UN GIORNO I ROBOT POTRANNO PENSARE?


Uno scenario inquietante?

Forse. Ma purtroppo (o per fortuna) il traguardo è ancora lontano. La ricerca tuttavia va avanti, e un gruppo di ricercatori della Scuola Politecnica di Losanna è riuscita a individuare qual è la zona del cervello responsabile della percezione della “coscienza di sé”, cioè quella che ci permette di renderci conto di dove ci troviamo e che esistiamo. Effettuando dei test su questa regione del cervello, i ricercatori sono riusciti a far provare a dei volontari la sensazione di essere fuori dal proprio corpo e “delocalizzati”. Attraverso l’utilizzo della Risonanza Magnetica Funzionale, inoltre, è stato possibile osservare “in diretta” i cambiamenti in quest’area cerebrale a seguito delle stimolazioni indotte nei volontari dai ricercatori per far loro provare l’esperienza di essere fuori dal proprio corpo.

La RMF è una tecnica di esame cerebrale non invasivo simile alla TAC, ma che permette di osservare come varia l’organo osservato (in questo caso il cervello) in tempo reale, piuttosto che fornire un’istantanea della situazione. La RMF si basa sul principio che è possibile determinare se una certa regione del cervello è attiva o meno in base alla quantità di ossigeno che essa consuma, che a sua volta è direttamente correlata all’intensità del flusso sanguigno che la raggiunge, che è proprio il dato registrato dalla RMF.
Se un giorno i nostri computer si renderanno conto di essere chiusi dentro una scatola di ferro e vorranno uscire, sarà anche grazie a queste ricerche…
(technews)

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