fare altrettanto, ve ne prego, ve lo chiedo con tutto il cuore, sbattete l'europa fuori dalle vostre terre e riprendetevele.
Siete i discendenti dei nostri avi, siamo parenti alla lontana e ve lo chiedo sinceramente: siate liberi e consapevoli.
GRAZIE.

luigiza ha detto...


Ma c'è un preciso motivo perchè la Grecia ce la raccontano in quel modo ed é espresso in questa storiella:

C’era una volta un certo Zorba il greco che per motivi suoi si indebitò follemente con Francois ed Hans.
Ad un certo punto il suo debito era talmente elevato che Zorba non era più in grado di ripagarlo.

Ecco allora che Francois ed Hans che sono due veri samaritani si misero ad urlare ai quattro venti che bisognava assolutamente aiutare Zorba e per farlo occorreva mettere dei soldi a disposizione di Zorba.
Tra gli amici di Francois ed Hans vi era il ‘Gruppo dei coglioni’ che vennero spronati a contribuire al salvataggio e tra questi coglioni spiccava un certo Italo, il più coglione di tutti, che per tramite di un certo Mario disse: “Eccovi la mia quota di solidarietà di 50 miliardi di Euro”.
Nota bene che Italo non aveva prestato un centesimo a Zorba, ma non importa, il coglione doveva e sopratutto voleva essere solidale.

Zorba prende i soldi ed immediatamente li gira a Francois ed Hans che se li intascano ma essendo essi dei samaritani chiedono anche gli interessi che Zorba non può pagare perchè é con le pezze al culo.

Ecco allora che Francois ed Hans che sono due veri samaritani si misero ad urlare ai quattro venti che bisognava assolutamente aiutare Zorba …..

Loop (torna all’inizio ed ad ogni giro tieni presente che Zorba é sempre più in difficoltà mentre Francois ed Hans recuperano via via quanto prestato a Zorba facendoseli dare da quelli del Club dei coglioni)


Capito adesso?
Se si rompe il giocattolo per qualcuno son dolori e grossi pure.

Ma pare che anche presso alcuni dei ns. politici cominciano a diradarsi le nebbie della disinformazione

D’Alema anti Merkel spopola in Rete: Aiuti Grecia sono andati a banche tedesche e francesi

luigi ha detto...

io non penso che la grecia abbia da guadagnarci da questo referendum, che non è per l'uscita dall'euro.

a) se vince il no non è detto che vengano dati altri aiuti e sarà problematico gestire un paese che non riceverà più euro in prestito nè come aiuti nè come normale finanziamento a cui tutti gli stati purtroppo accedono perchè basano la loro economia e società sul debito
b) se vince il sì si continua con l'austerità e tutto resta sempre come prima

l'euro non è il demonio, almeno non in teoria. è stato fatto diventare così perchè come tutte le monete oggi sono emesse prestandole maggiorate di interessi.

è qui che la gente non capisce, pensa sia giusto prendere i soldi in prestito, considera i soldi merce, ritiene giusto che siano le banche a gestirle non capisce la truffa monetaria che già si manifestava ai tempi di salomone.

il denaro è una convenzione a cui la gente dà valore.
andate da un aborigeno e dategli un euro, non se ne farà nulla. mentre per voi vale, perchè?
perchè ci dovete pagare le tasse?
facciamo finta che le tasse spariscano, vale ancora? certo, perchè?
perchè ci potete comprare beni e servizi.
ma vale dapperttutto? no, in polinesia per es. non vale, dovete usare la moneta di quel paese (lasciamo perdere il discorso di monete forti e deboli, ma in linea di massima la moneta marocchina per es. non vale in italia, e viceversa).

questa è convenzione, accordo, puro valore spirituale.

la moneta deve essere usata per il benessere del popolo e il mondo dovrebbe cambiare non basandosi più sull'egoismo, guerra, individualismo, terrore psicologico, menefreghismo, sfruttamento, opportunismo ecc.

ma se la gente comune non ha interesse in questo, e si vede che è così, nulla mai cambierà.
alle persone basta che guadagnino di che vivere, più il denaro per qualche sfizio tipo vacanza, borsa firmata, telefonino all'ultimo grido ecc.
il resto si compra chiedendo prestiti privati e al massimo ci si lamenta un po' senza mai far nulla, tutt'al più si invoca un nuovo politico di turno che sistemi le cose.

eppure è chiaro che nulla cambierà.
la democrazia diretta è l'unica via, ma ciò comporta sacrificio, investimento di tempo per fare noi i politici non retribuiti e decidere noi della ns. vita ecc. ecc..
per la società fondata sul falso benessere e sulla comodità, questo non è importante.. per cui continuate pure a piangere e sbraitare.

 


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