Corsa agli sportelli: in Italia hanno preso il volo 274 mld di euro!


Prosegue quasi inarrestabile il deflusso di capitali dall'Italia verso il Nord Europa.
La chiave di volta di una notizia che tiene banco da mesi e che è stata commentata anche dal premier Mario Monti, trova per la prima volta conferma ufficiale in un passaggio del Bollettino della Banca d'Italia sull'evoluzione "dei saldi del sistema di pagamento Target 2".
Dietro al titolo dell'analisi di certo non accattivante c'è però un dato significativo: gli italiani stanno spostando ingenti masse di denaro dalle banche domestiche a quelle estere. Si tratta di una cifra molto consistente, che a marzo avrebbe toccato 274 miliardi di euro.
Le cifre ufficiali si fermano però a dicembre del 2011, quando l'emorragia era da tempo in atto e sfiorava 200 miliardi; a tanto ammonta infatti la "passività verso l'Eurosistema" della Banca d'Italia, ovvero tutti i pagamenti, importazioni e investimenti all'estero, del sistema Italia, intermediati dalle banche del Belpaese per via della banca centrale e che diventano un debito nei confronti della Bce, che funge a sua volta da cassa di compensazione finale.
"Dall'avvio della crisi del debito sovrano si è registrato un forte incremento dei flussi di pagamento per il tramite del sistema di regolamento transeuropeo Target 2 dai Paesi dell'area maggiormente interessati dalla crisi verso quelli ritenuti più solidi dagli operatori di mercato", scrivono gli economisti di Palazzo Koch. "Tali andamenti hanno determinato ampie variazioni nella posizione creditoria o debitoria, registrata nella voce altri investimenti della bilancia dei pagamenti di un Paese, delle diverse banche centrali nazionali nei confronti della Banca centrale europea".
Via Nazionale addebita questa emorragia alle tensioni sul debito pubblico e alla crisi dell'economia italiana che fa fuggire gli investitori stranieri e anche i capitali domestici. Con effetti pessimi sulle banche.

Emilia: 21:04 la Terra trema ancora con una magnitudo di 4.2

31 maggio 2012 - Emilia - 21:04 la Terra trema ancora con una magnitudo di 4.2 il sisma con una profondita' ipocentrale di 10 km localizzato nel distretto simico pianura padana emiliana a 4 km nord-ovest dalla localita' di Mirandola.La scossa di terremoto e' stata avvertita distintamente in Veneto fino a Venezia.
Emsc

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Costa Rica: sale l'allerta per ben tre vulcani!

COSTA RICA - La Commissione nazionale per le emergenza (CNE) Mercoledì ha dichiarato in via preventiva l'allerta verde a causa della crescente attività sismica registrata in ben tre vulcani della regione:il Rincón de la Vieja, situato nella provincia nord-occidentale di Guanacaste,il Poás, che si trova a nord a ovest di San José nella provincia di Alajuela, ed il Turrialba, nella provincia orientale di Cartago. 
"L'allerta II è supportata da rapporti delle agenzie tecniche e scientifiche, che registrano che i vulcani sono in costante e crescente attività.
IL Turrialba, a 70 chilometri a est della capitale, e' stato interessato da una significativa attività sismica e vulcanica negli ultimi mesi, spingendo la Rete nazionale sismologica ad aggiornare il proprio livello di allerta a colore giallo. 
Le emissioni di gas dal Volcano Poás si prevedono in aumento,e il Rincón de la Vieja vede una crescente attivita vulcanica.
Nonostante l'avvertimento, l'accesso ai vulcani rimarrà aperto al pubblico, ma i visitatori dovranno seguire le linee guida emanate all'ingresso di ogni parco nazionale. 

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Emilia: 16:58 ancora una forte scossa 4.0 grado Richter

31 maggio 2012 - Una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 4.0 ha fatto tremare l'Emilia e parte del nord Italia avvenuta alle 16:58 ad una profondita' di 5 km localizzata a 2 km ad est da Rolo,4 km a sud-ovest da Novi di Modena,26 km nord-ovest da Modena.
emsc

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Calabria: nuova scossa sismica nel Pollino di magnitudo 2.6

15:40 - Una ennesima scossa di terremoto di magnitudo 2.6 è stata registrata alle ore 13.03, al confine tra Basilicata e Calabria, nell'area del Pollino. Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 8,3 chilometri di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni cosentini di Morano Calabro e San Basile e di quello potentino di Viggianello.
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Gli eventi astronomici possono provocare i terremoti?

Visti gli eventi sismici devastanti avvenuti in questi giorni nelle nostre zone, mi sono domandata se in un qualche modo, qualche fenomeno astronomico può provocare, o comunque favorire, il verificarsi di un terremoto.
Non mi voglio di certo soffermare sulle numerose profezie apocalittiche (guarda caso siamo nel 2012!), tra cui vi cito solo quella di Nostradamus: "Giorno 20 del Toro la terra tremerà così forte, che l'aria, terra e il cielo si oscureranno e i serpenti infedeli verranno sopraffatti da Dio…", o sul cerchio di grano rinvenuto il 9 agosto 2005 a Oxfordshire che sembra mostrare un presagio apocalittico in coincidenza con un eclissi anulare, voci infondate che naturalmente non si basano assolutamente su prove scientifiche (poi ognuno è libero di crederci o meno).
Cerchio nel grano rinvenuto a Oxfordshire il 9-11-05. 
Mostra il cielo del 20-05-12.
E' possibile scientificamente prevedere un terremoto o capire quali sono i fattori che lo scatenano?

