I dinosauri non si estinsero per colpa di un asteroide!


L’estinzione dei dinosauri avvenuta nel Cretaceo potrebbe non esser stata causata dall’impatto sulla Terra di un gigantesco asteroide. A dirlo è la Nasa, l’agenzia spaziale statunitense che, di fatto, riapre il mistero sulla scomparsa dei grandi rettili. Secondo la teoria più accreditata dagli scienziati, la scomparsa dei dinosauri sarebbe stata causata circa 65 milioni di anni fa dall’impatto sulla Terra di una famiglia di asteroidi della grandezza di montagne, originata dalla collisione di “Baptistina”, un gigantesco asteroide della fascia principale che orbita tra Marte e Giove, con un altro corpo celeste circa 160 milioni di anni fa.
Grazie alle osservazioni del telescopio spaziale ad infrarossi Wise (Wide-Field Infrared Survey Explorer), che ha scandagliato l’Universo per oltre un anno tra gennaio 2010 e febbraio 2011, è stato possibile datare con maggiore precisione l’impatto di Baptistina nella fascia centrale degli asteroidi ad 80 milioni di anni fa. Questo, di fatto, significa che gli enormi frammenti avrebbero avuto 15 milioni di anni per raggiungere la Terra: troppo pochi secondo gli scienziati. Il giallo sulla scomparsa dei dinosauri sembra dunque infittirsi, anche se la teoria dell’asteroide resta ancora la più probabile. L’enorme cratere situato nel Golfo del Messico, ricco di minerali solitamente rari sulla Terra, sarebbe la prova che un asteroide di circa 10 chilometri di diametro abbia colpito il nostro pianeta 65 milioni di anni fa.Sempre in relazione alla grande estinzione dei dinosauri un’altra ricerca, condotta stavolta da un’equipe di ricercatori dell'università di Yale, e pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas), dimostra che assieme ai grandi rettili scomparvero anche gli uccelli primitivi vissuti nel Cretaceo.

Il gruppo di paleontologi, guidato da Nicholas Longrich, ha analizzato una ventina di resti fossili di questi antichi uccelli vissuti durante il Cretaceo nel Nord America e oggi conservati in diversi musei statunitensi.Si tratta di reperti rarissimi (le ossa di volatili sono così fragili e leggere da poter essere facilmente distrutte) che appartengono a esemplari molto differenti fra loro: alcuni avevano dimensioni simili a quelle di un'oca, altri a quelle di uno storno, altri ancora erano dotati di becchi dentati. "Questi uccelli non erano mai stati studiati in modo rigoroso", spiega Longrich. "Noi invece abbiamo provato ad analizzarli guardando soprattutto al rapporto tra queste ossa e questi uccelli così come nessuno aveva fatto finora".Identificando e datando i reperti, i ricercatori hanno scoperto che i volatili non si sono estinti lentamente come sostengono alcuni esperti, bensì in maniera repentina, insieme ai dinosauri. Secondo Longrich, da questo evento catastrofico, la cui origine sembra destinata ad affascinare il mondo ancora per molto tempo, si sarebbero salvate alcune specie di uccelli che avrebbero poi dato origine a quelle moderne.

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