Italia: deposito di armi nucleari!



Ecco quello che il popolo italiano non deve sapere. I dati ufficiali del Patto Atlantico (nel caso in esame, desunti da pubblicazioni Nato) sottoposti al segreto di Stato, fanno riferimento al 1989. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, già denunciato all'Autorità Giudiziaria, per alto tradimento, amico e fedele servitore degli interessi USA, dia all’opinione pubblica italiana gli aggiornamenti sull’arsenale atomico attivo degli Stati Uniti d’America, attualmente presente nel nostro Paese.

Per fortuna (sic!), in questa campagna elettorale, tutti gli schieramenti candidati a governare il Belpaese, hanno inserito nei loro programmi questo tema, ed inoltre, l’ottenimento di libertà , indipendenza e sovranità, nonché l’immediato ritiro di questo arsenale proibito. 

Scherzi a parte.  L’Italia, ha aderito al Trattato di non proliferazione nucleare che vieta la presenza di questo pericolo sul suolo nazionale.

La Penisola trasformata in una portaerei nel Mediterraneo, conserva suo malgrado,  un numero di armi nucleari che supera le mille unità (bombe, missili, mine, granate). Il più grande deposito di armi nucleari è site Pluto a Longare in provincia di Vicenza, dove è conservata la maggior parte della armi nucleari dell’esercito statunitense destinate all’impiego nel teatro meridionale. A site Pluto si trova anche la 69th Ordnance Company che ha la responsabilità della manutenzione delle armi nucleari, depositate nella base scavata all’interno di una collina situata nel centro del paese di Longare.

A Palù di Orsago, in provincia di Treviso, si trova il site Algol, dove sono custodite testate per i missili Lance.
A Chiarano, sempre in provincia di Treviso, esiste un deposito nucleare per la terza brigata missili.
Ad Alvisopoli di Fossalta Portogruaro, in provincia di Venezia, esiste un altro deposito speciale, il site Castor.
Un altro deposito nucleare attivo è quello di Tormeno, in provincia di Vicenza. E’ gestito dal 22nd Field Artillery Detachment e dal 19th Explosive Ordonance Detachment (incaricato della distruzione delle armi nucleari o degli interventi di emergenza in caso di incidenti).
E’ stato invece disattivato il site Rigel di Naz, nei pressi di Bressanone. Le armi nucleari sono state trasferite.
Sono state completamente ritirate dal servizio le mine atomiche  ADM (Atomic Demolition Munitions). Anche le testate per i missili Nike Hercules non sono più nell’inventario nucleare corrente.  

Le testate dei missili Nike si trovavano presso i siti dell’Aeronautica militare italiana. 
Ad Aviano, in una zona poco distante dalla base americana, si trova il più importante deposito di armi nucleari dell’USAF del teatro meridionale.
A Rimini, presso della base del 5° Stormo, si trova un deposito più piccolo di 25 armi destinate ad essere impiegate dagli F 104S, dotati di capacità nucleare.
A Ghedi, in provincia di Brescia, presso la base del 6° Stormo, vi è un deposito simile per i Tornado che operano da questo aeroporto. La sicurezza delle armi è affidata al 7402nd Ammunition Support Squadron.
Negli aeroporti italiani con capacità nucleare sono in via di realizzazione i cosiddetti Weapons Storage and Security Systems (WS): depositi di armi nucleari sistemati al di sotto dei ricoveri in cemento armato che ospitano gli aerei italiani destinati all’impiego nucleare.
Anche se in via di smantellamento la Comiso Air Station resta tuttora una delle principali concentrazioni di armi nucleari del mediterraneo (missili Cruise del 487th Tactical Missile Wing). Attualmente, nei depositi della base si trovano ancora 64 missili con le relative testate.

Le armi nucleari per l’impiego navale si trovano invece nelle due basi di Sigonella e di Santo Stefano. All’interno della Naval Air Station 3 di Sigonella, esiste un deposito di bombe di profondità nucleari B 57 e di bombe per gli aerei imbarcati a bordo della 6th Fleet che operano nel Mediterraneo.
Alla Maddalena sia testate per missili antisommergibili Subroc sia missili da crociera Tomahawk.  Taranto Depot: è un deposito della NAMSA, l’agenzia della NATO che si occupa della manutenzione dei sistemi d’arma. Il deposito di Taranto rifornisce in particolare le unità dotate di missili Hawk che operano nel Mediterraneo (Italia, Grecia, Turchia).

Al presidente Napolitano oso chiedere: lo stato dell'arte dopo 24 anni, a parte il fatto di aver nascosto la verità al popolo sovrano. Allora, tutti gli ordigni nucleari nordamericani sono stati ritirati dall'Italia ed i siti militarizzati, in particolare Longare a Vicenza, e Santo Stefano alla Maddalena, sono stati bonificati?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Pazzesco !!! Ma quei 4 c.....i di governanti che han dato il via libera sono o si sentono americani o cosa ? Ma le palle x dire di no a queste cose le hanno o no ?? Speriamo che con le votazioni vadano tutti a casa !!!!

Anonimo ha detto...

Anche Taranto! che coincidenza.... penso a chissà se c' entra qualcosa la NATO con la distruzione ironicamente divina dell' ILVA dopo il famoso tornado "innaturale" !!! però che geniale idea sarebbe la costruzione di una base NATO proprio lì, posizione ideale ....

Davide ha detto...

Io direi invece di non fare tanto allarmismo...SITE PLUTO da anni è fuori servizio ed è prevista la costruzione di un centro addestramento per le truppe....
A ghedi non sussiste nessun deposito di testate nucleari..
Per quanto riguarda le basi USA al loro interno sono in casa loro e la giurisdizione italiana non conta....

 


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