Già il ben noto Bendandi faceva previsioni sui terremoti basandosi sui moto dei pianeti, sostenendo che quando i pianeti (in particolare i giganti gassosi) si allineano con la Luna e la Terra l'influenza del campo magnetico di questi influenza la Luna la quale a sua volta influenza la Terra.

Le sue teorie sono logicamente state criticate dalla scienza ma non del tutto escluse:
sappiamo perfettamente che la Luna agisce sulla terra con la forza mareale (l'attrazione gravitazionale del nostro satellite sommato a quella del Sole attira le acque e i fluidi del nostro pianeta).
Non possiamo quindi escludere che l'interferenza di altri pianeti, in particolari allineamenti rispetto a Luna e Terra, influiscano maggiormente sulla "struttura del nostro pianeta" che, come sappiamo benissimo, è formato da "zattere" (le zolle tettoniche) che galleggiano su un mantello praticamente fluido e quando queste si scontrano o si muovono creano i terremoti e i vulcani.

Non intendo quindi dire che i terremoti sono "innescati" dallo spazio, ma credo sia possibile che in concomitanza con allineamenti astronomici le zolle del nostro pianeta siano più soggette a questi movimenti perché il mantello fluido viene sottoposto a maggiori energie.
Due anni fa, uno studio scientifico sui terremoti ha portato alla luce una forte correlazione tra gli sciamo sismici misurati sulla faglia di Sant'Andrea e la posizione della Luna rispetto al Sole.
Nel passato i nostri antenati (basta domandare anche ai nostri nonni e ci diranno che è vero) vedevano i fenomeni celesti quali eclissi, passaggi di comete, ecc…) come presagi di sfortuna associati a disastri come grandi eruzioni vulcaniche e terremoti.

Viene da pensare che sia una "storiella" tramandata, come quella che stimava la fine del mondo nel 2000 (e a mio parere anche quella che la stima nel 2012) ma se facciamo due calcoli a ritroso nel tempo impariamo che un fondamento di verità c'è.

Arazzo di Bayeux.
Il passaggio della cometa di Halley nel 1066.
La cometa annuncia la morte di Harold II d'Inghilterra nella Battaglia di Hastings, avvenuta poco dopo la sua apparizione. 
Ma torniamo al terremoto del 20 maggio, non tutti forse sanno che proprio quel giorno si è verificato un evento astronomico particolare, ovvero l'allineamento Terra, Luna, Pleiadi e un eclissi parziale Sole (non visibile nelle nostre zone ma osservabile dagli Stati Uniti, dalle le regioni del Pacifico settentrionale e dall’Asia)

Può esserci una correlazione con il forte terremoto dell'Emilia o è solo una coincidenza?

Per capire questo bisogna indagare su quello che è successo in passato, ci sono state molte altre coincidenze di questo tipo, ecco qui quello che ho trovato online fonte:http://www.segnidalcielo.it/2012/05/20-maggio-2012-eclisse-solare-e-allineamento-planetario-annunciano-il-ritorno-di-kukulkan/):
11 luglio 2010: eclissi totale di Sole completamente visibile lungo uno stretto corridoio che attraversa l’emisfero sud del pianeta. La durata fu di 5 minuti e 20 secondi e l’evento fu ben visibile dalla Polinesia, dall’Isola di Cook e dall’Isola di Pasqua. Il cono d’ombra raggiunse anche l’Argentina e la Patagonia. Si concluse al tramonto, sulla punta meridionale di argentina, Cile e sud America.

Il 18 luglio, a Papua Nuova Guinea, ci furono due terremoti di magnitudo 6,9 e 7,3.
Il 23 luglio 2010 ci furono tre terremoti di magnitudo superiore a 7 gradi della scala Richter nelle Filippine, Isola di Mindanao.
Il 24 luglio, allo stesso epicentro, il sisma fu di magnitudo 6,5.
Il 25 luglio, stessa zona, un sisma di magnitudo minore.

22 luglio 2009: eclissi totale di Sole completamente visibile da Pechino. Conosciuta come la più lunga del millennio – la durata fu di 6 minuti e 39 secondi – pose nel cono d’ombra una buona parte della Cina e il Pacifico.

Il 15 luglio, un terremoto di magnitudo 7,8 aveva colpito la Nuova Zelanda. L’epicentro fu localizzato in mare, ad una profondità di 33 chilometri, e fu dato l’allarme per un’onda anomala; allarme poi rientrato poiché la stessa era alta “solo” 20 metri.
Nello stesso giorno vi furono altri due sismi, rispettivamente di 6,1 e di 6,5 della scala Richter. Nel frattempo, le notizie sull’allerta per un possibile terremoto/tsunami circolavano in rete proprio distribuite dalla NASA, che spiegava il fenomeno in questo modo: “la teoria del terremoto legata all’eclissi è così enunciabile: quando le forze gravitazionali del Sole e della Luna esercitano la loro influenza congiunta su una placca che non ha subìto terremoti recenti, tale influenza è determinante nel causare lo “strappo della cucitura” e quindi un terremoto importante”. Le popolazioni venivano così invitate a stare lontane dalle spiagge per tutto il mese di luglio.

1 agosto 2008: eclissi totale di Sole. Visibile completamente dalla Siberia, della durata di 2 minuti e 27 secondi. Il cono d’ombra interessava anche Canada, Mongolia, Cina e i ghiacciai dell’artico.

Lo stesso giorno un terremoto di magnitudo 6,1 della scala Richter colpì il Sichuan, la regione sudoccidentale della Cina.
Proprio lì, già il 12 maggio erano morte 70 mila persone a causa di un violento sisma di magnitudo 7,8 della Scala Richter.

