Un milione di bambini italiani vivono in povertà assoluta

12 dic 2013 - Non lascia spazio a dubbi interpretativi il rapporto annuale, pubblicato dall’ associazione onlus Save the children, sulle condizioni sempre più a rischio, dell’ infanzia in Italia. Alcuni degli inquietanti dati presenti nell ’inchiesta: oltre 1 milione in povertà assoluta (+30%) pari a 1 minore su 10;  1 milione e 344 mila in condizioni di disagio abitativo; 650.000 in comuni in default o sull’ orlo del fallimento;  – 138 euro al mese il taglio dei consumi nelle famiglie con bambini; appena 11 euro il budget  familiare mensile per libri e scuola e 23 euro per tempo libero, cultura e giochi.

Riportiamo di seguito l’introduzione al rapporto:
“Una tenaglia di povertà e deprivazione che giorno dopo giorno stringe ai fianchi sempre più bambini e adolescenti, costringendoli a vivere un presente con pochissimo “ossigeno”: cibo al discount, pochi o nessun libro, scuola solo la mattina senza neanche un’ora in più per attività di svago e socializzazione, e poi a casa, in uno spazio piccolo e soffocante, nient’altro da fare nel tempo libero perché non ci sono soldi e gli aiuti che arrivano dai servizi sociali se ci sono, sono pochi, perché il Comune è in default.

Sono oltre 1 milione i minori che vivono in povertà assoluta, il 30% in più nel 2012, pari a 1 minore su 10, documenta  “L’ ItaliaSottoSopra” con l’aiuto anche di 50 mappe; 1 milione e 344 mila vivono in condizioni di disagio abitativo; 650.000  in comuni indefault o sull’ orlo del fallimento, e per la prima volta è di segno negativo la percentuale di bambini presi in carico dagli asili pubblici, scesa dello 0,5%. Il 22,2% di ragazzini  è in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità: il cibo buono costa e le famiglie con figli hanno ridotto i consumi e gli acquisti (-138 euro in media al mese), anche alimentari; 1 bambino su 3  non può permettersi un apparecchio per i denti. 11 euro mensili il budget delle famiglie più disagiate con minori, per libri e scuola, una cifra 20 volte inferiore a quella del 10% delle famiglie più ricche; sui 24 paesi Ocse, Italia ultima per competenze linguistiche e matematiche nella popolazione 16-64 anni e per investimenti in istruzione: +0,5% a fronte di un aumento medio del 62% negli altri paesi europei (Ocse); sono 758.000 gli early school leavers1 e oltre 1 milione i giovani disoccupati.
“In questa fase di crisi i bambini e gli adolescenti si ritrovano stretti in una morsa: da una parte c’è la difficoltà di famiglie impoverite, spesso costrette a tagliare i consumi per arrivare alla fine del mese,  dall’ altra c’è il grave momento che attraversa il Paese, con i conti in disordine, la crisi del welfare, i tagli dei fondi all’ infanzia, progetti che chiudono. In mezzo, oltre un milione di minori in povertà assoluta, in contesti segnati da disagio abitativo, alti livelli di dispersione scolastica, disoccupazione giovanile alle stelle”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.“Un numero così grande e crescente di minori  in situazione di estremo disagio, ci dice una cosa semplice: la febbre  è troppo alta e persistente e i palliativi non bastano più, serve una cura forte e strutturata. E la cura è, secondo Save the Children ma anche istituzioni autorevoli come la Banca d’Italia e l’ Ocse, investire in formazione e scuola di qualità, laddove l’Italia è all’ ultimo posto in Europa per competenze linguistiche e matematiche della sua popolazione. La recessione non è iniziata soltanto 5 anni fa in conseguenza della crisi dei mutui subprime o degli attacchi speculativi all’ euro, ma affonda le sue radici nella crisi del capitale umano, determinata dal mancato investimento, a tutti livelli, sui beni più preziosi di cui disponiamo: i bambini, la loro formazione e conoscenza. Sotto questo aspetto, l’Atlante non offre solo una mappa di ciò che non va, ma mostra bene in controluce ciò che si può e si deve fare per rimettere a posto le cose”.
La crisi nel carrello  Tra il 2017 e il 2012, la spesa media mensile dei nuclei con bambini si è ridotta  di 138 euro (pari al 4,6%), quasi il doppio rispetto a quanto accaduto sul totale delle famiglie. I tagli sono andati a colpire soprattutto l’abbigliamento, i mobili e elettrodomestici, la cultura, il tempo libero e i giochi: quelli  più consistenti si registrano al Sud e al Centro (rispettivamente – 2,56 e 1,82) per quanto riguarda il vestiario, al Nord per la sanità (-0,66%) e nuovamente nel Mezzogiorno per il tempo libero e la cultura (-0,90 punti percentuali). Per quanto riguarda la spesa alimentare, nel 2012 il 66% di famiglie con figli  – ovvero ben 4 milioni 400 mila nuclei familiari con prole – ha ridotto la qualità/quantità della spesa per almeno un genere alimentare.
Il default dei servizi sociali e degli enti locali  Sono oltre 650 mila i  minori che vivono in comuni completamente falliti (72) o sull’orlo della bancarotta (52).  Amministrazioni costrette ad alzare al massimo le tasse per le prestazioni fondamentali o anche a ridurre alcuni servizi cruciali, come si evince dal calo (-0,5%) – per la prima volta dal 2004 – di bambini iscritti agli asili comunali nel 2011-2012.
L’ascesa della povertà infantile  Dal 2007 al 2012 i minori in povertà assoluta2 sono più che raddoppiati, passando da meno di 500 mila a più di un milione. Solo nel 2012, il loro numero è cresciuto del 30% rispetto all’ anno precedente, con un vero e proprio boom al Nord (+ 166 mila minori, per un incremento del 43% rispetto al 2011) e al Centro (+41%). Il Sud già fortemente impoverito ha conosciuto un aumento relativamente più contenuto (+20%) e raggiunto la quota stratosferica di mezzo milione di minori nella trappola della povertà.

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