OSSERVATA UNA PIOGGIA DI COMETE SU UN PIANETA EXTRASOLARE


Torniamo a parlare ancora del telescopio Spitzer per la recentissima osservazione del primo impatto di una cometa sulla superficie di un pianeta extrasolare.
Spitzer Space Telescope ha osservato una nube di polvere dell'estensione di oltre un centinaio di milioni di chilometri attorno alla stella Eta Corvi, a circa 60 anni luce da noi. Gli astronomi sono stati in grado di seguire l'evento "in diretta", essendosi imbattuti in questa presunta collisione durante un periodo di costante osservazione della stella.
Analizzando le immagini all'infrarosso raccolte da Spitzer, il team della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory si è accorto della presenza, all'interno della nube, di acqua, roccia e molecole organiche. Proprio ciò che ci si aspetterebbe da una cometa.
La struttura della nube e la quantità di detriti suggerirebbero che uno sciame di comete, o di un bolide di grosse dimensioni, si sia schiantato sulla superficie di un pianeta roccioso dalla massa di poco superiore a quella terrestre, creando una traccia di detriti dietro al pianeta.
Un elemento a sostegno di questa ipotesi è la presenza di nanodiamanti, che tendono a formarsi quando molecole organiche e silice si fondono e si raffreddano velocemente.
Il teatro dello scontro è stato il sistema dominato da Eta Corvi, una stella relativamente giovane con una massa 40% superiore a quella del nostro sole.
Per gli astronomi non è una novità che ci siano comete in gran numero attorno a Eta Corvi: pare che la stella sia circondata da una nuvola di frammenti di roccia simile alla nostra fascia di Kuiper, ma estesa fino a circa 180 unità astronomiche, e con una massa totale pari al 60% di quella lunare.
Ci sono tuttavia ancora molti interrogativi. Il pianeta su cui si sarebbe verificato l'impatto, ad esempio, non è ancora stato rilevato da nessuno strumento, ma soltanto dedotto dalle tracce del presunto impatto con la cometa.
Se questo pianeta esistesse davvero, starebbe attraversando una fase di bombardamento massiccio di comete, simile a quello innescato da Giove e Saturno circa 4 miliardi di anni fa.
"Quello che abbiamo fatto è stato osservare una stella vicina, simile per età al nostro sole, quando si è verificato l'impatto, e siamo stati in grado di vederlo nel suo svolgimento, vedere l'evento in diretta" spiega Carey Lisse, a capo del team che ha effettuato la scoperta.
La nube creata dall'impatto tra il pianeta e le comete è simile per composizione al meteorite di Almahata Sitta (2008 TC3), un meteorite di 80 tonnellate entrato nell'atmosfera terrestre nell'ottobre del 2008 ed esploso a circa 37 km di quota sopra il Sudan.
Sui frammenti di questo meteorite sono stati trovati nanodiamanti, acqua e amminoacidi secondo uno schema molto simile a quello della nube di detriti di Eta Corvi.
E qui viene il bello: alcuni astrobiologi, e una discreta fetta della comunità scientifica, sono sempre più convinti del fatto che le comete possano aver trasportato sulla Terra acqua e blocchi essenziali per lo sviluppo della vita.
L'ipotesi è che il bombardamento di comete di 3,8 miliardi di anni fa abbia creato le condizioni ideali per la nascita delle prime, rudimentali forme viventi del nostro pianeta.
Se questo scenario dovesse dimostrarsi vero (ma siamo ben lontani dal provarlo), la pioggia di comete che bersaglierebbe l'ipotetico pianeta di Eta Corvi potrebbe dar luogo alle condizioni ideali per la creazione di una biologia extraterrestre primitiva.
Gli astronomi, quindi, potrebbero aver osservato il concepimento di un antenato comune universale sulla superficie di un pianeta extrasolare.
Infine, l'impatto si sarebbe verificato in una zona del sistema di Eta Corvi in cui potrebbe esistere acqua liquida sulla superficie di un pianeta. "Stiamo mostrando che il meccanismo per la 'consegna' dell'acqua su un pianeta è possibile, almeno in un sistema stellare" spiega Lisse. "Il trasporto dell'acqua e di molecole organiche avviene verso una destinazione in cui potrebbe crescere la vita come noi la conosciamo. Riteniamo che il sistema Eta Corvi debba essere studiato in dettagli per apprendere di più sulla pioggia di comete e altri oggetti che potrebbero aver dato inizio alla vita sul nostro pianeta".
Fonte:expianetadidio.blogspot.com

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