29 marzo 2006: eclissi totale di Sole visibile in tutto il Mediterraneo. Il sentiero dell’eclissi si svolse attraverso Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Niger, Ciad, Libia ed Egitto. Visibilità massima si ebbe in Libia. La durata totale del fenomeno fu di 4 minuti e 7 secondi.

Il 31 marzo, un violento terremoto causò in Iran decine di vittime e oltre 1200 feriti. Le scosse, di magnitudo compresa tra i 4,7 e 6 gradi della scala Richter, distrussero 330 villaggi.
Il 25 dello stesso mese si era verificato un sisma di magnitudo più bassa in una zona poco distante, causando una sola vittima.

23 novembre 2003: eclissi totale di Sole. Durò solo 1 minuto e 57 secondi. Fu totalmente visibile dall’Antartico, ma il cono d’ombra incluse anche l’Australia, la Nuova Zelanda e la punta meridionale del Sud America.

Il 17 novembre 2003 l’Alaska era stata colpita da un terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter.
Il 18 novembre 2003 c’era stato un terremoto di magnitudo 7,3 nel Giappone e nelle Isole Aleutine, che aveva fatto innalzare il livello delle maree.
Sempre il 18 novembre 2003 un terremoto di magnitudo 7,8 nel Pacifico del nord aveva provocato un piccolo tsunami, senza arrecare alcun danno.

4 dicembre 2002: eclissi totale di Sole. La durata fu di appena 2 minuti e 4 secondi. L’eclissi totale fu visibile in uno stretto corridoio attraverso l’emisfero meridionale, ma il cono d’ombra iniziò nel Sud Atlantico, attraversando il sud dell’Oceano Indiano e l’Africa australe, terminando al tramonto nel sud Australia. Un’eclissi parziale si vide nel centro e nel sud Africa, includendo parti di Indonesia, l’Australia e l’Antartide orientale.

Il 3 novembre 2002 era stato registrato un terremoto di magnitudo 7,9 nella zona centrale dell’Alaska, in una zona relativamente disabitata e non furono segnalate vittime.
Il più grande terremoto registrato in Alaska era stato di magnitudo 9,2 nella zona di Prince William Sound, il 28 marzo 1964.
Nello stesso anno ci furono due eclissi di sole parziali: la prima il il 10 giugno 1964, con un cono d’ombra visibile in Antartico; la seconda il 4 dicembre 1964 con cono d’ombra visibile nell’Artico.

21 giugno 2001: eclissi totale di Sole. La durata fu di 4 minuti e 57 secondi. Completamente visibile dall’Atlantico, dal sud Africa e dal Madagascar. Il cono d’ombra includeva il sud dell’Oceano Atlantico, il sud America e l’Africa.

Il 23 giugno 2001 nel sud del Perù un terremoto di magnitudo 8,4 provocò la morte di 240 persone, delle quali 26 uccise dallo tsunami successivo al sisma e circa 2.700 feriti.
“Solo” il 14 novembre 2001 si registrò un terremoto in Tibet, con magnitudo di 7,8, senza alcuna vittima poiché la regione era quasi completamente disabitata.

11 agosto 1999: eclissi totale di Sole, della durata di 2 minuti e 23 secondi, fu l’unica visibile anche dall’Europa da circa 38 anni. L’ultimo fenomeno simile era stato visibile dal centro Italia solo nelle prime ore della mattinata del 15 febbraio 1961. È interessante notare come in questa occasione, citata anche dai Maya come una data epocale, gli effetti per il pianeta furono devastanti nei giorni immediatamente precedenti e in quelli successivi all’eclissi. Sembra quasi che l’avvenimento abbia innescato una sorta di sconvolgimento geologico in tutto il pianeta:
Il 7 agosto una scossa di 5,7 gradi Richter colpì il Peloponneso, senza vittime. L’epicentro, individuato a 95 miglia a sud-ovest di Patrasso, era collocato ad una profondità di 30 km sotto il mare.
Il 17 agosto un terremoto di magnitudo 7,8 Richter sconvolse la Turchia, mietendo oltre 17 mila vittime.
Il 7 settembre la Grecia fu colpita nuovamente, ad Atene, con circa 200 morti e 500 feriti. La prima scossa fu di 5,9 gradi della scala Richter, seguita da una seconda altrettanto violenta, e da scosse ritenute di assestamento focalizzate sui 4 gradi. In quei giorni le autorità si premurarono di avvertire: “Non ci sono legami con il cataclisma turco”.
Il 21 settembre 1999 un sisma di 7,3 gradi della scala Richter colpì Taiwan. I morti furono circa 2.500.
Il 30 settembre 1999 fu colpito il Messico. Magnitudo 7,4. I morti furono meno di 40, ma solo perché la zona non era densamente abitata.
A seguire, terremoti di magnitudo superiore al 5° grado Richter si diffusero a macchia d’olio su tutto il pianeta, anche nei mesi successivi.

3 novembre 1994: eclissi totale di Sole. Visibile completamente dalla Bolivia. La durata totale fu di 4 minuti e 23 secondi. Nel cono d’ombra rientrò tutta l’America Latina, la parte a sud dell’Oceano Atlantico, una striscia del sud Africa e l’Oceano Indiano.

Il 15 novembre 1994 uno tsunami causò 78 vittime a poca distanza da Manila, nelle Filippine. Il sisma era stato di 7,1 gradi della scala Richter con epicentro sulla costa dell’isola di Mindoro.
Dal 26 novembre, in Australia iniziò uno sciame sismico che si concentrò fino al 29 ma continuò nei mesi successivi, coinvolgendo le regioni occidentali, da York a Mytle Creek. Alla cosa venne data relativa importanza, poiché i movimenti tellurici avevano una magnitudo molto bassa, e sempre inferiore ai 4 gradi della scala Richter.

