Croazia: da 7 mesi nell’ Unione Europea e già commissariata

Per riportare il rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 3%, come ordinato dall’ Ue, Zagabria dovrà rimettere in sesto i conti, tagliando la spesa pubblica, aumentando il sistema di tassazione e rilanciando il mercato del lavoro attraverso il ricorso alla precarizzazione.
La Croazia entra in Europa e si ritrova già ‘commissariata’. Il consiglio Ecofin ha accolto la richiesta della Commissione europea di aprire una procedura per deficit eccessivo nei confronti del paese fresco d’ ingresso nell’ Ue.
La decisione era nell’aria ed era la sola prevista nella riunione dei ventotto tenuta oggi a Bruxelles. Il ventottesimo stato dell’Unione non ha i conti in ordine e dovrà correggerli. Il programma di correzione era già definito e oggi e’ stato confermato: per rientrare entro la soglia del 3% per la fine del 2016, al governo di Zagabria viene chiesto di portare il rapporto deficit/Pil al 4,6% alla fine di quest’anno, al 3,5% alla fine del 2015 e al 2,7% al 2016. Per centrare tali obiettivi si chiede di consolidare lo stato del bilancio, procedere alle riforme della pubblica amministrazione e del mercato del lavoro, procedere alla revisione della spesa e al miglioramento del sistema fiscale. Prevista inoltre una prima scadenza – fissata al 30 aprile 2014 – entro cui presentare la strategia di consolidamento. ”Con queste raccomandazioni di correzione si compie un primo passo per correggere gli squilibri macro-economici del paese”, sostiene il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, al termine della riunione dell’Ecofin. A suo avviso ”e’ essenziale che la Croazia adotti le misure necessarie per una ripresa sostenibile”. Il governo dovrà attuare ”misure adeguate, specifiche, mirate” per far fronte al problema, e a questo non c’e’ alternativa. La Commissione ritiene che senza questo programma il rapporto deficit/Pil croato possa toccare quota 6% da qui al 2016. Rinviate agli Ecofin di febbraio e (soprattutto) marzo le decisione sull’unione bancaria e il fondo unico di risoluzione. Attualmente e’ in corso il negoziato con il Parlamento europeo e per tutti e’ prematuro procedere a definire accordi o dettagli sul funzionamento del piano. La presidenza greca (oggi rappresentata dal ministro delle Finanze, Yannis Stournaras) conta di raggiungere un accordo ”entro la fine naturale di questa legislatura”. Ciò vuol dire avere un’approvazione nella plenaria di aprile, e questo presuppone un accordo entro la riunione Ecofin in programma a marzo. 

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