Studenti inventano l’estintore che spegne il fuoco con le onde sonore

Per spegnere o contenere un incendio vengono utilizzati in genere tre sistemi: acqua, una specifica schiuma e delle coperte ignifughe. Seth Robertson e Viet Tran, due giovani ricercatori dell’università George Mason

di Fairfax, in Virginia, stanno lavorando ad un’ulteriore, e alquanto interessante, metodo per sedare le fiamme: il suono. Le onde e le fiamme Il dispositivo, che i due studenti di 23 e 28 anni presentano in un filmato online, è il risultato di un progetto universitario. Ci hanno lavorato per quasi un anno, con un investimento personale di circa 600 dollari. A dire il vero, l’apparecchio portatile (un generatore di bassa frequenza a corrente, un amplificatore e un tubo per focalizzare il suono) sembra uscito dalla pellicola di Ghostbusters. Tuttavia, utilizza con successo le onde sonore a bassa frequenza, invece del liquido, per domare le fiamme, riferisce ilWashington Post. Nel video si vede come il fuoco scaturito in una padella con dell’alcol viene spento dalla diffusione ritmica delle basse frequenze. Le onde sonore (in un preciso campo di frequenze) sono infatti in grado di aumentare la velocità delle particelle d’aria intorno al fuoco così da soffocarlo quasi all’istante. Nel caso dei test con l’alcool denaturato, la frequenza utilizzata è stata tra i 30 e 60 hertz. In cucina o sulla stazione spaziale L’invenzione è interessante perché più sicura rispetto agli antincendio tradizionali. Un potenziale utilizzo potrebbe essere la cucina di casa: è un’alternativa valida agli estintori che spesso sfruttano schiume chimiche tossiche. Il sistema potrebbe rilevarsi utile pure nel caso di un incendio a bordo dei veicoli o delle stazioni spaziali. I due studenti di ingegneria elettrica immaginano la loro invenzione applicata persino a un drone, per spegnere, ad esempio, gli incendi boschivi o negli edifici - senza dover mettere a rischio la vita dei vigili del fuoco. Purtroppo bisognerà ancora attendere prima che l’innovativo estintore arrivi sul mercato. Lo scorso novembre, Robertson e Tran hanno ottenuto un brevetto provvisorio: avranno un anno di tempo per continuare con le ricerche e gli esperimenti. (Corriere Scienze) 

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