11 luglio 1991: eclissi totale di Sole, nota come la più importante e ultima del secolo scorso, della durata di 6 minuti e 53 secondi. Visibile pienamente dalle Hawaii e dal Messico. Il cono d’ombra coinvolse l’Oceano Pacifico e alcune zone dell’America settentrionale, attraversando l’America centrale e l’America del sud e terminando sul Brasile. Sembra che non ci sarà un’eclissi totale così lunga fino al 13 giugno del 2132.

L’eclissi raccolse migliaia di persone soprattutto in Messico, grazie alla profezia Maya che, in coincidenza con quella data, previde l’inizio di accadimenti che avrebbero dato luogo ad una nuova epoca nell’assetto mondiale.
Il 28 giugno 1991 un terremoto di Magnitudo 5,6 aveva fatto tremare il sud della California e la Sierra Madre, uccidendo due persone e ferendone un centinaio. Nei giorni successivi i terremoti si susseguono a catena, sempre tra la California e il Messico centrale, in quella che è notoriamente una zona ad alta densità sismica.
Il 7 luglio 1991 l’ultimo sisma consistente della serie, di magnitudo 4.0, con epicentro in Sierra Madre.
Intervistato da Channel News Asia nell’aprile del 2009, in occasione dell’imminente eclissi solare del successivo 22 luglio, il professor Kerry Sieh del Singapore’s Earth Observatory sosteneva che “Negli ultimi 110 anni o giù di lì, ci sono stati circa 85 terremoti molto grandi e solo due di questi si sono verificati lo stesso giorno di un’eclissi. E anche in quel caso si trattava di un’eclissi parziale, non di eclissi totale. Si sono inoltre verificati in un luogo diverso rispetto a quello interessato dall’eclissi”.

La teoria è che il Sole esercita una particolare forza di gravità sul nostro pianeta e quando la Luna si interpone tra Terra e Sole questa attrazione viene interrotta o comunque influenzata e nella parte che rimane in ombra si verifica un cambiamento termico e di pressione per cui l'aria che si raffredda rapidamente (di circa una decina di gradi) diventa più pesante e scende verso il basso e determina un'innalzamento della pressione.
Queste differenze tra zona in ombra e zona illuminata provocano un forte squilibrio e fanno si che si crei il terremoto (o un'eruzione vulcanica) nelle immediate vicinanze del cono d'ombra.

L'effetto non è detto che si verifichi proprio nello stesso momento dell'eclissi ma può verificarsi anche un po' prima o nelle settimane successive.

Purtroppo una soluzione all'enigma iniziale, ovvero se possiamo prevedere i terremoti ancora non c'è o comunque le previsioni sono possibili ma molto molto imprecise.

In molti siti ho letto che il terremoto era stato previsto (e guarda caso il governo da poco tempo ha tolto i finanziamenti in caso di calamità) ma in una zona molto vasta, quindi impossibile annunciare al mondo la predizione altrimenti si sarebbe allarmato tantissima gente inutilmente.

Penso che i Maya (che nel loro calendario avevano previsto l'eclissi), avessero ragione, il loro motto era "così in cielo e così in terra".

Dopo tutto questo voglio concludere dicendo che, dopo questa brutta esperienza da me stessa vissuta credo che, in prossimità del prossimo eclissi (13 novembre 2012) non dormirò sonni tranquilli per la paura che si inneschi nuovamente questa bomba ad orologeria che sta sotto a nostri piedi.

Antonella Balboni - Astrofili Centesi

Boato nei cieli della Sardegna, panico tra la popolazione!


NUORO – Un “boato” improvviso e scatta subito la paura. Paura del terremoto anche se dove il boato c’è stato, a Siniscola, in Sardegna, terremoto non era e non può essere. Le carte sismiche parlano chiaro: se c’è una zona d’Italia che dal rischio terremoto è immune, infatti, quella è la Sardegna.
Terra immune dal terremoto ma non, evidentemente, dalla psicosi. Gli abitanti si Siniscola e dei centri vicini della provincia di Nuoro, sulla costa est dell’isola sono sicuri che sisma è stato. La scossa sarebbe stata avvertita intorno alle 20.30, ma non è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Ingv. Lo riferisco il quotidiano L’Unione Sarda L’unica scossa registrata dai sismografi è quella delle 20,28 a Modena, un terremoto di magnitudo 3,9. Insomma la terra non ha tremato secondo i rilievi sismografici, ma per i cittadini di Siniscola il forte boato sentito era di sicuro un terremoto. La vicenda potrebbe sembrare un caso di psicosi da terremoto e assume i contorni di un giallo nella città sprofondata nel panico,che ha preso d’assalto il centralino dei Vigili del Fuoco.

Le super-eruzioni vulcaniche possono avvenire in tempi sorprendentemente brevi

Ricercatori hanno scoperto che enormi eruzioni vulcaniche in grado di porre fine alla civilizzazione possono avvenire in tempi sorprendentemente brevi.


Queste eruzioni sono conosciute come super-eruzioni perché sono più di 100 volte la dimensione delle comuni eruzioni vulcaniche come il monte St. Helens. Essi vomitano flussi enormi di gas, cenere e roccia in grado di coprire interi continenti e iniettare abbastanza particolato nella stratosfera di gettare il clima globale in inverni vulcanici decennali. In realtà, ci sono prove che una super-eruzione, che ha avuto luogo in Indonesia 74.000 anni fa, possano essere avvenute notevolmente vicino da cancellare l’intera specie umana.

