C’è connessione fra fracking e terremoti?

Il 31 dicembre un terremoto di grado 4 della scala Richter ha scosso la cittadina americana di Youngstown, in Ohio. Come già successo in decine e decine di altri casi, in Texas, West Virginia, Arkansas, Oklahoma, nel corso degli scorsi 2 o 3 anni il terremoto non è un evento naturale, ma collegato all’attività di fracking.  Come già detto, il fracking è una tecnica relativamente nuova con cui si sparano sostanze chimiche ad alta pressione nel sottosuolo, si causano micro-terremoti, si spezzetta la roccia, e questa fratturandosi, rilascia gas per la gioia e le tasche delle ditte petrolifere. Spesso non sanno cosa fare con i rifiuti prodotti dal fracking, e questi vengono bellamente reiniettati sottoterra, perturbando gli equilibri naturali e causando a volte terremoti. Immediatamente dopo la scossa sismica del 31 dicembre, il primo gennaio 2012, le autorità dell’ Ohio hanno fermato tutte le operazioni estrattive, in particolare di reiniezione di acqua di risulta nel sottosuolo in cinque pozzi. Secondo i dati ufficiali, in questi pozzi sospesi, da gennaio a settembre 2011 sono stati iniettati circa 350,000 barili di fluidi perforanti equivalenti a 56 milioni di litri di monnezza tossica e destabilizzante. (E nei pozzi scavati in Emilia Romagna e nel Veneto meridionale, chi è andato a verificare cosa è avvenuto?, ndr.). Questi “pozzi di reineizione” sono profondi circa 3 chilometri e vengono usati per seppellirci le abbondanti acque tossiche che viene prodotta durante le operazioni di fracking. In tutto lo stato dell’Ohio sono circa 7 milioni di barili all’anno: 1 miliardo di litri di monnezza. Il professor Won Young Kim, del dipartimento di Seismology Geology e Tectonophysics presso il Lamont-Doherty Earth Observatory at Columbia University, a New York afferma che è evidente la connessione fra fracking e terremoto in questo caso. Dice infatti che la profondità del pozzo è di 2 chilometri, una profondità inusuale per terremoti naturali, e che la zona di suo non è sismica. (Guarda caso la profondità delle maggior parte delle scosse in Emilia Romagna hanno proprio l’epicentro nei primi 5.000 metri di profondità… ndr). A partire da Marzo 2011 ci sono stati ben 10 terremoti in zona, di intensità minore al grado 4 Richter, ma tutti ascrivibili al fracking, secondo Kim. Similmente nel corso degli ultimi 2 anni ci sono stati 43 terremoti in Oklahoma collegati al fracking. Kim dice che se anche tutte le operazioni di fracking cessassero adesso ci vorrebbero circa 2 anni per fare riassestare il sottosuolo. I residenti affermano che si è sentito un forte boato in zona. I petrolieri continuano a negare che esistano problemi. Quelli di Youngstown chiedono una moratoria più duratura e più estesa. Il portavoce del governatore dell’Ohio, il repubblicano John Kasich, invece dice: “We are not going to stand by and let someone drive a stake through the heart of what could be an economic revival in Eastern Ohio” (Non resteremo a guardare e non permetteremo a nessuno di pugnalare quello che potrebbe essere la rinascita economica dell’Ohio occidentale). Secondo lui il fracking è la “rinascita economica”!.
(Fonti: Reuters)

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