I geologi in generale credono che una super-eruzione è prodotta da un pool gigante di magma che si forma un paio di chilometri sotto la superficie e poi ribolle da 100.000 a 200.000 anni prima dell’eruzione. Ma un nuovo studio suggerisce che una volta che essi si formano, questi corpi magmatici giganti possono esistere solo per poche migliaia di anni, forse solo poche centinaia di anni, prima dell’eruzione.

Guilherme Gualda, professore assistente di scienze ambientali presso la Vanderbilt University che ha diretto lo studio, pubblicato nel numero del 30 maggio della rivista PLoSONE,suggerisce che, quando pozze di magma particolarmente grandi si formano sono effimeri e non possono esistere a lungo senza eruzione.

Lo studio è stato condotto sui resti del Tufo Bishop, la Long Valley sulla super-eruzione avvenuta nel centro-est della California, 760.000 anni fa. Utilizzando i più recenti metodi di datazione sul processo di formazione del magma, Gualda e i suoi colleghi hanno trovato diverse linee indipendenti di prove che indicano che la piscina di magma si è formata all’interno in qualche migliaio di anni, forse nel giro di poche centinaia di anni, prima che eruttò, coprendo la metà del continente Nord americano con le ceneri fumanti.

Queste piscine giganti di magma tendono ad essere a forma di frittelle e sono da 10 a 25 miglia di diametro e da uno e mezzo a tre miglia di profondità. In principio, la roccia fusa in queste piscine è in gran parte priva di cristalli e bolle. Dopo gradualmente e progressivamente si formano bolle e cristalli sino a modificare le proprietà fisiche del magma,un processo che si arresta quando avviene un eruzione.

Secondo Gualda, le stime per i 100.000 anni o piùdi vite di questi organismi di magma giganti sembra essere un artefatto del metodo che i geologi hanno usato per fare loro ricerche. Le misure sono state effettuate utilizzando cristalli di zircone. Zirconi sono comuni nelle rocce vulcaniche e contengono piccole quantità di uranio e torio radioattivo, che decadono in testa ad un tasso set, permettendo agli scienziati di determinare con precisione quando i cristalli si sono formati. Essi sono estremamente utili per molti scopi, perché possono sopravvivere alla maggior parte dei processi geologici. Tuttavia, il fatto che i zirconi sono in grado di sopportare il calore e le forze presenti in una camera magmatica significa che non sono buoni a registrare i tempi di vita nel magma dei corpi poveri di cristallo.

Gualda e i suoi colleghi hanno un approccio diverso con questo tipo di studio. Hanno determinato la velocità di cristallizzazione di quarzo (il minerale più abbondante nei depositi )per raccogliere informazioni sulla durata di vita di questi organismi giganti di magma. Hanno sviluppato quattro linee indipendenti di prova che hanno convenuto che il processo di formazione ha preso meno di 10.000 anni e molto probabilmente tra i 500 a 3.000 anni prima dell’eruzione. Essi suggeriscono che le misure di cristallo di zircone registrano le profonde modifiche che avvengono nella crosta necessaria prima che i corpi giganti di magma può iniziare la formazione rispetto alla stessa formazione.

“Il fatto che il processo di formazione del corpo di magma si verifica nel tempo della storia,non in quello geologico, cambia completamente la natura del problema”, ha detto Gualda. Invece di concludere che non vi è praticamente alcun rischio di un altra super-eruzione per il prossimo futuro perché non ci sono corpi magmatici idonei, i geologi hanno la necessità di monitorare regolarmente le aree in cui le super-eruzioni sono probabili, come ad esempio Yellowstone, per la segnalazione avanzata che corpo di magma comincia a formarsi.

Secondo un rapporto del 2005 della Geological Society of London, “Anche la fantascienza non può produrre un meccanismo credibile per evitare una super-eruzione. Possiamo, comunque, lavorare per capire meglio i meccanismi coinvolti nelle super-eruzioni, con l’obiettivo di essere in grado di prevederli in anticipo e di fornire un avvertimento per la società.La preparazione è la chiave per la mitigazione degli effetti disastrosi di una super-eruzione. “

Imponenti forze geologiche stanno facendo tremare l'Italia da nord a sud!

31 maggio 2012 - L'intero territorio italiano sembra essere soggetto ad un instabilita' sismica,imponenti forze geologiche stanno spingendo sulla penisola sottoponendola ad un crescente aumento della tensione lungo le principali linee di faglia del territorio.In Emilia Romagna la drammatica sequenza sismica non sembra arrestarsi sono piu' di mille le scosse sismiche registrate nella regione, devastata dai potenti terremoti del 20 e 29 maggio, che hanno messo in ginocchio uno dei principali cuori pulsanti dell'economia italiana.
Trema tutta l'Italia da nord a sud (questa mattina c'e' stato un evento in mare di 3.0 richter tra Campania e Calabria )dove secondo gli esperti c'e' da aspettarsi un evento sismico di ben piu' grosse proporzioni bisogna prestare molta attenzione nelle zone storicamente ad alto rischio sismico.

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Cavezzo, un paese distrutto dal terremoto del 29 Maggio 2012

La campagna che dal fiume Secchia porta a Cavezzo è un cimitero di fienili e casolari. Cimitero di mattoni rossi, sventrati. Cavezzo è uno dei tre comuni del Modenese più colpiti dalle fortissime scosse, quella magnitudo 5.8 delle nove di ieri mattina e le due superiori ai 5 gradi Richter dell'una di pomeriggio. Secondo Twitter il 75% del paese è crollato. A contare gli edifici in piedi sicuramente la cifra è sovrastimata, ma di certo i tre quarti dei residenti se ne è andato. Ecco una serie di foto che rendono l’idea di quello che è rimasto di Cavezzo:
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Hawaii: Uno Sciame di 30 scosse scuotono il Vulcano Kilauea

30 MAGGIO 2012 - HAWAII - Uno sciame di 30 terremoti ha scosso il Vulcano Kilauea nelle Hawaii in un periodo di 48 ore, da Lunedi a Martedì. Il 29 maggio si è registrata la scossa più forte con una magnitudo di 3.3 ad una profondità di 10 KM. La maggior parte delle scosse sono state molto superficiali, con una registrazione di profondità a meno di 8 km. I geologi hanno messo in guardia già l'anno scorso le Autorità, che apparentemente, l' attività vulcanica nelle hawaii sembrava calma. Il Kilauea è in grado di generare violente esplosioni su larga scala, di conseguenza un attento monitoraggio dell'attività vulcanica è fondamentale. - HVO


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Evento sismico a largo delle coste tra Campania e Calabria


Un terremoto di magnitudo(Ml) 3 è avvenuto alle ore 05:16:22 italiane del giorno 31/Mag/2012 (03:16:22 31/Mag/2012 - UTC). 
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: 
Costa_calabra_occidentale. 
http://cnt.rm.ingv.it/data_id/7223072360/event.html

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Notizie dallo Yucatan. Las Águilas e 21 dicembre 2012: timore o psicosi?

Sempre più spesso si sente parlare di fine del mondo, collegata alla data del 21 dicembre 2012. Profezie catastrofiche lascerebbero immaginare una fine ormai vicina. Quella che colpisce più di tutte l’immaginario collettivo è però la presunta profeziaMaya, secondo la quale nell’ultima pagina del codice di Dresda, l’almanacco stagionale dell’antico popolo mesoamericano, è raffigurata una Terra devastata dalle inondazioni. La conclusione del lungo computo, il calendario che termina a fine anno, viene fatta coincidere con una serie di cicli e l’interpretazione data al prossimo evento è per molti quella dell’Apocalisse.
La 'Città della fine del mondo' - fonte www.taringa.net

Sarà per questo che alcune persone sono corse ai ripari, letteralmente, rifugiandosi in città bunker, come nel caso diLas Águilas, nello Yucatan.
Di rifugi sotterranei si è sempre parlato, ma questi sfiorano l’irreale, nella fantasmagorica riproduzione di città antiatomiche che non hanno nulla da invidiare a quelle ricostruite nei film. Si parla di doppi muri spessi oltre 60 centimetri con la capacità di sopportare temperature inverosimili, di tunnel adattati ad evitare gli allagamenti, di mura rinforzate con materiali speciali, refrattari a radiazioni, incendi, terremoti e tempeste solari. All’interno della cittadella, non manca un’area dedicata alla coltivazione di frutta e verdura, impianti per produrre energia solare, una laguna e un fornito deposito di riserve alimentari.
Si parla anche di lusso, però.
Las Águilas - statua di Minerva - fonte filmato Voyager

Un operaio addetto alla perforazione del terreno avrebbe commentato infatti: “A Las Águilas tutto è di lusso, compreso il giardino botanico”. Lo stesso ha sostenuto che la maggior parte degli italiani proviene dal nord della nostra penisola.

Mario Tzek Santos, il commissario comunale, ipotizza che probabilmente gli abitanti del comprensorio non amano avere contatti con quelli del luogo, poiché raramente lasciano le loro case. Gli italiani escono dal villaggio solo per rari acquisti presso i negozi locali, ma non danno confidenza a nessuno. Sembra che la piccola comunità disponga praticamente di tutto il necessario per essere autosufficiente e la sua presenza sul territorio del posto sia praticamente impercettibile. Le unità abitative sono dotate tutte di energia elettrica, come previsto dal contratto con la Commissione Federale dell’Energia, ma dispongono anche di pannelli solari. Costruito per ospitare circa 150 famiglie, il résort è costituito da una struttura più grande al centro e, come le altre, ha doppi muri realizzati con un materiale sconosciuto. Sembra che nella zona non ci sia alcun segnale cellulare e l’ospedale più vicino sia distante diverse centinaia di chilometri.


Las Águilas e la Quinta Essencia - fonte www.laprensaenlinea.com - Alejandro Cano

È una strana congiunzione quella tra costruzione antiatomica e ricerca dell’opulenza, se consideriamo che la mini-città di 800 ettari sorge proprio nel nulla. Il posto prescelto per l’insediamento, infatti, è una laguna quasi incontaminata distante dalle civili abitazioni, collocata in un fitto bosco vicino Xul, raggiungibile solo attraverso stradine sterrate e con intorno una fitta vegetazione. Il confinante villaggio di Xul (detto anche Xúul), è composto da 1500 persone; il suo nome nella lingua maya, significherebbe “fine”, “finale”“muore”“limitare” o “alla fine”. Molti invece attribuirebbero a questo luogo il significato di “ultimo posto della Terra”. Vi abita gente modesta, che spesso è costretta a varcare il confine per trovare lavoro, e la vicina giungla tutto rappresenta tranne che un luogo di vacanza. In questo contesto, gli italiani hanno garantito lavoro per qualche anno durante la costruzione degli alloggi, e continuano a fornirne a quei pochi operai che si occupano di giardinaggio e pulizia del comprensorio.
Le 38 famiglie italiane, circa 70 persone, che hanno traslocato presso il comprensorio si sono costituite nell’associazione “La Quinta Essencia”. All’ingresso principale del villaggio, oltre al suo nome, Las Águilas, campeggia una scritta:“Associazione civile senza scopo di lucro per conservare l’equilibrio ecologico e preservare le risorse naturali della regione.”

Osservando dal bosco, invece, è possibile vedere un ingresso con delle aquile e una fontana con la statua di Minerva: nel piedistallo una piramide che si intreccia con la stella di Davide. Le strade interne sono dotate di illuminazione, ma arrivare alla colonia non è semplice, poiché la strada che vi conduce direttamente è sterrata.

Las Águilas - fonte www.taringa.net

Chi avrebbe potuto permettersi un tale investimento e perché in un posto tanto isolato? Le autorità locali, intervistate anche da Roberto Giacobbo e dai suoi collaboratori di Voyager nello scorso dicembre, non hanno voluto diffondere i nomi, sostenendo che gli abitanti della zona hanno tutti un regolare permesso di soggiorno. Le indagini scattarono circa quattro anni fa, quando almeno 500 abitanti della vicina Xul furono chiamati a costruire il comprensorio di 22 case, 15 delle quali dalla particolare forma ovale. Gli operai, incuriositi dalla stranezza delle abitazioni e dalla estrema riservatezza dei proprietari, richiesero l’intervento delle autorità locali per verificare che le operazioni procedessero con un regolare permesso.
L’Istituto Nazionale dell’Immigrazione messicano appurò come i proprietari fossero in regola con la documentazione e alcuni di loro avessero richiesto e ottenuto la cittadinanza messicana. L’enorme ranch appartenuto alla famiglia Granados – Sierra e destinato all’allevamento di bestiame, era stato venduto un anno prima per 3 milioni di pesos messicani – pari a circa 180 mila euro – con il preciso intento di trasformarlo in una cittadina antiatomica. Situata lungo la strada per Yaxachén, nel comune di Oxkutzcab, Las Águilas divenne una vera e propria Arca di Noè, come fu ribattezzata dalla stampa italiana. Altri la definiscono il “Villaggio dell’Apocalisse”.
Juan Venegas Tolosa e l'articolo su Las Águilas - fonte filmato Voyager

La notizia si diffuse grazie a Juan Venegas Tolosa, il giornalista che per primo parlò della cosa nell’agosto 2010. L’uomo era incuriosito dal fatto che costruzioni antiatomiche così particolari collegate da passaggi sotterranei fossero state innalzate proprio nella giungla. L’articolo scatenò la curiosità di molti giornalisti, e costrinse l’Ufficio Immigrazione ad indagare. Risultò che 13 dei proprietari erano di origine italiana; 7 di loro erano diventati cittadini messicani, e altri 6 avevano regolare permesso di soggiorno. Le date di arrivo erano diverse, come le professioni di ciascuno. Unico dato comune era quello di non percepire introiti economici in Messico, ma solo in Italia. Poiché non identificati come organizzazione di tipo religioso – e lo stato del Messico considera illegale l’appartenenza o la fondazione di una qualunque setta non riconosciuta – di fatto, per lo Stato messicano, gli italiani di Las Águilas sarebbero solo dei contadini.
fonte www.taringa.net

Gli operai che vi lavorano li avrebbero definiti gente laboriosa, rispettosa delle persone e degli usi locali dei Maya. Gli italiani non consumerebbero alcol nè tabacco e ogni sabato, vestiti con abiti bianchi, svolgerebbero pratiche religiose. Alcune donne del posto lavorarono presso le abitazioni dagli spessi muri e dalle pesanti porte di metallo e vetro durante una Pasqua di qualche anno fa. Commentarono che in quel periodo c’erano circa trecento persone, provenienti da diverse zone, e tutte molto abbienti. Alcuni uomini sembravano messicani, ed erano sposati con donne italiane. All’’interno del comprensorio notarono anche l’accesso ad un ristorante e a una piscina e che alcune case erano state realizzate su tre piani. Il villaggio risultava sicuramente molto piacevole. Dall’esterno, sono stati visti alcuni degli abitanti riunirsi a pregare quasi quotidianamente, inginocchiati davanti agli alberi. Alberto Beh, operaio impiegato nella costruzione dei bunker e proprietario del terreno confinante con il complesso residenziale, ha notato anche la presenza di un uomo a guida del gruppo. A suo dire, però, nessuno degli operai può raccontare indiscrezioni, pena il licenziamento.

Informarsi su altro è ancora un tabù, ma sembra che i più giovani abitanti di Oxkutzcab, nonostante ignorino il fatto, siano consapevoli che il mito apocalittico del 2012 abbia anche generato reddito in una regione così povera.

Nulla da dire sulla bizzarria di certe scelte, né sull’eccentricità che spinge delle persone a investire in un habitat tanto ostile.

Il comportamento insolito della comunità lascia tuttavia immaginare qualcosa di sospetto.

Il villaggio, completamente recintato e lontano da occhi indiscreti, è sorvegliato 24 ore su 24 da telecamere e nessuno può avvicinarsi al perimetro. La sorveglianza è iniziata dal momento in cui i giornalisti si interessarono alla cosa. I pochi che abbiano tentato di accedere al complesso sono stati accolti da persone armate.
Karina Pérez Valle, un architetto che vive nella vicina città di Mani, qualche anno fa venne incaricata da una misteriosa donna italiana di progettare il villaggio. La Valle ha di recente sostenuto di non poter rilasciare dichiarazioni pubbliche, ma in un’intervista del 2010, quando Las Águilas era ancora in costruzione, affermò che “gli italiani non pensano che ci possa essere la fine del mondo, ma temono molti disastri naturali, temperature elevate fino ai 45 – 50 gradi centigradi, e inondazioni come quelle di Nuevo León”. Questo sarebbe stato il motivo, secondo l’architetto, per cui gli italiani avrebbero creato il loro spazio in cui vivere e proteggersi. Sempre a detta della Valle, uno psicologo e un ricercatore di origine italiana sarebbero i responsabili del progetto.

Xul, nello Yucatan
Sulla scelta del luogo, le indiscrezioni parlano di un sogno fatto da una donna – ora abitante del comprensorio – in cui qualcuno, un non meglio specificato “essere di luce”l’avrebbe esortata a costruire un rifugio proprio vicino aKiuic, in un antico insediamento maya. Il sito in questione esisteva almeno dal 600 a.C. e si estendeva per chilometri nella zona. Gli edifici, situati sulla cima delle colline, erano caratterizzati da pareti in muratura, molte delle quali sono ancora in piedi. Nonostante nessuno abbia mai ufficialmente legato la costruzione del villaggio al calendario maya, gli abitanti della zona inevitabilmente mettono in relazione l’episodio con l’antica leggenda sulla fine del lungo computo nel 2012. Anche se gli italiani non sono tenuti a dare spiegazioni sulle loro scelte, è proprio l’alone di mistero che aleggia intorno alla piccola comunità che porta a fare ogni genere di congetture.
Pur cercando di evitare in ogni modo l’attenzione, inoltre, la loro presenza nella giungla non passa affatto inosservata. La mini-città infatti è stata costruita all’interno del Moyers Helen bioculturale Reserve gestito dalla associazione civile Kaxil Kiuic, un’organizzazione messicana che riceve in parte il sostegno da College Millsaps degli Stati Uniti d’America.
È ovvio che, al di là di qualunque comportamento che una o più persone si ritengano libere di tenere nella propria vita, qualora si tratti di un’intera comunità coinvolta in un fenomeno oggettivamente inconsueto, ci sia qualcosa che possa apparire strano.

Il sentore, se non quello che si tratti di una setta per definizione, è quello che sia in atto, all’interno del gruppo, una sorta di psicosi collettiva da catastrofismo.

Il dr. Gaspar Baquedano Lopez, coordinatore del programma di cura e attenzione ai suicidi presso l’Ospedale Psichiatrico “Yucatan”, già all’epoca pose l’accento sul fatto che se a Las Águilas si stava costruendo cercando protezione contro la fine del mondo, l’idea che dominava era quella di paura e morte, associata alla speranza nella salvezza. Il comprensorio in questione veniva inoltre definito “Città della Fine del Mondo” in un’accezione negativa, poiché il principio su cui si basava la costruzione del villaggio aveva come sfondo l’idea di morte e distruzione, che avrebbero potuto influenzare i residenti del posto, ben sapendo quanto la società Maya sia sempre stata vulnerabile all’idea del suicidio.
Episodi come quello di Las Águilas però non sono affatto isolati e a quanto sembra anche la costruzione di bunker negli ultimi anni è aumentata a dismisura.
Secondo il quotidiano messicano Milenio, lo Yucatan negli ultimi anni ha visto aumentare notevolmente la presenza di gruppi stranieri legati alle profezie e ai siti archeologici Maya, con insediamenti stanziali di gruppi di varie nazionalità presso Ek Balam e Temozon Township vicino al confine con Quintana Roo. Le manifestazioni di fenomeni archeoastronomiche più seguite sembrano essere gli equinozi e i solstizi a Chichén Itzá e Dzibilchaltún.
Uno dei casi più noti è sicuramente quello di Le Bugarach in Francia, dove, in virtù dell’antica leggenda secondo la quale il paesino di appena 200 abitanti custodirebbe ilSacro Graal, lo stesso sarebbe risparmiato dall’Apocalisse del 2012. La credenza avrebbe portato molti ad acquistare casa proprio nella zona, facendo lievitare i costi degli immobili.
In Italia, antiche leggende risparmierebbero dalla presunta fine del mondo solo il paese di Angrogna, comunità del torinese legata alla Chiesa Valdese, e in particolare la frazione di Pradeltorno, una roccaforte sulla quale sarebbero stati compiuti numerosi rituali dai valdesi e che avrebbe custodito per un certo periodo il Sacro Graal.
Va citato poi il caso di “Alive”, la comunità degli Stati Uniti dedita alla costruzione vicino alle principali città di una rete di 20 rifugi in grado di sopportare eventuali catastrofi, dalle armi biologiche e nucleari all’impatto di asteroidi a tempeste solari o terremoti.
Non da ultimo, il “GSE 2012” o “Gruppo di Sopravvivenza di Spagna 2012”, i cui membri stanno costruendo un rifugio antiatomico per proteggersi dalle previsioni apocalittiche.
Questi, ovviamente, sono solo alcuni dei fenomeni più noti, ma la situazione di allarmismo tende ad aumentare. E tutto proprio a causa di una errata interpretazione del calendario maya. Secondo il lungo computo infatti, il 21 dicembre è solo una datazione che finisce, ma ne inizia subito un’altra. E se volessimo stare a guardare anche l’ultimo calendario maya ritrovato di recente nella foresta pluviale di Xultun, in Guatemala, potremmo verificare che dopo il 2012 inizia un nuovo calendario lungo altri 6 mila anni. Proprio a testimoniare il fatto che, per i Maya, il tempo era ciclico e non lineare. Quello che termina il 21 dicembre 2012 è, così, solo uno dei loro tanti cicli.

 


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